IL COMPORTAMENTO DELLE CAPRE NELL’ALIMENTAZIONE
La capra, nonostante i falsi miti, è un animale molto intelligente e curioso, capace di nutrirsi davvero con foraggio scarso e di sopravvivere anche in ambienti ostili, rendendo anche meglio a livello di mungitura rispetto ai bovini.
Del tutto simile alla pecora, con la quale divide la stessa famiglia (bovidae) e sottofamiglia (caprinae), la capra si nutre prettamente di apici di rami, arbusti e germogli, motivo che nei secoli ha portato a preferire le pecore come animali d’allevamento in quanto una capra lasciata in campi coltivati a vegetali può diventare un vero e proprio “pericolo” per la raccolta.
IL COMPORTAMENTO DELLE CAPRE
- Le capre sono agili, irrequiete, intelligenti, curiose, graziose e scherzose. Quando non si rendono conto dei rumori, e particolarmente di notte, divengono assai paurose.
- Sono però, all’occasione, anche molto combattive: quando, per es., vengono immessi nuovi animali nei branchi o quando si tratta di difendere i piccoli o di lottare nell’epoca degli amori.
- Si abituano alla presenza dell’uomo, lo seguono insistentemente se attendono qualche ghiottoneria; lo aspettano fuori della capanna durante la notte (es. Africa centrale) e si adattano facilmente ad allattare i piccoli di altre specie, compresi i bambini, ai quali si affezionano molto, correndo, anche spontaneamente, presso le culle, sulle quali salgono con ogni precauzione per non recar danno ai lattanti.
- La voce della capra è un belato a tono vario a seconda dello stato d’animo di quest’animale che è assai sensibile ed emotivo.
IL COMPORTAMENTO DELLA CAPRA AL PASCOLO
La capra svolge al pascolo un’intensa attività motoria, con elevati dispendi energetici, allo scopo di cercare le specie vegetali più gradite.
Questo è dovuto al fatto che è un animale molto selettivo, sempre alla ricerca di piante o loro parti con un maggior valore nutritivo, evitando di consumare piante nocive. La capacità selettiva è da un lato trasmessa geneticamente, dall’altro trasferita dalla madre alla prole durante lo svezzamento.
Questo fa sì che capre allevate in ambienti differenti mostrano preferenze alimentari differenti.
La capra presenta una indubbia superiorità nell’utilizzare alberi e arbusti rispetto a ovini e bovini, ma quando l’erba abbonda al pascolo anche la capra la preferisce, mostrando comunque un comportamento selettivo anche nelle scelta delle specie erbacee.
L’ALIMENTAZIONE DELLA CAPRA
Su pascolo naturale di tipo erbaceo, mediamente le capre selezionano una dieta costituita dal 70% di graminacee (loietto, bromo, erba mazzolina, avena ecc..), dal 25% di specie erbacee di varia natura (cicorie, carote selvatiche, malva, ranuncolo ecc..) e dal 5% di leguminose (trifogli, mediche ecc..). Queste ultime non sono molto gradite per la loro azione negativa sulla digeribilità e per la loro scarsa appetibilità per la presenza di tannini e terpeni. La capra tende a selezionare soprattutto piante o loro parti ricche di sostanza secca organica digeribile e di proteina grezza, preferendo quindi apici fogliari, giovani germogli, fiori.
In pascoli ricchi di specie legnose, le capre utilizzano piante e parti di piante molto diverse tra loro, anche dal punto di vista della digeribilità. La maggior parte degli arbusti ha un valore nutritivo medio-basso, ma consentono di mantenere un livello nutrizionale efficiente durante tutto l’anno, anche quando le specie erbacee sono dormienti (inverno) o povere di principi nutritivi (estate). La capra predilige solitamente le foglie o i giovani steli delle piante legnose, che contengono un tenore più alto di proteina grezza.
In generale comunque l’ingestione delle capre al pascolo aumenta tanto è maggiore la varietà delle specie vegetali presenti, soprattutto quando queste hanno un livello nutrizionale piuttosto basso o sono poco appetibili.
IL TEMPO DEDICATO AL PASCOLAMENTO
Rispetto alle pecore, le capre trascorrono meno tempo a ingerire l’erba, così come meno tempo è destinato alla ruminazione; il tempo dedicato al pascolamento dipende comunque dalla disponibilità di erba, dalla composizione botanica e nutritiva dell’erba e dall’integrazione alimentare. Le capre dedicano al pascolamento più tempo tanto minore è la concentrazione proteica delle essenze ingerite, in quanto è maggiore il tempo speso alla ricerca di specie vegetali più proteiche.
