L’ALLEVAMENTO DEI TACCHINI
Il tacchino (Meleagris gallopavo) è originario dell’America del Nord (Messico, Stati Uniti e Canada) dove viveva allo stato selvatico. In Europa, il tacchino fu introdotto poco dopo la scoperta dell’America. Già prima della scoperta del Nuovo Mondo (1492) il suo allevamento era condotto dagli Aztechi e da altre popolazioni locali. Nel XVI esso era ancora rarissimo e ricercato, mentre oggi è uno dei più diffusi tra gli uccelli domestici. Fu importato per la prima volta in Spagna verso il 1520 e da qui si diffuse in tutta Europa.
I CONSIGLI PER ALLEVARE I TACCHINI
L’allevamento dei tacchini rispetto a quello delle galline è molto meno praticato perché sono più difficili da allevare. Per quanto riguarda il loro alloggiamento potrebbe andar bene un pollaio per galline anche se i tacchini sono molto più grandi. Infatti gradiscono la presenza di posatoi, anche se bisogna assicurarsi che siano sufficientemente robusti per sostenere il loro peso. Se aveste la possibilità di lasciarli al pascolo tutto il giorno sarebbe comunque la cosa migliore.
La cosa fondamentale da fare quando si allevano questi animali è quella di tenerli lontani dalle galline. Infatti i tacchini, se vengono a contatto con dei polli, possono essere soggetti a contrarre una malattia (enteroepatite) molto grave. Importante sarà dunque acquistare mangimi che contengono l’antibiotico per combattere questa malattia.
L’alimentazione di questi animali è in tutto simile a quella delle galline. Mangiano praticamente di tutto.
Far riprodurre questi animali è piuttosto difficile in quanto le loro grandi dimensioni portano l’animale a rompere le uova. Quindi per la loro riproduzione è importante avere una chioccia o un’incubatrice.
L’ALLEVAMENTO DEL TACCHINO
Chi vive in campagna può prendere in considerazione la possibilità di allevare tacchiniAllevarli non è difficile, adottando metodi appropriati: è necessario solo avere a disposizione uno spazio adeguato e la possibilità di allestire uno o più ricoveri rustici dove i tacchini si possano riparare dalle intemperie.
Non è molto sviluppato in Italia; peccato, perché è un animale molto bello e per le nostre campagne lo trovo molto più indicato del Pavone.
Devo però riconoscere che solo chi ha grandi spazi può permettersi l’allevamento del tacchino, che necessita infatti di pascolare: un tacchino in un pollaio non è bello da vedere.
Anche se il tacchino domestico è meno battagliero del selvatico, è bene comunque non tenere più di un maschio nel periodo della riproduzione: si disturberebbero a vicenda e non dimostrerebbero alle femmine il dovuto riguardo.
L’ALLEVAMENTO ALL’APERTO DEL TACCHINO
Il tacchino è un avicolo rustico e frugale che si adatta molto bene all’allevamento all’aperto nei diversi ambienti italiani. L’allevamento del tacchino è pertanto sempre consigliabile in quanto questo animale, oltre a richiedere cure limitate, è in grado di fornire carni di elevato valore nutrizionale.
Il tacchino è un avicolo molto rustico e in grado di adattarsi a diverse condizioni d’allevamento. Caratterizzato da ottima attitudine al pascolo, è idoneo per l’allevamento dalla pianura alle zone collinari e persino montane al seguito di bovini e pecore. È anche un abile cacciatore di serpenti e può essere allevato in zone cespugliose ricche di sterpaglie.
L’ALLEVAMENTO AL CHIUSO DEL TACCHINO
Allevare tacchini al chiuso è il sistema più adottato dai professionisti, I professionisti possono allevarli al chiuso, presso una deliziosa “casetta” costruita.
Per l’amatore può risultare più pratico e conveniente ricorrere a terreni con recinto esterno o anche al pascolo libero.
Infatti i tacchini hanno una spiccata attitudine al pascolo e riescono, se ne hanno la possibilità, a procurarsi da soli buona parte del cibo di cui hanno bisogno: avendo a disposizione un’ampia superficie, i tacchini razzolano e si nutrono di insetti riducendo sensibilmente la spesa legata a eventuali mangimi.
