LA STERILITA’ DEL MULO
Il mulo è l’ibrido che si ottiene dall’accoppiamento dell’asino con la cavalla, mentre dall’accoppiamento inverso tra cavallo stallone e asina deriva il bardotto, che tende invece ad ereditare i difetti di entrambe le specie. I muli e i bardotti sono sterili pur avendo gli organi sessuali normalmente sviluppati e manifestando l’istinto ad accoppiarsi.
COME OTTENERE UN BUON MULO
Molti pensano che per ottenere un buon mulo basti incrociare una qualsiasi cavalla con un asino e che vengano impiegate le cavalle fattrici meno belle o addirittura tarate, che sarebbero inadatte per la produzione di cavalli.
Ovviamente come in quella di ogni altro animale, nella produzione del mulo entrano in gioco le stesse leggi biologiche e di ereditarietà, per cui la scelta dei riproduttori richiede la massima attenzione. L’asino stallone e la cavalla fattrice devono avere determinati requisiti di statura, di peso, di struttura scheletrica, di conformazione e di carattere.
I criteri di scelta varieranno a seconda del tipo di mulo che si desidera ottenere. Esempi di tipologie di muli italiani sono gli imponenti pugliesi, derivati da incroci tra asini di Martina Franca e cavalle Murgesi; i più piccoli ed agili toscani, derivati dall’incrocio di asini Amiatini e cavalle Tolfetane; molto usate sono inoltre fattrici di Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido che, incrociate con asini locali, generano muli dalla struttura potente e robusta molto adatta alla soma.
LA FECONDITA’ NEL MULO E NEL BARDOTTO
I muli e bardotti maschi sono considerati da quasi tutti gli studiosi sempre sterili; le femmine possono essere occasionalmente fertili. Non sono rari i casi di mule che hanno concepito e partorito soggetti vivi e vitali.
Il numero dei cromosomi (2n) è pari a 64 nell’Equus caballus e 62 nell’Equus asinus. Nella mula, è probabile che, durante le fasi evolutive dell’ovulo, con l’espulsione dei globuli polari, possa restare nell’ovulo stesso un corredo cromosomico di tipo “cavallo”: se la fecondazione è dovuta a nemaspermi di cavallo, nascerà un puledro cavallino; se invece i nemaspermi sono di asino, nascerà un puledro mulo.
LA STERILITA’ NEL MULO
Il mulo è un animale molto particolare e interessante. E’ importante ricordare che è il risultato dell’incrocio tra un maschio di asino e una femmina di cavallo. Proprio perché sono due animali diversi, il mulo che nascerà sarà sterile e, per averne un altro, occorrerà ripetere la monta incrociata.
I muli sono degli ibridi sterili, il che significa che non possono riprodursi, ma, che la specie può essere perpetrata solo attraverso il ricorso all’accoppiamento tra gli asini e i cavalli. La sterilità è causata dal corredo cromosomico dispari, in quanto formato solo da 63 coppie che, in fase di riproduzione, non consentono l’accoppiamento normale dei cromosomi e quindi la formazione di gameti funzionali alla procreazione. Questa somma cromosomica “dispari” lo rende dunque sterile.
Quest’anomalia è dovuta al fatto che il mulo è frutto dell’incrocio tra l’asino, portatore di 31 coppie di cromosomi e la cavalla che, invece, ha nel corredo genetico 32 coppie e due tris. Questo numero dispari di cromosomi rende estremamente rara la riproduzione di un mulo. Resoconti su muli che avevano partorito si trovano in documenti antichissimi dell’antica Grecia o del periodo Romano. A partire dal 1527 ci sarebbero stati solamente circa 60 casi di parto da una mula, e di questi solo pochissimi sono stati scientificamente provati. Esistono rari casi di femmine del mulo fertili se fatte accoppiare con cavalli o asini. I maschi, invece, sono irrimediabilmente sterili.
In fondo, è il risultato dell’unione di due specie diverse ed è chiamato “ibrido”. Questa è la ragione principale dell’incapacità del mulo di riprodursi. Il problema sta nell’accoppiamento dei cromosomi, che è “difettoso”.
