ORIGINE E INFORMAZIONI STORICHE SUL CONIGLIO
Il coniglio è da sempre stato uno degli animali da reddito maggiormente impiegato per l’allevamento: ciò accedeva ed accade non solo per la bontà delle carni di questa razza, ma anche perché la fase riproduttiva dei conigli è molto “accelerata”, con una media di 10 – 11 parti all’anno e cucciolate che possono anche arrivare a 8 conigli per gravidanza. Inoltre, cosa da non sottovalutare soprattutto per le popolazioni più antiche, il coniglio forniva anche una discreta quantità di pellame utile per coprirsi.
IL NOME CONIGLIO
Il nome «coniglio» deriva dal latino cuniculus. Questo simpatico animale è stato chiamato così da Catullo, un famoso poeta dell’antichità, per la sua abilità a scavare tane complicatissime, fatte di cunicoli e grotte. Probabilmente il primo coniglio nacque in Africa alcuni milioni di anni fa: scavando sono stati trovati dei fossili che testimoniano la sua esistenza fin dai tempi dei dinosauri. In seguito questo roditore si è diffuso in tutti i paesi del mondo. È l’unico mammifero (insieme all’opossum) a essersi conservato uguale dalla preistoria a oggi.
L’ORIGINE DEL CONIGLIO
Si presume che l’origine dei conigli sia la Grecia e la Spagna, da dove si sono importati in Italia, Francia e Germania, dove si sono naturalizzati. Nei paesi del Nord come la Svezia non si trovano in natura, amano i climi caldi delle regioni meridionali dell’Asia e dell’Africa, il Golfo persico, la Libia, il Senegali, le isole dell’America centrale dove sono stati importati dall’Europa.
Il coniglio è un animale originario dell’Europa del Sud e dell’Africa Settentrionale, conosciuto già all’epoca dei Fenici che, durante i loro viaggi verso il Vecchio Continente, avevano avuto la possibilità di assaggiare ed apprezzare le carni di questa specie animale. Infatti, proprio la Spagna veniva chiamata con l’appellativo di I-Shepan-Im, ossia la “Terra dei Conigli”, appellativo poi latinizzato in Hispania.
GLI ANTICHI MANGIAVANO IL CONIGLIO
In Spagna, dove questa specie era particolarmente numerosa, sono stati trovati nelle caverne dei graffiti raffiguranti scene di caccia con lepri e conigli. In Turchia gli archeologi hanno trovato una sfinge appoggiata su un basamento costituito da due giganteschi conigli, costruita migliaia di anni fa. Ma fu il popolo fenicio a scoprire le qualità (anche gastronomiche) di questo animale, circa 3 mila anni fa. Successivamente il coniglio fu venduto in tutti i paesi del Mediterraneo e alcuni scrittori antichi lodano la bontà della sua carne.
IL CONIGLIO APPREZZATO DAI FENICI E DAI ROMANI
Animale originario dell’Europa del Sud, il coniglio fu particolarmente apprezzato dai Fenici e dai Romani, tant’è che esistevano alcune ricette, chiamate laurices, con ingrediente fondamentale il coniglio. Ed è proprio nell’ambiente dell’Antica Roma che si vanno formando i primi allevamenti per conigli, anche se si parla più che altro di gabbie realizzate attraverso una semplice recinzione del terreno, le cosiddette leporaria, all’interno delle quali venivano rinchiusi i conigli insieme con lepri ed altri animali selvatici
Fu solo nel periodo dell’Impero Romano che il coniglio cominciò ad essere allevato anche in altri paesi, e questo accadde in modo del tutto o quasi inconsapevole: infatti, durante le loro guerre, i Romani erano soliti portare con sé gabbie con all’interno animali vivi con i quali sfamarsi, ma alcuni conigli scappati da queste, cominciarono a moltiplicarsi in natura adattandosi così a diversi tipi di ambienti, molti dei quali dal clima completamente differente rispetto a quello del Sud Europa.
LA RIPRODUZIONE DEI CONIGLI
Uno degli scrittori, Strabone, racconta che in un’isola fu liberata una coppia di conigli: questi animali si riproducono con tale fretta che gli abitanti dell’isola furono costretti a chiedere l’intervento dell’imperatore Augusto per liberarsi dai conigli che erano diventati un flagello per le coltivazioni. L’imperatore Giulio Cesare racconta invece che le dame ne usavano la carne come cura di bellezza per il corpo. Anche tra gli Indiani d’America il coniglio era considerato un’ottima «cura» per rafforzare il corpo.
