GLI ANIMALI ERBIVORI
Gli animali erbivori sono quelli che si nutrono esclusivamente di alimenti di origine vegetale. In natura ne esistono moltissimi: si va da organismi estremamente piccoli come i lombrichi fino ai mastodontici elefanti, dai mammiferi acquatici come i lamantini o i dugonghi, agli insetti come le api, da animali mansueti come i koala a quelli aggressivi come i rinoceronti.
La dieta degli animali erbivori varia a seconda delle stagioni in base alla disponibilità di cibo, dato che sono disponibili diversi tipi di cibo di origine vegetale a seconda della stagione.
La classificazione è puramente descrittiva e non rientra nel novero della tassonomia tradizionale, ma interseca le diverse classi in cui è generalmente suddiviso il regno animale in maniera trasversale. La categoria degli erbivori, quindi, comprende sia animali invertebrati che vertebrati, include numerosi mammiferi ma anche uccelli, insetti e perfino qualche specie di rettile.
GLI ERBIVORI NELLA CATENA ALIMENTARE
- La caratteristica che accomuna gli erbivori è quella di essere consumatori primari, situati ai gradini più bassi della catena alimentare. Questi animali si collocano subito dopo le piante, che sono produttori primari e organismi autotrofi, cioè autosufficienti perché in grado di procurarsi il cibo da sole, attraverso la fotosintesi clorofilliana.
- Gli erbivori invece sono animali eterotrofi, poiché si nutrono delle sostanze prodotte da altri, nello specifico dalle piante, trasformando la sostanza vegetale (cellulosa) in glicogeno, un composto di origine animale. Le molecole di glicogeno sono a disposizione dell’alimentazione degli animali predatori e carnivori, che si nutrono degli erbivori e sono situati al gradino successivo nella catena alimentare.
PERCHÈ ALCUNI ERBIVORI SONO COSÌ GRANDI
Non deve stupire se spesso gli erbivori raggiungono dimensioni ragguardevoli: l’elefante, ad esempio, è il più grande mammifero terrestre e può raggiungere un’altezza di 4 metri e un peso pari a 7 tonnellate. Ma anche l’ippopotamo o il rinoceronte sono animali imponenti.
Questo succede perché essi mangiano tanto e sono collocati ai gradini più bassi della catena alimentare, dove dispongono di una grande quantità di energia. Più si sale nella catena alimentare, maggiore è il consumo di energia. In pratica, gli erbivori riescono a capitalizzare al meglio il cibo che ingeriscono, traendo da esso il massimo nutrimento possibile.
Nel passaggio tra un livello e il successivo, vi è una notevole perdita di energia. Per questa ragione, un carnivoro che per ipotesi avesse la stessa taglia di un elefante, dovrebbe trascorrere tutto il suo tempo a cacciare e mangiare prede, senza soluzione di continuità, soltanto per riuscire ad attingere allo stesso quantitativo di energia a disposizione dell’erbivoro.
Dopo un po’ di tempo, comunque, le prede si esaurirebbero e l’animale non avrebbe più nulla da cacciare. Gli erbivori, quindi, sono animali indispensabili per i complesso equilibrio dell’ecosistema, poiché, tra le altre cose, la loro esistenza è funzionale alla continuità della catena alimentare.
LE CATEGORIE DI ERBIVORI
Gli erbivori sono gli animali che si nutrono soltanto di vegetali, come ad esempio: radici, tuberi e foglie.
Una delle caratteristiche che accomunano questi animali è quella di avere gli occhi ai lati della testa, in modo da poter avvistare meglio l’eventuale presenza di predatori. Per quanto riguarda le differenze tra le singole specie di erbivori, invece, si possono operare alcune distinzioni di massima, con lo scopo di facilitare lo studio e semplificarne la classificazione. Gli erbivori si distinguono in base a ciò che mangiano e al modo in cui digeriscono il cibo. Sulla base di questo criterio, avremo i seguenti differenti gruppi, ovvero:
A) FRUGIVORI
In zoologia con il termine frugivoro, termine che deriva dal latino e letteralmente significa “divoratore di frutta”, si intendono quegli animali che si nutrono principalmente di frutti e semi. Genericamente, sono catalogati in questo genere tutti gli organismi animali ma è attribuito in particolar modo ad alcuni rettili, uccelli e mammiferi.
Hanno il becco molto robusto e con la parte superiore di esso spaccano e tagliano i frutti. Tra gli animali frugivori più conosciuti ci sono gli uccelli, questi si nutrono con piccoli insetti fino al raggiungimento dell’età adulta crescita.
Gli erbivori frugivori si nutrono per lo più di frutta. Anche in questo caso si parla prevalentemente di specie di uccelli, come la capinera, i pappagalli, o i tucani. Il loro becco in genere è lungo e appuntito, perché deve servire a bucare la buccia dei frutti. Tra gli animali frugivori ci sono però anche dei mammiferi, come ad esempio la scimmia orangutan, che si nutre di frutta, foglie, cortecce, miele e insetti.
