LE SPECIE MOLTO SIMILI ALL’ASINO: GLI IBRIDI
L’asino è un animale che non proviene da incroci, ma deriva dall’accoppiamento tra un maschio di asino ed una femmina di asino.
Esso appartiene alla famiglia degli Equidi, ma ha minori dimensioni rispetto ad un cavallo.
Veniva utilizzato sia per l’alimentazione umana, carne e latte, è tutt’ora utilizzato, sia come sostituto meno costoso del cavallo, quindi adatto alla campagna e all’agricoltura.
L’asino è un animale molto intelligente e non è raro in campagna trovare persone che lo tengono come animale di compagnia all’aperto.
Vi sono molte razze di asini, sia domestiche che selvatiche.
GLI IBRIDI
L’amore, o sarebbe meglio dire l’accoppiamento, tra individui di specie diverse porta alla formazione di ibridi, che ereditano le caratteristiche delle specie da cui derivano. Le differenze genetiche tra i genitori, però di solito portano gli ibridi a essere sterili, o comunque poco fecondi. L’ibridismo è un fatto ben documentato nelle specie domestiche come l’asino e il cavallo, ma anche tra animali che vivono in cattività.
Tra i più noti ibridi c’è il mulo, asino (Equus asinus) di padre e cavallo (Equus caballus) di madre ideato per la prima volta in Illiria migliaia di anni fa. L’opposto è invece chiamato bardotto ideato in Mesopotamia e partorito da un’asina accoppiatasi con uno stallone.
Un asino maschio può incrociarsi con una giumenta per generare un mulo e un cavallo maschio può incrociarsi con un’asina per generare un bardotto.
IL MULO
Il mulo è il frutto dell’incrocio tra un maschio di asino e una femmina di cavallo; ne deriva un ibrido delle dimensioni di un cavallo e molto forte I muli sono straordinariamente docili, forti e resistenti, per cui si considerano animali particolarmente validi per portare carichi pesanti per lunghe distanze, lungo terreni montagnosi e desertici.
Tuttavia questi animali risultano sterili, in quanto possiedono un corredo cromosomico dispari (63 cromosomi), dovuto alla differenza cromosomica tra asino e cavalla (rispettivamente 31 e 32 coppie di cromosomi).
Il mulo presenta caratteristiche comuni sia dell’’asino che del cavallo, nonostante ricordi di più quest’ultimo.
Con delle dimensioni maggiori dell’asino, da cui ha ereditato la grande testa e le zampe massicce, si presenta con un collo corto, una statura robusta e un ottimo adattamento ai vari tipi di ambiente, anche quelli più sfavorevoli.
Da un pelo corto e molto ruvido, il suo mantello varia di colore a seconda dei genitori che vengono accoppiati (o meglio le razze) variando da un grigio chiaro al nero.
Se dalla madre il mulo ha ereditato la statura e la criniera, dal padre ha invece preso le lunghe orecchie e la testa grossa.
Animale assai utile all’uomo fin dall’antichità, viene usato per trainare merci, arare i campi e molto altro ancora.
Il mulo è l’animale simbolo degli Alpini che lo caricavano di pezzi d’artiglieria, feriti e pesantissimo equipaggiamento, guidandolo per le impervie montagne senza che il mulo si lamentasse mai.
Molte sono le poesie e le canzoni dedicate dai soldati a questo fedele quanto indispensabile animale.
IL BARDOTTO
Il bardotto è un ibrido, generalmente infecondo che nasce dall’accoppiamento di un cavallo stallone con una femmina di asino domestico. Le femmine possono essere occasionalmente fertili.
Esso ha, come il cavallo, le orecchie corte e dritte, la groppa stretta, la criniera e la coda folte; ma come l’asino, cui somiglia per sagome e dimensioni, ha gli zoccoli alti e stretti. Ha l’indole, la voce, i difetti e la sobrietà del mulo, ma è meno robusto e resistente al lavoro. Il bardotto sostituisce il mulo in Spagna, in Portogallo e nell’Italia Meridionale, specialmente in Sicilia, dove esso è diffuso come animale da trasporto e lavoro.
