CENNI STORICI SUL TACCHINO
Il tacchino è un uccello di grande statura appartenente alla famiglia Meleagridae, caratterizzata da testa e collo nudi, provvisti di caruncole e escrescenze carnose, le quali unitamente a un processo estensibile Dopo l’importazione dei primi tacchini da parte degli spagnoli, l’allevamento in Europa si diffuse rapidamente, soprattutto in Inghilterra, Francia, Paesi Bassi ed Italia.
Nel XVI sec. esso era ancora rarissimo e ricercato, mentre oggi è uno dei più diffusi tra gli uccelli d’allevamento.
LA DIFFUSIONE DEL TACCHINO
Il tacchino, proveniente dal Messico, fu introdotto in Spagna intorno al 1520. Da qui raggiunse la Francia (dove fu chiamato Pollo d’India) e poi, in seguito, in tutto il Continente, divenendo sempre più comune.
Era descritto come una varietà del Pavone, con una coda meno grande del Pavone comune e con una carne ancora più saporita.
In Inghilterra comparve per la prima volta sotto il regno di Enrico VIII nel 1524; gli storici di quel tempo, credendo che provenisse dai possedimenti turchi dell’Asia Minore, lo chiamarono Gallo Turco e, per abbreviazione, Turkey, mantenuto fino ad oggi.
Già intorno al 1565, in Francia, in un convento vicino a Bourges i monaci avevano impiantato un allevamento, con soggetti direttamente importati dall’America: si dice anche che il primo tacchino servito a tavola fosse quello delle nozze di Carlo XI con Elisabetta d’Austria il 20 novembre 1570.
Nel 1576, già si ha la distinzione del tacchino domestico da quello selvatico.
I Tacchini che noi oggi conosciamo derivano tutti dai tacchini selvatici del genere “Meleagris”. Si contano sette sottospecie con caratteristiche più o meno simili che vivevano in un’area molto vasta, dal Canada al Messico.
I RISULTATI DEI RECENTI SCAVI
I recenti scavi di due residenze domestiche presso la Fortezza Mitla, risalenti al periodo classico al primo periodo postclassico, hanno portato alla luce resti di tacchini giovani e adulti, diverse uova intere e numerosi frammenti di guscio d’uovo nei rifiuti domestici e in contesti di offerta rituale.
Questa è la prova più chiara e completa fino ad oggi per l’addomesticamento del tacchino nelle Valli centrali di Oaxaca, in Messico.
L’osso midollare, che si forma solo negli uccelli femmine prima e durante il ciclo di deposizione delle uova, indica la presenza di almeno una gallina ovaiola.
Le immagini del guscio d’uovo rivelano sia le uova che le covate da una serie di fasi di incubazione, da uova non fertilizzate o appena fecondate.
Uno di questi pochi animali, mostra un evidente dimorfismo sessuale che consente l’analisi della struttura demografica passata dallo studio dei resti di ossa archeologiche.
Un approccio morfometrico basato su dimensioni e forma consente la distinzione di due gruppi nelle popolazioni archeologiche, corrispondenti a maschi e femmine.
Il tacchino selvatico (Meleagris gallopavo) era un’importante risorsa alimentare per i nativi americani.
Poca attenzione è stata data al tema dell’allevamento di tacchini o all’uso nel sud-est americano. Abbiamo presenti i dati demografici, informazioni etnografiche e etnostoriche di tacchino.
I dati osteometriche indicano che entrambi i tacchini adulti maschili e femminili sono rappresentati nella faunistica di assemblaggio, con i maschi presenti in numero uguale o maggiore rispetto alle femmine. Sembra che le femmine non siano state prese durante il periodo di deposizione delle uova. I risultati possono essere interpretati come il risultato degli uomini che gestiscono popolazioni locali di tacchino come fonti di carne e piume, o occasionali per caccia selettiva di grandi maschi adulti.
LA STORIA DELLA CARNE DI TACCHINO
Il tacchino è l’unico animale domestico “alimentare” che dalle Americhe si è diffuso prima in Europa e poi in tutto il mondo, in quanto non possiamo considerare altri animali mangiati dagli indiani precolombiani, come la cavia ed il cane.
L’origine americana del tacchino nasconde però una storia complessa, nella quale l’Europa partecipa in una misura a molti sconosciuta e che merita di essere portata alla luce.
