COME PUO’ ESSERE L’ALLEVAMENTO DELLA CAPRA
La capra viene allevata in medi e grandi allevamenti sia allo stato brado, semibrado e, talora, anche puramente stallino a seconda delle circostanze e semi-stabulato in strutture a stabulazione permanente.
Fatta astrazione dai paesi caldi, la capra ha quasi sempre bisogno d’essere ricoverata nel rigoroso inverno, quando vive sulle alture, per le nevicate abbondanti ricoprenti il suolo, che non le permettono di nutrirsi all’aperto. Nel caso esse transumano al piano.
Si possono distinguere in ogni modo razze adatte alla montagna, e razze da montagna e da stalla per l’attitudine diversa che hanno le capre a sopportare meglio l’inclemenza del tempo e meno la stabulazione, oppure, inversamente, meglio la stabulazione e i pascoli bassi che non le inclemenze meteoriche delle altitudini.
Nelle regioni del sud prevale l’allevamento allo stato brado o semi-stallino, mentre in quelle del nord prevalgono l’allevamento semi-stallino e stallino.
IL SISTEMA TOTALE BRADO
Nell’allevamento allo stato brado, l’alimentazione è costituita prevalentemente dal pascolo, che viene praticato per tutto l’anno, con un’eventuale integrazione di fieno durante l’inverno.
Il sistema totale brado, transumante o stazionario, si ha particolarmente presso i popoli primitivi e in determinati climi. Del resto è ampiamente praticato nell’Europa meridionale (Spagna, Italia, Grecia). Bene si confà questo sistema d’allevamento al carattere vagabondo e randagio delle capre che vivono in continuo movimento. Le capre vengono talvolta tenute insieme con le pecore e in determinate proporzioni a seconda dei casi. In Sicilia rappresentano, in genere, il 10% dell’intero gregge e in Libia circa il 25%. Talvolta le capre sono tenute anche in più piccolo numero per servire di guida alle pecore.
L’ALLEVAMENTO SEMIBRADO
Nell’allevamento semi-stallino le capre sono allevate in stalla durante l’inverno e al pascolo negli altri mesi dell’anno; nel periodo di soggiorno in stalla vengono alimentate con fieno e mangimi concentrati L’allevamento semibrado è il più frequentemente adottato nei paesi europei centrali, dove prevalgono le cosiddette “capre nobili”. Esso è molto confacente a tali animali che, pur avendo sempre bisogno di movimento, hanno necessità di particolari cure date le alte produzioni di latte.
L’ALLEVAMENTO STALLINO
L’allevamento stallino è praticato per la produzione di latte; gli animali vivono tutto l’anno nei ricoveri, dove vengono alimentati con foraggi verdi sfalciati dai campi, fieno e mangimi concentrati.
Nel ricovero, detto caprile, gli animali vengono divisi in gruppi omogenei (capre gravide, capre in lattazione, capretti in svezzamento, ecc.) e posti all’interno di box multipli. In questo tipo di allevamento, il caprile è completato da una sala mungitura e da un recinto esterno dove le capre possono passeggiare e prendere aria.
Nell’allevamento intensivo oltre alla stabulazione permanente si pratica l’allattamento artificiale dei capretti, che vengono svezzati dopo un mese.
L’allevamento stallino puro e semplice non è indicato per le capre, ma alcune razze vi si abituano, specialmente se vi sono allevate fin dalla gioventù, e se si ospitano in stalle ampie, arieggiate, pulite, fresche (temp. da 5° a 12°) e possibilmente fornite di piccoli recinti esterni adiacenti, dove gli animali possano liberamente recarsi e muoversi.
In tale sistema è bene non legare gli animali alla greppia e non pretendere soprattutto di costringervi soggetti mantenuti in precedenza in piena libertà nei boschi. In tal caso difficilmente s’ottiene lo scopo, e gli animali possono anche intristire.
LA STABULAZIONE
La stabulazione indica un qualunque confinamento di animali in spazi controllati costruiti o ricavati artificialmente, nei quali sono garantite e monitorate le funzioni vitali. Inizialmente era l’atto di portare gli animali nella stalla, in seguito si è esteso a tutti i confinamenti.
