L’OCELOT UN FELINO IN VIA DI ESTINZIONE
L’ocelot (Leopardus pardalis), conosciuto anche come gattopardo americano, è il terzo felino più grande della Colombia dopo il giaguaro e il puma, e per aspetto e manto maculato somiglia molto al margay (Leopardus wiedii), che è però più piccolo.
L’ocelot è un felino piccolo, ma paziente e veloce È finito sull’elenco rosso delle specie animali a rischio estinzione, ma i bracconieri continuano a cacciarlo per il suo stupendo pelo. È originario degli Stati Uniti sud-occidentali, del Messico, dell’America centrale e meridionale, nonché delle isole caraibiche di Trinidad e Margarita e predilige soprattutto le foreste tropicali nei pressi di corsi d’acqua e zone umide
L’OCELOT UN FELINO IN VIA DI ESTINZIONE
Nel vasto panorama della biodiversità mondiale, molte specie animali affrontano il pericolo imminente dell’estinzione, e spesso la causa principale di questo declino è l’influenza dell’essere umano. Dalla pesca e caccia incontrollate fino all’invadenza nel loro habitat naturale e agli incidenti con i veicoli, l’umanità ha lasciato un’impronta indelebile sulla vita selvatica del nostro pianeta. Tuttavia, c’è speranza in iniziative di tutela e reintroduzione che cercano di correggere gli errori del passato. Diversi animali nel mondo sono a rischio estinzione e la causa, in diverse forme, è sempre l’essere umano. Dalla pesca alla caccia senza controllo, all’appropriazione del loro habitat e agli incidenti, molte specie hanno bisogno di essere protette e, fortunatamente, c’è chi pensa a loro con progetti di tutela e di reintroduzione.
L’ocelot, per via della sua affascinante pelliccia, è stato per molto tempo una vittima ambita dai cacciatori, motivo per cui la sua popolazione è diminuita drasticamente. Oggi la specie è protetta e non è in pericolo di estinzione. Oggi l’ocelot è quasi scomparso dal paesaggio meridionale e associazioni e istituzioni stanno facendo di tutto per salvare gli ultimi esemplari del Texas da un destino che sembra già scritto dall’essere umano. La popolazione di questo felino ha subito un drastico calo negli anni per via della caccia eccessiva e della frammentazione dell’habitat.
Nel 1982 l’U.S. Fish and Wildlife Service ha classificato la specie come minacciata di estinzione, inserendola nell’Endangered Species Act (ESA). Attualmente sono meno di 100 gli esemplari di ocelot che ancora popolano le regioni del Texas, dove la specie lotta per la sopravvivenza malgrado la consanguineità e un elevato tasso di mortalità dovuto a collisioni con i veicoli.
LE CAUSE DEL DECLINO
Dai tempi del Far West, sono moltissime le specie selvatiche che si sono estinte di seguito all’espansione dei coloni americani negli Stati Uniti. E fra i mammiferi che un tempo erano diffusi e che furono braccati per il grande valore delle loro pellicce c’è proprio l’ocelot (Leopardus pardalis), il gattopardo americano che era uno fra i simboli più importanti dei paesi affacciati nel golfo del Messico.
Oggi, dopo oltre quarant’anni dall’inserimento di questa specie nella lista degli animali protetti dalla caccia, il Texas dispone di circa 100 esemplari, che negli ultimi decenni però hanno subito una forte degradazione del proprio territorio per colpa dei frequenti incendi che ne hanno provocato la mosaicizazzione. Il più grave pericolo che però sembra oggi minacciare questi animali, chiariscono gli esperti, è l’eccessiva consanguineità degli esemplari che tra i tanti problemi può portare alla nascita di cucciolate che presentino malattie genetiche.
Pur trattandosi di un felino americano terricolo, l’ocelot abita ambienti che vanno dalle foreste tropicali alle praterie, nei quali predilige la presenza di coperture arboree. Tra i suoi predatori il boa, i puma e i giaguari, ma il più pericoloso rimane l’uomo: tra gli anni sessanta e i settanta venivano messe in commercio ogni anno fino a 200mila pelli e l’ocelot rischiò l’estinzione. Nel 1990 ne fu proibito il commercio ma oggi, questo splendido felino rimane a rischio estinzione a causa della perdita dell’habitat in cui vive e sempre a causa del commercio illegale degli esemplari.
La caccia e gli incidenti stradali hanno causato danni irreparabili alla popolazione di Ocelot. La bellezza e la maestosità di questi felini hanno attirato l’attenzione di bracconieri senza scrupoli, mentre le strade che tagliano il loro territorio naturale hanno portato a un numero significativo di incidenti mortali.
Negli Stati Uniti e in Messico, il pericolo di estinzione sta nell’intromissione dello sviluppo sull’habitat di Ocelot (zone spesse e pennellate dove alleviano i loro piccoli). In una certa misura, anche l’invasione dell’influenza umana sugli habitat ha un ruolo declino delle popolazioni di ocelot nelle foreste pluviali e nelle giungle. Altri due fattori negli anni ’60 hanno portato alla riduzione della popolazione di ocelot.