IL TACCHINO DI CRISTOFORO COLOMBO
Cristoforo Colombo probabilmente è stato il primo europeo a conoscere il tacchino quando, il 14 agosto 1502, sbarcando sulle coste dell’attuale Honduras, ricevette dai nativi alcuni cibi e tra questi anche quelle che lui chiama gallinas de la tierra.
Sulla non certa prima scoperta di Cristoforo Colombo vi è il fatto che Vicente Yáñez Pinzón (Palos de la Frontera 1460 circa – ? 1515 circa) nel 1500 era arrivato nel Golfo di Paria in Venezuela e aveva prelevato uccelli, probabilmente tacchini, da mangiare e trasportare in Spagna, ma forse non si trattava del genere Meleagris.
Similarmente, Pedro Alonso Niño è ricordato per aver scoperto il tacchino sulla costa di Cumana nella Tierra Firme già nel 1499 e di averlo portato in Europa nel 1500.
LA DIFFUSIONE DEL TACCHINO IN SPAGNA
È in ogni caso accertato che tra il 1511 e il 1512 indubbiamente il tacchino fu portato in Spagna. Il primo documento, datato 24 ottobre 1511 e firmato dal Vescovo di Valencia, riguardava una nave che trasportava dalle Isole e dalla Tierra Firme a Siviglia dieci tacchini da riproduzione, metà maschi e metà femmine. Il secondo documento è regale ed in data 30 settembre 1512 riferisce di due tacchini che sono arrivati in Spagna da Hispaniola.
Nel 1530 i tacchini sono ben insediati in Spagna. Quando Cortes nel 1519 iniziò l’esplorazione-conquista del Messico trovò una grande abbondanza di tacchini domestici. La corte di Montezuma ne consumava un migliaio ogni giorno: in quel periodo in Messico il tacchino era la carne più abbondante ed economica. Si allevavano, inoltre, tacchini di diverso piumaggio e nel 1570 Sahagún segnala che erano di diversi colori: alcuni bianchi, altri rossi, altri neri ed altri bruni.
L’IMPORTAZIONE E LA DIFFUSIONE DEL TACCHINO IN EUROPA
Importato dall’America in Spagna, da qui il tacchino si diffuse rapidamente in tutt’Europa. Una coppia di tacchini (la femmina era bianca) fu portata da Hispaniola a Roma subito dopo il 1520. Nel 1538 i tacchini erano già presenti in Francia, dove erano ben conosciuti nel 1552. In Inghilterra la prima data certa della loro presenza è il 1541. A metà del XVI secolo sono accertati in Norvegia e Danimarca e nella fattoria reale svedese nel 1556. In Germania non sembrano noti prima del 1530, ma compaiono in un banchetto di nozze nel 1560.
Il tacchino in Europa fu subito molto apprezzato, tanto che nel 1560, durante il citato banchetto per un matrimonio ad Arnstadt, in Germania, furono mangiati non meno di 150 tacchini, come attestano le cronache del tempo.
È qui opportuno rilevare che la rapida diffusione e l’indubbio successo del tacchino in Europa dipese dal fatto che in questo continente l’allevamento animale, in particolare degli uccelli ed in special modo del pollame, era molto più avanzato di quello che vi era in America.
L’ARRIVO DEL TACCHINO IN EUROPA PRIMA DELLA SCOPERTA DELL’AMERICA
Non si deve, infine, dimenticare l’ipotesi che il tacchino sia arrivato in Europa ed in Asia prima della scoperta dell’America.
La questione è sorta sulla base della supposta presenza di un’immagine di tacchino sulle mura di una cattedrale della Slesia, dipinta nel 1280 e dall’ipotesi che navigatori norvegesi potessero aver portato i tacchini dall’America settentrionale in Europa. Successive indagini dimostrarono, però, che la pittura era stata restaurata tra il 1890 ed il 1891 e che l’immagine discussa non faceva parte dell’originale.
In modo analogo, figure di uccelli in reperti ungheresi del X-XIII secolo sarebbero state interpretate come tacchini, anche se una potrebbe essere di pavone e l’altra, molto stilizzata, non è chiaro se rappresenti proprio un tacchino.
Similmente un osso rinvenuto nel Castello Reale di Buda e risalente al XIV secolo e ritenuto di tacchino è stato identificato come un osso di pavone. Soltanto su basi linguistiche e senza altra base si è anche sostenuto che alcuni tacchini avrebbero superato l’Oceano Pacifico giungendo in Asia e successivamente in Europa in tempi antecedenti i viaggi di Cristoforo Colombo, ma si tratta soltanto di fantasie.
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