La stabulazione può essere fissa o libera. Le stalle devono essere adeguatamente ventilate per permettere il ricambio d’aria e sottoposte a termoregolazione per mantenere la temperatura ottimale sia in inverno che in estate.
LA STABULAZIONE LIBERA
La stabulazione libera può essere divisa in Aperta (corsia di foraggiamento, zona di alimentazione, Paddock esterno e zona di riposo) oppure Chiusa (corsia di foraggiamento, zona di alimentazione, zona di riposo e Paddock esterno).
Nella stabulazione libera gli animali possono muoversi liberamente nella stalla, che è divisa in tre zone: zona di alimentazione, dove sono presenti le mangiatoie; zona di movimento; zona di riposo. Nella zona di riposo gli animali possono occupare uno spazio collettivo o avere spazi individuali detti cuccette, che sono separate tra loro da muretti o ringhiere metalliche. La zona di movimento si trova in genere all’aperto ed è recintata e parzialmente coperta da una tettoia che serve per ripararsi dal sole. Il fabbisogno di acqua è assicurato da abbeveratoi automatici.
LA STABULAZIONE FISSA
Nella stabulazione fissa gli animali occupano sempre lo stesso spazio detto posta e sono legati ad una rastrelliera. La stabulazione fissa è ormai riservata ai piccoli allevamenti, mentre la stabulazione libera è diffusa negli allevamenti medi e grandi. È una tecnica molto obsoleta che si attua ancora per quegli allevamenti che non hanno la possibilità di modernizzarsi. Tuttavia un aspetto molto importante è che attraverso questo sistema la capra viene controllata singolarmente nell’assunzione del mangime e di acqua. Come materiale da lettiera vengono depositati 3kg\capo giorno oppure utilizzati materassini soffici.
IL NUMERO DEI CAPI PER BRANCO
Il numero dei capi per ogni branco varia assai a seconda dei paesi, del sistema di allevamento e delle razze. Nell’America Settentrionale si contano greggi di capre Angora grandissimi, non come quelli di pecore, ma superiori anche al migliaio di capi. In ogni modo ciò avviene per i greggi lontani dai centri abitati; ma in prossimità delle grandi città, dove s’allevano razze lattaie, il numero dei capi per ogni gruppo è più basso, oscillando tra i 40 e i 50 capi per gregge.
Branchi numerosi si riscontrano anche nell’Africa del sud e nell’Asia, nonché in qualche paese d’Europa. In Europa le condizioni variano molto da regione a regione. La Spagna e le isole del Mediterraneo sono molto adatte all’allevamento delle capre, i cui greggi sono grandi e frequenti.
Altrettanto può dirsi della Grecia e degli altri paesi balcanici. Nella Germania, nel Belgio e nell’Olanda la capra è tenuta spesso a piccoli gruppi da piccoli agricoltori e anche da operai della campagna, da minatori, ecc., che posseggono, in genere, pochi, ma buoni capi.
LA VITA NEGLI ALLEVAMENTI
Le capre vengono mantenute negli allevamenti un tempo diverso a seconda delle razze e delle attitudini. Nelle poche razze allevate esclusivamente per la carne (regioni africane e asiatiche), rappresentando le capre dei capitali circolanti e peggiorando la qualità del prodotto con gli anni, dovrebbero esser eliminate ancor prima della completa maturità. Nella razza Angora a duplice attitudine (carne e pelo), l’età propizia per la macellazione è segnata dalla perdita di valore del vello e cioè verso i 5-6 anni, andando la maggiore attesa tutta a danno della qualità della produzione rimanente (carne) e del bilancio dell’allevamento per l’inutile spesa di mantenimento.
Nelle razze altamente lattaie con carne di basso valore (capre europee) l’andamento della produzione lattea indica il momento opportuno per l’eliminazione.
Nei maschi l’utilizzazione migliore come riproduttori corrisponde all’età da 3 a 8 anni. Per avere da loro un residuo di carne di un certo valore sarebbe necessaria la castrazione, utile, del resto, anche nelle femmine. Ciò per le razze europee, ma non per l’Angora, la Kashmir, la Nubiana, la Mambrina, ecc. che mancano di odore ircino.
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