LE POPOLAZIONI DI BOVINI RUSTICO PODOLICHE
Dalle popolazioni bovine rustico -podoliche hanno avuto origine, tra quelle giunte dall’Adriatico, la Marchigiana indicata a volte come antenata della Chianina, la Chianina, gli ecotipi Calvana e Perugina, la Podolica e i suoi vari ecotipi, rari od estinti l’Istriana, la Veneta, l’Abruzzese e la Molisana, più diffusi la Pugliese, la Lucana e la Calabrese, tra quelle giunte dall’Africa, dalla Tunisia, la Modicana, la Cinisara e la Sarda, dal Marocco la Maremmana e la Garfagnina.
LA MODICANA
La Modicana non si presenta, però come una classica Rustico-Podolica, ha infatti il mantello di colore rosso vinaccia, come la Cinisara ha il mantello nero, queste razze siciliane possono essersi originate allora dall’Uro Africano o Mauritano, questi misteri possono essere svelati solo da un’accurata ricerca genetica.
È evidente che queste antiche popolazioni o razze provenienti dall’Africa non appartengono al ceppo Podolico, perché è inverosimile, che partendo dal Medio Oriente, per raggiungere l’Italia attraverso l’Africa, si possa passare per le steppe ucraine. È anche vero, però che la distanza genetica, l’unica di cui sono al corrente oltre alla Romagnola, tra Maremmana e Podolica è minima, hanno un antenato in comune il Nomadicus, come la caratteristica rusticità e frugalità, e il mantello fromentino del vitello, caratteristica anche dell’Aurochs ricostituito, che tende poi ad imbianchirsi fino a diventare bianco, grigio o del tutto nero, secondo i casi. È più appropriato, quindi, per intenderle tutte, definirle Rustico-Podoliche.
Tra queste, ricordiamo infine i due ecotipi della Modicana, la Mezzalina e la Montanina in Sicilia, la Sarda e la Modicano-Sarda in Sardegna, quasi ridotte all’estinzione, pericolo che corrono anche altre bovine tipiche dell’Italia. Vittime prima della motorizzazione, ora della globalizzazione, sono in contrazione, molte ridotte a stato di reliquia, resistono in quelle zone marginali, che solo loro riescono a valorizzare.
LE ORIGINI DELLE POPOLAZIONI BOVINE IN PIEMONTE
Dopo l’arrivo degli antichi Aurochsen, Bos p.Primigenius, presenti in Italia da epoche remote, l’invasione, trentamila anni fa di Zebù provenienti dall’India, che incrociandosi coll’antico Uro Europeo diedero origine alle popolazioni bovine del Piemonte, poi la comparsa della Valdostana Bianca e Nera o Castana, Brachicera, che con la cugina svizzera Herens, rappresentano il ceppo che popolava un tempo, prima delle invasioni barbariche, tutto l’arco alpino.
Quindi la venuta, settemila anni fa, di popolazioni bovine e sicuramente semi-addomesticate, le Rustico-Podoliche, che occuperanno tutta l’Italia Peninsulare, difatti non abbiamo sugli Appennini bestiami autoctoni di tipo Brachicerus o Frontosus, eccetto la Reggiana. Le altre che troviamo sulle Alpi, originate tutte dal Frontosus, alcune ridotte a poche centinaia, sono state portate dai barbari, nei tempi più recenti dai mercanti di bestiame, orientati in maggioranza verso bestiami di tipo Brachicero, perché migliore la resa in latte. L’ingresso di queste popolazioni bovine brade, o già semi-addomesticate, originatesi dal Nomadicus, che non è mai stato presente in Italia, contrariamente al Primigenius, presente in Italia fino all’epoca classica, dovettero già da all’ora stabilire le aree di influenza delle moderne razze Rustiche.
I PRIMI BOVIDI ADDOMESTICATI DALL’UOMO
Torniamo un attimo indietro, per meglio focalizzare, i primi passi d’avvicinamento di questi antichi animali all’uomo, i primi bovidi ad essere addomesticati furono quelli a corna lunghe, Bos Taurus Macrocerus.
Un’ipotesi accreditata c’informa poi, che in Asia occidentale esistevano bestiami con corna corte, Bos Taurus Brachicerus, l’evoluzione del neolitico Uro Primigenio. Questi iniziarono cinquemila anni fa, partendo dall’Asia Minore e dal sud-est dell’Europa ad invadere tutta l’Europa e l’Africa, qualvolta vivendo insieme, qualvolta mischiandosi con esso, a volte rimpiazzando il primo tipo, il Bos p.Primigenius. Forse aiutato da un uomo primitivo, perché animali più piccoli e mansueti, quindi più adatti all’addomesticamento.
Da un incrocio di questi, Brachicerus x Primigenius, prenderà forma, nell’ età del bronzo il Bos Taurus Frontosus, con esso si svilupperanno un gran numero di popolazioni bovine dell’Europa continentale, che saranno le progenitrici delle moderne razze alpine italiane.
