LA SUDDIVISIONE DEI MAMMIFERI RODITORI
Non tutti i roditori sono erbivori, ma la maggior parte di questi piccoli mammiferi si nutre quasi esclusivamente di erba e foglie. Alcuni però, come ad esempio i ratti d’acqua australiani, si nutrono anche di pesci o molluschi. Roditori completamente erbivori sono invece i conigli e le lepri, la marmotta e il castoro, l’istrice e i topi. La loro caratteristica più evidente sono i grandi incisivi, denti molto sviluppati che servono a questi mammiferi per sgranocchiare noci e altra frutta o verdura.
L’ORDINE DEI RODITORI
I Roditori comprendono quasi il 40% di tutte le specie di mammiferi, e di conseguenza sono considerati il loro ordine più grande, seguito dai chirotteri, che arrivano al 20%. Le specie di roditori hanno colonizzato qualunque tipo di habitat e ogni luogo sulla Terra (tranne l’Antartide), arrivando ovviamente in contatto con l’uomo, con cui hanno avuto nel corso della storia rapporti di “odio e amore” di catulliana memoria: alcuni roditori per esempio sono stati la principale causa dei vari cicli di peste che hanno colpito l’Europa e l’Asia, mentre oggi sono usati come principali organismi modello per la sperimentazione animale nella ricerca scientifica.
LA SUDDIVISIONE DEI RODITORI
A causa del gran numero di specie, i roditori sono stati suddivisi in cinque sottordini, a loro volta divisi in un discreto numero di famiglie.
1) I MIOMORFI
Il sottordine che comprende il maggior numero di specie e quello dei Miomorfi (letteralmente “a forma di topo”), che annovera topi, ratti e criceti. I topi, come il topolino delle case (Mus musculus), e i ratti, come il ratto nero (Rattus rattus), sono cosmopoliti, ma, nonostante siano spesso confusi fra loro, essi appartengono a due generi diversi, come evidenziato dal nome scientifico. I topi sono generalmente più piccoli e hanno una forma rotondeggiante rispetto ai ratti che sono più oblunghi: i ratti inoltre sono provetti nuotatori e cacciano anche pesci e insetti.
Queste specie sono state addomesticate dall’uomo, al pari del criceto dorato (Mesocricetus auratus) comune nelle case di tutto il mondo, ma originario del Medio Oriente. Miomorfi più inusuali per l’uomo sono il gerbillo della Mongolia (Meriones unguiculatus), il cui pelo gli permette di mimetizzarsi nell’ambiente arido in cui vive, il lemming della Siberia (Lemmus sibiricus), che si nasconde nella neve dai predatori, e il gerboa del deserto (Jaculus jaculus), le cui grandi zampe posteriori permettono a questo animale di spostarsi saltando.
I Miomorfi: a sinistra un ratto nero (Rattus rattus) nel tentativo di sottrarre il frumento di cui è molto ghiotto, al centro un criceto dorato (Mesocricetus auratus) intento a sgranocchiare una pannocchia, a destra un gerboa del deserto (Jaculus jaculus) dalle bizzarre zampe posteriori.
2) GLI SCIUROMORFI
Il sottordine degli Sciuromorfi, ovvero “a forma di scoiattolo”, comprende specie che, come suggerisce il nome, assomigliano agli scoiattoli. Nonostante questa denominazione, alcune specie sono facilmente distinguibili dagli scoiattoli, come il ghiro (Glis glis), famoso per cadere in un lungo e profondo letargo durante il periodo invernale, la marmotta delle Alpi (Marmota marmota), comune fra le montagne italiane, e il cane della prateria dalla coda nera (Cynomys ludovicianus), il cui nome fa riferimento al verso che compie durante le lotte con i suoi simili, che lo fa apparire come un animale che abbaia.
Queste ultime due specie si distinguono dagli scoiattoli per le maggiori dimensioni e per una coda lunga che tuttavia non viene quasi mai sollevata. Il prototipo degli sciuromorfi sono quindi due specie nordamericane, ovvero il tamia striato (Tamias striatus) e lo scoiattolo grigio orientale (Sciurus carolinensis), il quale, introdotto in Europa dopo la scoperta delle Americhe, è risultato essere concorrente della specie endemica, lo scoiattolo rosso europeo (Sciurus vulgaris), di dimensioni più piccole. Queste specie si arrampicano facilmente sugli alberi, riuscendo a mimetizzarsi discretamente grazie al pelo color marrone-rosso.