Aveva un tempo maggior importanza economica, al giorno d’oggi i bardotti sono allevati raramente e quasi esclusivamente per la qualità della carne. Una zona tipica di produzione è la Sicilia.
Rispetto al mulo (che è l’incrocio contrario, cioè tra l’asino stallone e la cavalla) il bardotto presenta una maggiore somiglianza con il cavallo e ha una criniera più folta. Ha le orecchie piccole e come il cavallo nitrisce, a differenza del mulo che raglia. Per ragioni di accoppiamento, il bardotto è il tipo di incrocio più difficile da ottenere.
Tutti questi ibridi sono sterili, poiché le specie del genere Equus hanno un diverso numero di cromosomi. Così i cavalli che hanno 64 cromosomi e gli asini, che ne hanno 62, generano figli che possiedono 63 cromosomi.
LA DIFFERENZA TRA MULI E BARDOTTI
Una specie è composta da individui in grado di accoppiarsi tra di loro e di riprodursi dando prole fertile. L’accoppiamento di asina con cavallo (bardotto) o di cavalla con asino (mulo) è quindi interspecifico, con l’aggravante che l’ibrido, che è il prodotto degli incroci, è di tipo leggermente diverso, a seconda che la madre sia una asina o una cavalla.
Muli e bardotti contravvengono quindi per due volte alle leggi della genetica classica, perché frutto di un accoppiamento tra specie diverse, anche se molto affini, ma soprattutto perchè l’ereditarietà non è trasferita in maniera uguale per via maschile o femminile.
I genetisti hanno spiegato le differenze tra muli e bardotti e altri casi simili, formulando l’ipotesi detta “dell’imprinting genomico”.
Questo fenomeno si può definire a grandi linee come una diversa regolazione dei geni nella maturazione dell’ovocita o dello spermatozoo. Si ha come risultato che il gene si esprime in maniera maggiore o minore a seconda del sesso del genitore da cui il gamete matura.
La differenza non riguarda il genotipo, cioè la quantità e qualità dei geni ereditati, ma la loro espressione, cioè il fenotipo.
I genetisti non sono sicuri di come avvenga l’imprinting genomico, anche se la teoria più accettata ipotizza una metilazione della molecola del DNA, con conseguente attivazione o disattivazione di certi geni.
GLI IBRIDI DI ZEBRA
Anche se meno comuni, qualcuno è riuscito ad incrociare degli asini domestici e varie specie di zebra. Gli zebrasini sono molto simili agli asini, ma come le zebre, il mantello presenta strisce bianche e nere, soprattutto sugli arti.
Esistono anche altri tipi di ibridi tra una zebra e un’altra specie di equino:
- Uno zebrinny è figlio di un cavallo maschio e una zebra femmina.
- Un zebrula è figlia di una zebra maschio e una cavalla.
- Una zedonk è il frutto di una zebra femmina e un asino maschio.
Gli zebroidi sono assai più docili e mansueti delle zebre, anche se sono piuttosto scontrosi: in ogni caso, la conformazione delle spalle è tale che possono essere montati, anche se con difficoltà, mentre la zebra ha spalle troppo strette per essere montata.
Sono inoltre assai forti, anche se meno resistenti fisicamente agli sforzi sulla lunga durata, mentre dalla zebra ereditano la resistenza alle malattie ed ai parassiti degli animali.
L’ibrido di zebra tende ad avere la forma slanciata ed allungata tipica del cavallo, mentre sul manto (solitamente simile a quello del genitore cavallo) appaiono evidenti le striature tipiche del genitore zebra, in particolare esse sono assai evidenti e sicuramente presenti sulle zampe e sul collo dell’animale, mentre più raramente le si trova ben definite su dorso e testa.
Per tale motivo, si tende ad incrociare le zebre con cavalli di un unico colore, poiché esemplari pezzati darebbero origine a prole altrettanto pezzata, con pezzature striate ed altre prive di strisce.
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