LE ORIGINI DELLE RAZZE
Vediamole: la Burlina delle Prealpi venete è giunta dal Mar del Nord con le migrazioni dei Cimbri, anche le Pezzate Rosse, Friulana, Valdostana, d’Oropa, provengono dal Mar del Nord portate però dai Burgundi.
Di color fromentino la Pontremolese in Toscana, la Reggiana in Emilia, la Varzese o Montana così denominata in Lombardia, Cabellotta in Liguria, Ottonese in Emilia e Tortonese in Piemonte, ridotte in stato di “razze reliquia”, provengono sempre dal Mar del Nord, portate in Italia da barbari, forse Longobardi.
Alcune sopravvivono solo negli appositi centri messi a disposizione dagli enti preposti per il mantenimento della biodiversità, enti che un tempo, anni sessanta imponevano l’incrocio industriale o di sostituzione. Tante razze si sono salvate o non si sono drasticamente ridotte, perché gli allevatori di propria iniziativa disattendevano le disposizioni ministeriali, esempi eclatanti sono la Rendena, la Cabannina, la Garfagnina, la Grigia ed altre.
In seguito abbiamo nel Trentino la Grigia Alpina, comune anche aldilà delle Alpi, la Grigia Val d’Adige, quasi simile alla prima e la Rendena una derivazione della Bruna.
La Cabannina in Liguria, di taglia ridotta, il più piccolo toro italiano, gli è molto simile, ma non sono ben chiare le origini. Mai queste bovine si sono incrociate con i bestiami Rustico-Podolici, eccetto la Bianca Valpadana o Modenese, incrocio di soggetti fromentini, Reggiana, Frontosus, ceppo iberico, con soggetti Podolici dell’Appennino Emiliano-Romagnolo.
Il ceppo iberico è forse usato per indicare una linea di vacche rosse, come le linee Limousine o le Rosse del Baltico o per indicare bovine europee incrociate con l’Uro africano o mauritano, Bos Hopisthonomus, ma sono solo ipotesi.
Qui bisogna specificare che la Romagnola, arrivata in Italia con i barbari d’Aginulfo, morfologicamente è la classica Podolica, il vitello alla nascita è di colore fromentino, gli adulti bianco-grigi, è una bovina rustica, ma all’esame del DNA ha dimostrato di essere geneticamente più vicina ai bestiami di tipo Frontosus del Nord Europa che ai Rustico-Podolici italiani.
Lo stesso, si può affermare della Piemontese, rustica, frugale, mantello grigio, vitello fromentino, sembrerebbe una Rustico-Podolica, ma, come abbiamo già visto, è invece un incrocio tra Uro europeo e Zebù, quindi si è dimostrata geneticamente vicina al Brachicerus e al Frontosus. Siamo di fronte, dunque, ad una vera razza autoctona italiana, vale a dire generata dal Bos p.Primigenius, l’altra autoctona è la Valdostana Bianca e Nera o Castana, ma non è direttamente imparentata con l’Aurochs, bensì con un suo discendente il Bos Taurus Brachicerus.
Incrocio industriale tra Brachicero x Rustico-Podolico sono la Mucca Pisana, l’Agerolese dei tempi pre-unitari e recentemente la Bruna Pugliese, immissione di Bruna, Jersey o Frisona su soggetti Rustico-Podolici.
CONCLUSIONI
Per concludere, anche se i bestiami Rustico-Podolici farebbero pensare ai bestiami primigeni degli antichi Uro europei, Aurochsen, Bos p.Primigenius, i primi ad essersene differenziati e quindi evolutivamente più vicini, siamo adesso sicuri che le nostre Rustico-Podoliche sono bestiami generati dal Nomadicus e non dal Primigenius, tra di loro c’è solo un antenato in comune il Bos Planifrons. Se si vorrà ricostituire il Primigenius, come è stato fatto, bisogna ricorrere a quelle popolazioni che hanno avuto origine dal Brachicerus e dal Frontosus, suoi discendenti.
Le Rustico-Podoliche, anche se la loro selvaticità, frugalità, la recalcitranza alla stabulazione fissa e il mantello fromentino del vitello, farebbero supporre il contrario, non hanno nulla a che vedere con il Bos Primigenius Primigenius, ma discendono dal Bos Primigenius Nomadicus.
A menochè, non ci siano stati incroci occasionali e vi sia traccia nei bestiami Rustico-Podolici moderni dell’antico Uro europeo, come l’altezza del Chianino, il toro di maggior mole ed altezza del mondo, l’aspetto del Maremmano, la frugalità della Podolica e le sembianze nell’ecotipo Istriano. Questi segreti possono esserci svelati, ripeto, solo da un’accurata ricerca genetica.
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