Una particolare specie di sciuromorfo è il petaurista rosso (Petaurista pataurista), il quale ha sviluppato una speciale membrana che gli permette di coprire in volo anche qualche centinaia di metri: per questo motivo è chiamato anche scoiattolo volante.
Gli Sciuromorfi: a sinistra una coppia di marmotte delle Alpi (Marmota marmota), al centro uno scoiattolo rosso europeo (Sciurus vulgaris), a destra un petaurista rosso (Petaurista petaurista) in volo.
3) GLI ISTRIFORMI
Il sottordine degli Istricomorfi, come suggerisce il nome, ha come animale di riferimento l’istrice (Hystrix cristata), chiamato anche porcospino, caratterizzato dalla presenza di lunghi e appuntiti aculei di colore bianco-nero. Essi vengono usati dall’animale come arma di difesa dai predatori, in presenza dei quali è in grado di sollevare gli aculei, assumendo una posa minacciosa: questo tipo di difesa è stato sviluppato anche dalle varie specie di ricci, appartenenti all’ordine degli Erinaceomorfi. Nonostante l’istrice sia un roditore relativamente grande rispetto agli sciuromorfi e miomorfi che abbiamo analizzato precedentemente, il roditore dalle dimensioni maggiori è un altro istricomorfo: il capibara (Hydrochoerus hydrochaeris).
Questo animale vive intorno al bacino del Rio delle Amazzoni, in Sud America, ed è per questo motivo un provetto nuotatore e tuffatore: le sue piccole orecchie e narici possono chiudersi facilmente durante le immersioni, mentre il suo pelo impermeabile lo facilita nei movimenti. L’ambiente acquoso protegge il capibara dai grandi carnivori di terraferma, tuttavia risulta una facile preda per grandi rettili, come caimani e anaconde, che abitano i fiumi brasiliani.
Altre tre specie di questo sottordine che vivono in Sud America sono il marà (Dolichotis patagonum), che abita la pampa argentina, il cincillà (Chinchilla lanigera), famoso per il suo pelo soffice e progenitore delle sottospecie addomesticate dall’uomo proprio per la tosatura di quella che può essere chiamata una lana, al pari della nutria (Myocastor coypus), importata in Europa per la sua pelliccia marrone.
Una specie curiosa è l’eterocefalo glabro (Heterocephalus glaber) che, come suggerisce il nome, è completamente privo di peli, oltre a presentare una scarsa vista, dovuta alla sua vita sotterranea: questo animale scava infatti profondi cunicoli, nei quali vive in gruppi, con un comportamento sociale di tipo gerarchico, simile a quello di api e formiche.
L’eterocefalo è inoltre noto per vivere relativamente a lungo (fino a 30 anni) per un animale della sua taglia: il suo “segreto” si pensa sia legato al suo particolare genoma che sembrerebbe possedere geni in grado di ritardare l’invecchiamento. Per questi motivi, studi successivi suggeriscono come questa specie possa contenere la chiave per una futura cura per il cancro, per la possibilità di rallentarne la crescita.
Gli Istricomorfi: a sinistra gli aculei dell’istrice (Hystrix cristata), al centro la pelliccia impermeabile del capibara (Hydrochoerus hydrochaeris), e a destra la mancanza di peli dell’eterocefalo glabro (Heterocephalus glaber).
4) I CASTORIFORMI
Anche il nome del sottordine dei Castorimorfi, suggerisce facilmente l’animale di riferimento: ne esistono due specie, ovvero il castoro europeo (Castor fiber) e il castoro americano (Castor canadensis).
Questi animali sono famosi per i vistosi incisivi con cui sono in grado di spezzare il legno, modellandolo per la costruzione del proprio nido all’interno dei letti dei fiumi, formando una o più dighe, insieme a pietre e fango. Il castoro è facilitato nel nuoto dalle zampe palmate, dalla coda appiattita e squamosa, a forma di pagaia, e dalla pelliccia resa impermeabile da una ghiandola che secerne un liquido lubrificante.
A sinistra un castoro americano (Castor canadensis) in cui risultano evidenti le zampe palmate e la coda squamosa, al centro suo “cugino” europeo (Castor fiber) intento a trasportare rami per costruire una diga, e a destra lepre saltatrice del capo (Pedetes capensis).
5) GLI ANOMALUROMORFI
L’ultimo sottordine dei roditori è quello degli Anomaluromorfi, i quali comprendono specie relativamente antiche, che vivono nell’Africa Subsahariana:
Un esempio è la lepre saltatrice del capo (Pedetes capensis).
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La foto non è un po’ fuorviante? Ci sono diversi coniglietti… ^_^