IL CONIGLIO NEL MEDIOEVO
Così per secoli, i conigli continuarono il loro libero accoppiamento fino al medioevo, quando i monaci cominciarono un vero e proprio processo di addomesticamento di questo animale, selezionando i migliori esemplari che avessero le giuste caratteristiche di docilità e adattamento, di grandezza (era sicuramente improduttivo allevare animali di taglia troppo ridotta) e di colore del mantello (utile per realizzare pellicce e simili per coprirsi).
Per una domesticazione più completa del coniglio bisognerà attendere, però, il Medioevo, quando papa Gregorio I autorizzò il consumo di coniglio durante la Quaresima, periodo religioso durante il quale per tradizione cristiana è vietato il consumo di carne. A seguito di questa concessione, i monaci cominciarono ad allevare i conigli all’interno dei monasteri utilizzando delle gabbie, al fine di avere una produzione stabile di carne durante il periodo quaresimale (e non solo). A partire dal XII secolo, l’allevamento dei conigli si sviluppa in maniera sempre più specifica, passando dalle gabbie dei monasteri alle garenne, spazi di terreno circondati da un muro o un fossato pieno d’acqua (oppure entrambi) che permettevano ai conigli di razzolare liberamente in un’area protetta ed isolata. A testimonianza dell’importanza che l’allevamento dei conigli assunse nel periodo medioevale, possiamo citare il “diritto alla garenna” uno dei diritti feudali fondamentali dell’epoca.
LA CACCIA NEL ’600
Altre notizie sul coniglio arrivano dal 1600, quando la sua vita cominciava a diventare davvero dura: documenti storici testimoniano che a quell’epoca i nobili francesi si divertivano a dargli la caccia. Anche il re considerava questo «sport» come un hobby fantastico.
L’ALLEVAMENTO DEL CONIGLIO DAL XVI SECOLO
A partire, invece, dal XVI secolo, l’allevamento passò progressivamente dalla garenna alla conigliera in quanto, abolito questo diritto feudale, mutò anche la condizione e la gestione dell’allevamento dei conigli. In un primo momento, infatti, si passò ad inserire dei ricoveri in legno all’interno delle garenne, per permettere ai conigli di avere un riparo sicuro dove poter entrare ed uscire in completa autonomia; in seguito, con l’eliminazione completa del diritto alla garenna, cominciarono ad essere implementate le prime gabbie per conigli, dove gli animali venivano rinchiusi ed alimentati direttamente dall’uomo con ortaggi, fieno e semi di cerali.
Fino a quel momento, però, i conigli erano stati allevati in maniera “generica”, senza un reale attenzione alle varie razze e tipologie esistenti. Infatti, bisognerà attendere il XIX secolo per avere una prima selezione concreta di questi animali e, a testimonianza dell’interesse verso questo animale, sempre nel medesimo periodo in Inghilterra furono realizzate le prime gabbie con fondo grigliato che, appoggiate al terreno, permettevano ai conigli di cibarsi nelle foraggiere naturali.
Con l’avvento del XX secolo, invece, si ebbe la nascita dei primi allevamenti intensivi per gli animali da reddito, dove i conigli venivano posti in gabbie sistemate all’interno di ricoveri (stalle) chiuse ed alimentati quasi esclusivamente con mangimi concentrati.
IL CONIGLIO OGGI: SELVATIVO O DOMESTICO
Per millenni il coniglio è rimasto un animale selvatico: solo negli ultimi tempi è stato addomesticato. Al contrario del domestico, che abita in appartamento, quello selvatico è considerato dagli agricoltori come un pericolo: essendo un mangione, è capace di distruggere in poco tempo un campo coltivato! I conigli selvatici vivono in colonie molto numerose e come abitazione hanno delle tane lunghissime, con moltissime uscite. È difficile vederli perché escono a cacciare solo di notte.
Ad oggi, invece, il coniglio non è più soltanto un animale da allevamento, ma sta affermandosi sempre più come un cucciolo da compagnia, prediletto soprattutto dai bambini. In realtà non è affatto facile tenere un coniglio come pet, vuoi per la sua natura di preda, quindi costantemente pauroso, vuoi per la sua struttura fisica molto delicata, quindi inadatto ai comportamenti un po’ bruschi dei bambini. Ad ogni modo, operando la giusta attenzione, il coniglio si rivela un animale molto affettuoso e giocherellone.
Nell’allevamento intensivo i conigli vengono tenuti all’interno di gabbie metalliche in capannoni industriali condizionati e non hanno la possibilità di muoversi all’aria aperta. Inoltre, vengono alimentati quasi esclusivamente con mangimi pellettati.
I paesi maggiori allevatori di conigli sono la Cina, l’Italia, la Spagna, la Francia, l’Ucraina, la Russia, la Bielorussia e la Germania, anche se il 70% della produzione resta appannaggio specifico dell’Europa. In Italia, invece, le regioni con la maggiore produzione sono Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Lazio e Marche.
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