Chi ha a disposizione, ad esempio, 400-500 metri quadrati può cimentarsi nell’allevamento del tacchino ospitandone ben 15/20 capi.
Non occorre costruire nessuna recinzione a meno che ci siano animali predatori. In questo caso la recinzione non è di “contenimento”, ma di protezione. Allevare tacchini non è difficile quando questi animali superano le prime settimane di vita perché, in questo periodo, i piccoli sono molto delicati.
L’ALLEVAMENTO ALLO STATO BRADO E SEMIBRADO
In alcune zone l’allevamento è condotto allo stato brado (per esempio, nel Messico), in altre è condotto in batteria, cioè entro gabbie a file sovrapposte (per esempio, in Olanda), ma è ormai sempre più diffuso l’allevamento semibrado che deriva da quello da cortile, ancora praticato per uso domestico.
Gli allevamenti sono organizzati su vasti spazi arbustivi dove sono predisposti idonei ricoveri per le bestie libere di pascolare, edifici nei quali sono ospitate le incubatrici, le pulcinaie e le batterie di gabbie per i pulcini, i magazzini per i mangimi, le sale del personale e l’eventuale macello con grandi frigoriferi.
L’incubazione artificiale viene attuata alla temperatura di 39 ºC e con umidità costante del 65-70%; dopo la schiusa e la selezione dei soggetti sani, i pulcini vengono allevati fino alla 14a settimana in pulcinaie o in batterie di gabbie nelle quali si mantiene una temperatura non inferiore ai 18-20 ºC.
L’allevamento dei tacchinotti si effettua entro parchetti predisposti nei luoghi più adatti al pascolo, come il greto dei fiumi, terreni incolti, sottobosco dove possono trovare semi, insetti, molluschi, cavallette, ghiande che, integrati con alimenti adatti, contribuiscono allo sviluppo dei soggetti idonei alla produzione della carne.
L’INGRASSO E LA RIPRODUZIONE
I tacchini sono pronti per la macellazione fra la 16a e la 26a settimana di età, quando nel piumaggio non sono più presenti le piccole penne nere in accrescimento.
Il periodo migliore per l’ingrasso è l’autunno-inverno. In questo periodo vengono selezionati, fra i soggetti più robusti, i riproduttori: a ciascun maschio viene assegnato un gruppo di 8-10 femmine che viene lasciato al pascolo libero, integrando la dieta con mangime ad alto contenuto proteico, ricco di sali minerali e vitamina D.
Il periodo della riproduzione è tra febbraio e marzo. Il gruppo riproduttore potrà essere formato da un giovane maschio e tre o quattro femmine di almeno due anni.
IL TACCHINO FORNISCE CARNI MAGRE
I tacchini che oggi vengono posti in vendita dagli allevamenti specializzati non appartengono più a una razza ben precisa, ma sono il risultato di incroci mirati allo sviluppo delle caratteristiche produttive e funzionali. In generale si possono distinguere tre tipi di tacchino in base alla taglia: tacchino leggero, medio e pesante. I primi due sono destinati al consumo intero, quelli pesanti sono destinati al consumo porzionato.
L’allevamento del tacchino è sempre consigliabile in quanto questo animale, oltre a richiedere cure limitate, è in grado di fornire carni di elevato valore nutrizionale. La carne del tacchino è molto apprezzata per il suo valore nutritivo e la digeribilità. Si cucina generalmente arrosto, talvolta ripieno (di castagne, di mele ecc.) ed è tra i piatti natalizi tradizionali.
La carne di tacchino si colloca infatti tra le carni più magre (1,2-1,4 grammi di grassi), ottime non solo per il consumo fresco, ma anche come prodotto stagionato (salame, salsicce, ecc.) ottenuto dall’impasto di carne di tacchino macinata eventualmente aggiunta a carne di maiale (10-30%) o di oca (20%).
Da non dimenticare, poi, è il tipico piatto veneto definito «tacchino in onto»: la carne viene tagliata a pezzi e introdotta in contenitori avvolta da grasso fuso di maiale o di oca. Infine, anche le sue uova possono essere destinate all’alimentazione umana. Le loro caratteristiche nutritive sono infatti simili se non superiori a quelle di pollo e il loro gusto si può definire «delicato».
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