L’ACCOPPIAMENTO TRA CAVALLA E ASINO
L’accoppiamento tra la cavalla e l’asino ha una percentuale di successo molto bassa, tra il 30 e il 50%, ed è per questo che spesso si ricorre all’inseminazione artificiale. La gravidanza di una cavalla ingravidata da un asino è di circa due settimane più lunga rispetto a quella normale e dura all’incirca dodici mesi.
La cavalla va lasciata a riposo nelle ultime settimane di gravidanza per evitare complicazioni anche gravi. Il parto è solitamente molto semplice e la cavalla dà alla luce un solo puledro. I parti gemellari sono molto rari.
Il puledro del mulo è molto simile a quello del cavallo ad eccezione del fatto che è più robusto e meno delicato dal punto di vista della salute. L’allattamento dura circa otto mesi. Subito dopo il parto, la madre va tenuta a riposo e può riprendere le sue normali attività solo dopo un mese di convalescenza. La femmina ripresenta l’estro già una settimana dopo il parto e può essere fecondata nuovamente. I maschi del mulo vengono castrati dopo un anno e mezzo, mentre l’addestramento comincia intorno ai diciotto mesi. Le tecniche di allevamento sono simili a quelle utilizzate per il cavallo e per l’asino.
SE I MULI POTESSERO PROCREARE
A questa incompatibilità si aggiunge anche il fatto che i geni non sono distribuiti nello stesso modo in entrambe le specie. Ciò significa che non è possibile determinare aspetti fondamentali come la misura delle orecchie, il colore della pelliccia o la lunghezza della coda.
Se i muli potessero procreare, tra loro o con altre specie, il risultato sarebbero esemplari difettosi, malati e senza possibilità di sopravvivenza. Per il momento, questi problemi non sono stati superati e i muli continuano a vivere senza la possibilità di generare una progenie pura.
Dovete sapere che solo i maschi sono completamente sterili, a causa di una malformazione della ghiandola seminale. La femmina, in alcune occasioni, può produrre ovuli fertili che possono essere fecondati da un cavallo o un asino. Il risultato sarà o un puledro o un asinello.
PERCHE’ AVVIENE L’ACCOPPIAMENTO TRA CAVALLO E ASINO
Il cavallo e l’asino, pur essendo due creature di specie diverse non sono in grado di dare alla luce una prole riproducibile geneticamente, perché dovrebbero fecondarsi e/o generare prole viva?
La risposta è perchè cavallo e asino, pur essendo specie diverse, sono strettamente imparentate, in quanto il loro antenato comune è vissuto in tempi abbastanza recenti. Per tanto da quando si sono originate le due specie partendo da una specie unica, è trascorso abbastanza tempo da accumulare alcune differenze tali da rendere in parte incompatibili i DNA, quindi in caso di incrocio la prole che ne deriva risulta sterile, ossia non in grado di riprodursi in caso di accoppiamento con altri ibridi o con un membro delle 2 specie progenitrici.
Ma non si sono accumulate abbastanza differenze da rendere impossibile la fecondazione e la nascita di prole ibrida, pertanto incrociando asini e cavalli la fecondazione avviene e lo zigote completa il suo sviluppo fino a portare alla nascita del mulo, il quale però una volta adulto non può riprodursi, probabilmente per via di impedimenti strutturali a livello riproduttivo (spermatozoi non vitali, o altra malformazione derivata appunto dalla incompatibilità genetica dei genitori).
LA STERILITA’ NEGLI IBRIDI
La sterilità degli ibridi è uno dei passaggi fondamentali nel processo di speciazione, infatti essendo sterili gli ibridi non possono portare avanti una popolazione di individui intermedia tra quella delle due specie, ne consegue che quelle due specie non avranno più modo di scambiarsi materiale genetico, ed evolveranno una separatamente dall’altra.
Per questo con il passare del tempo le due specie saranno sempre più diverse e sempre più incompatibili, fintanto che un giorno da un loro eventuale incrocio sarà del tutto impossibile anche la fecondazione, e quindi non potranno più generare prole viva.
Ma si parla di scale temporali di migliaia di anni, in questo caso asini e cavalli sono ancora in grado di dare vita a prole vitale seppur sterile, forse un giorno, tra qualche migliaio di anni, ciò non sarà più possibile.
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