- La vendita di Ocelot come animali domestici negli Stati Uniti.
- La vendita di pellicce di ocelot per pelliccia. Anche se ora è illegale intraprendere questo commercio, c’è ancora un mercato illegale per le pelli di Ocelot. Ci vogliono 20 Ocelot per fare una pelliccia; fai i conti.
LA PELLICCIA DELL’Ocelot:
L’ocelot è stato cacciato per secoli e sterminato a causa della sua pelliccia pregiatissima, collezionato da allevatori e come animale da compagnia negli anni passati, dal 1972 è stato inserito nella lista rossa delle specie in via di estinzione.
I ricercatori del Conservation Land Trust impegnata per la protezione della flora e della fauna hanno confermato con entusiasmo il suo ritorno in natura e ne hanno avviato la campagna di censimento e di protezione, confermata dagli scienziati del National Council for Scientific and Technical Research’s Sub-Tropical Biology Institute. Le campagne di protezione avviate negli ultimi anni e l’interruzione dell’uso del suo mantello per usi commerciali e nel campo della moda hanno permesso il suo reinserimento e favorito il ripopolamento della specie.
Difficile dire se ricordi di più il manto maculato di un ghepardo o di un giaguaro, certo è che quello dell’Ocelot è davvero un pelo morbido e particolarmente fitto. Oltre alla varietà delle macchie e delle striature, anche il colore dello sfondo può essere di volta in volta, di esemplare in esemplare, diverso. Grigio o marrone scuro, ma anche giallastro o arancione nella parte superiore, mentre la parte inferiore è quasi sempre chiara.
La sua bellezza gli ha portato anche molti problemi, è stato cacciato massicciamente per la lavorazione della sua pelliccia fino ad essere considerato, tra il 1972 al 1996, un animale a rischio di estinzione con tanto di inserimento nella Lista Rossa della IUCN. Oggi, fortunatamente, la situazione è migliorata ma resta sempre un animale da salvaguardare. Le cose sono cambiate grazie all’impegno di movimenti animalisti che hanno messo in luce quanto stava avvenendo a questo felino.
IL PROGETTO DI REINTRODUZIONE DELL’OCELOT
Il progetto di reintroduzione prevede diverse fasi cruciali. In primo luogo, c’è l’introduzione di una nuova popolazione di Ocelot preservata in cattività, garantendo una diversità genetica sana. Il monitoraggio costante dell’habitat naturale è altrettanto essenziale, così come il controllo regolare del benessere e del comportamento dei nuovi individui introdotti e di quelli già presenti.
Un elemento fondamentale del progetto è la partecipazione attiva della comunità locale. Sensibilizzare e coinvolgere la popolazione nei pressi dell’habitat dell’Ocelot è vitale per garantire il successo a lungo termine del progetto. Programmi educativi, iniziative di volontariato e misure di conservazione sono parte integrante di questa collaborazione.
L’OBIETTIVO DEL PROGETTO
Proprio per aiutare questi animali ad avere una prole sana che disponga di una maggiore eterogeneità genica rispetto a quella dei genitori, diversi enti locali hanno iniziato a far riprodurre gli esemplari presenti in Texas con scambi tra i ranch e i vari zoo statunitensi.
La maggior parte di questi esemplari vivono nelle foreste pluviali, fra Brasile e Bolivia, dove ancora oggi insistono ampie porzioni di foresta tropicale. Nella maggior parte dei casi parliamo di aree difficili da raggiungere pure per l’uomo.
Gli Ocelot sono ospitati dalla Laguna Atascosa National Wildlife Refuge che oltre a disporre un maggior numero di esemplari presenta anche maggiori spazi, utili per consentire agli ocelot di riprodursi e di crescere con un po’ di privacy, senza essere costantemente sotto le lenti dei ricercatori
Secondo i promotori del progetto, questa campagna di riproduzione non sarà a rischio per colpa degli allevatori visto che questi felidi, a differenza di altri animali, non cacciano il bestiame ma si limitano a cacciare roditori ed uccelli, fra cui alcune specie che causano alcuni danni alle campagne coltivate dagli agricoltori.
Il primo obiettivo di questo progetto, che ha una durata indefinita, prevede di ottenere almeno altri 100 animali adulti all’interno del Texas entro il 2030 e di redistribuirli all’interno del territorio statale a partire dallo stesso anno. Per far questo, i biologi della conservazione coinvolti dovranno lavorare di comune accordo anche con ecologi e botanici per rintracciare le aree maggiormente indicate per questa reintroduzione
Il governo statale del Texas ha deciso di contribuire alla campagna stanziando vari fondi per le attività di studio e di protezione dell’ocelot e per la prima volta in questo secolo sta pensando anche di acquistare degli esemplari dagli altri rifugi ed allevamenti degli Stati Uniti, per accelerare le prime fasi del progetto.
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