Se il pascolo è libero, l’attività di pascolamento si concentra all’alba e al tramonto, corrispondenti ai due pasti principali, in caso contrario si attua nell’intervallo tra le due mungiture giornaliere, per un tempo variabile dalle 4 alle 8 ore. L’attività di pascolamento si riduce di molto durante le ore di buio.
Le condizioni climatiche influenzano il comportamento al pascolo: a differenza delle pecore, se piove le capre smettono di pascolare cercando riparo e riducono l’attività di pascolamento anche con forte vento; nelle giornate più calde o piovose, è favorita la ricerca di alberi e arbusti che forniscono anche riparo, mentre in quelle più fredde è maggiore il consumo di specie erbacee.
L’ADATTAMENTO DELLA CAPRA A REGIMI ALIMENTARI DIVERSI
Si tratta di un animale con notevoli capacità di adattamento a regimi alimentari molto di più diversificati grazie ad un’elevata capacità di selezionare degli alimenti ed anche di parti della stessa pianta, ad una notevole capacità di utilizzazione di foraggi molto fibrosi, ad una notevole potenzialità di immagazzinamento delle riserve e successiva mobilitazione.
Grazie a queste caratteristiche la capra è in grado di adattarsi a condizioni che risulterebbero proibitive per altri animali considerati “più nobili ” quali bovini e ovini.
Grazie alla loro frugalità ed ad adattabilità a qualsiasi tipo di cibo, sono piuttosto comuni in molti paesi del terzo mondo.
Lo stomaco di una capra adulta è diviso in quattro parti quello dei capretti e invece praticamente uguale allo stomaco degli animali monogastrici.
La nascita infatti il rumine è poco sviluppato e cresce in dimensioni e capacità di assunzione di nutrienti man mano che il piccolo comincia ad assumere alimenti solidi.
IL FABBISOGNO ALIMENTARE
Il fabbisogno alimentare di una capra è pari a un decimo di quello di una bovina, ma la sua produzione di latte è, in rapporto, superiore.
La sua golosità, insieme alla sua buona agilità, porta sempre la capra a cercare gli alimenti più appetitosi e a compiere anche lunghi o ripidi percorsi per procurarseli. Le capre trovano molto appetibili gli apici dei rami e degli arbusti e i germogli, tanto che un pascolo non controllato può causare dei danni alla vegetazione presente.
Queste sue caratteristiche hanno fatto sì che l’allevamento della capra si sviluppasse soprattutto in zone di montagna e collina, anche caratterizzate da pascoli di difficile accesso o con limitate risorse nutrizionali.
Le capre preferiscono nutrirsi di teneri germogli nei cespugli, nelle siepi e nei boschi nascenti; sicché, per i danni, talora gravi, arrecati, si sono create molti nemici e cattiva fama, specialmente nel campo della silvicoltura. Mercé la loro agilità riescono talvolta a salire sui rami orizzontali degli alberi vicini a terra e abilmente piegano i getti troppo alti, ma ancora flessibili, per poterli brucare.
Le capre preferiscono i terreni asciutti, scoscesi, rocciosi, praticando i più pericolosi sentieri con sicura franchezza; come i loro parenti selvaggi. Pascolano ogni sorta di erbe magre e asciutte, e, in mancanza di alture, s’adattano bene anche a pascoli piani e a carattere steppico e sabbioso.
LA RESISTENZA ALLE PIANTE VELENOSE
Si ritiene che le capre siano resistenti alle piante velenose, ma, probabilmente, la percentuale più bassa d’avvelenamenti, che si osservano in questi animali di fronte ad altri erbivori, dipende un poco dalla scelta che esse maggiormente fanno, e un poco anche dal loro modo vagabondo di nutrirsi, prendendo or qua or là il nutrimento, in maniera da miscelare ogni sorta di essenze, più che nutrirsi d’una sola qualità di vegetali, cosicché più difficilmente viene raggiunto il quantitativo d’una essenza velenosa capace di dare disturbi. Nell’America settentrionale si notò che, in una grande boscaglia, le capre rispettarono per molto tempo alcuni cespugli di un’Ericacea (Kalmia latifolia), ma un gruppo di esse, più affamate, provenienti da altro luogo, non trovando altro alimento nelle vicinanze, dove le erbe erano già tutte falciate dalle capre precedenti, si gettò avidamente sopra tali cespugli e la mattina seguente 300 soggetti si presentarono gravemente malati e 50 morti.
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