- Mammiferi frugivori: le scimmie
Oltre agli uccelli, tra gli animali frugivori vi sono anche alcuni mammiferi come ad esempio le scimmie, in particolare gli oranghi. Questi animali, anche se ci può sembrare strano, hanno una dieta composta al 65% da frutta e il restante da foglie, miele, corteccia e alcuni insetti.
- Un altro mammifero frugivoro è sicuramente il pipistrello che si aggira di notte in foreste e campagne alla ricerca di alberi con frutti succosi o fiori pieni di nettare. I pipistrelli sono considerati molto importanti per la vegetazione perché aiutano l’impollinazione, la semina e la fertilizzazione. Mammiferi frugivori sono anche i porcellini d’india, gli scoiattoli, i furetti e i criceti, questi ultimi particolarmente ghiotti di semi di girasole.
B) FOLIVORI
A questa categoria appartengono quegli animali che si nutrono prevalentemente di foglie. Come adattamento a tale dieta, ricca di cellulosa poco digeribile e relativamente povera di energia, gli animali folivori hanno sviluppato un intestino estremamente lungo e circonvoluto e tassi metabolici bassi. Molti di questi animali, inoltre, hanno instaurato legami di simbiosi con batteri in grado di demolire la cellulosa in composti più digeribili.
I folivori arboricoli, come ad esempio i bradipi, alcune scimmie e lemuri, hanno generalmente dimensioni più grandi rispetto ad animali imparentati ma con diete diverse: sono inoltre più lenti. Queste caratteristiche comuni sono con tutta probabilità attribuibili all’alto contenuto di cellulosa delle foglie, che ne rende la digestione più difficile e lenta, oltre a rendere tale alimento molto povero di energia. In particolare i folivori, come le scimmie urlatrici, tendono a vivere in gruppi che offrono agli animali una maggiore difesa contro eventuali predatori.
I caratteri comuni di alcune caratteristiche del corpo, del cranio e dei denti di alcuni ominidi e varie famiglie di mammiferi folivori arboricoli, hanno spinto alcuni studiosi ad avanzare l’ipotesi secondo la quale i primi ominidi erano dei folivori anch’essi.
I folivori vivono perlopiù in foreste (dove è assai più facile trovare il loro nutrimento) e sono prevalentemente arboricoli: non mancano tuttavia delle eccezioni, come l’hoazin ed alcune specie di chirotteri. Questi animali, tuttavia, sono solo parzialmente folivori, in particolare i pipistrelli tendono a masticare a lungo le foglie ingerendo solo la linfa e sputando il bolo.
C) GRANIVORI
I granivori sono animali che si cibano prevalentemente di semi, e per lo più si tratta di uccelli. Hanno il becco corto e conico in quanto serve loro, visto che sono privi di mani, per battere a terra, rompere ed aprire, i semi e i cereali. Sono erbivori granivori la papera, l’anatra e il canarino.
Tuttavia questa distinzione non sempre risulta molto precisa, soprattutto a causa dell’impossibilità di incasellare in maniera rigida uno specifico animale in un gruppo piuttosto che in un altro. Infatti, gli erbivori generalmente mangiano tutte le parti di una pianta, compresi fusto, semi e radici.
GLI ERBIVORI E IL PROBLEMA DELLA DIGESTIONE DELLA CELLULOSA
Un altro criterio per distinguere gli erbivori è quello di prendere in considerazione gli organi atti alla masticazione del cibo e l’apparato digerente degli animali. Il problema principale per gli erbivori è sempre stato quello di digerire la cellulosa presente nelle piante. Per assimilare questa fibra vegetale, infatti, è necessaria la cellulasi, un enzima che non è presente in nessun organismo pluricellulare.
Per la sua sintesi, nel corso dell’evoluzione, gli animali erbivori hanno sviluppato un rapporto simbiotico con dei batteri situati all’interno del loro intestino. Questo rapporto è reciprocamente vantaggioso per entrambi: i microrganismi producono la cellulasi e in cambio ne ricavano nutrimento.
La sintesi della cellulasi avviene all’interno di una specifica camera di fermentazione, che può essere situata nell’intestino posteriore o anteriore.
Un’altra tecnica che gli erbivori hanno messo a punto per facilitare l’assimilazione della cellulosa riguarda la digestione meccanica delle foglie, perfezionata attraverso lo sviluppo di una particolare dentatura.
LA DENTATURA NEGLI ERBIVORI
L’apparato digerente è fatto apposta per digerire la cellulosa presente nei vegetali.
I denti e la bocca variano a seconda delle specie:
- Gli ungulati hanno sviluppato i molari per masticare a lungo.
- I roditori hanno gli incisivi più affermati per rosicchiare.
- I ruminanti hanno lo stomaco diviso in quattro parti (rumine, reticolo, omaso, abomaso) e la digestione è più lunga.
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