LE CARATTERISTICHE ZOOTECNICHE DEI BOVINI
I bovini comprendono forme pesanti e di grande statura, con gambe corte. Le corna sono cilindriche o compresse, curvate in fuori, con punta tondeggiante. Muso largo, interamente nudo, con labbro superiore integro e non inciso come negli ovini. Il collo è corto e possiede, lungo il suo margine inferiore, una giogaia penzolante. La coda è lunga e termina con un fiocco di crini. Non hanno ghiandole lacrimali, né ghiandole delle unghie. Le femmine posseggono quattro capezzoli; partoriscono ordinariamente un solo piccolo.
LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA E L’HABITAT
La distribuzione geografica dei Bovini è quella della famiglia Bovidi; però il maggior numero di specie appartiene all’Asia e più specialmente alla regione indo-malese.
Le specie selvatiche abitano luoghi assai diversi; talune giungono sulle montagne fino a 5 o 6000 m. di altezza sul livello del mare; altre preferiscono invece le regioni basse frequentando paludi e fiumi. Quelle delle regioni tropicali amano anche le più fitte foreste. Nuotano bene ed attraversano con facilità i corsi d’acqua più larghi. I bovini sono sociali e si radunano in branchi più o meno numerosi, guidati da maschi adulti, nella piena maturità delle loro forze. Solo i maschi vecchi hanno l’abitudine di allontanarsi conducendo vita isolata.
Alcune specie formano schiere di parecchie migliaia d’individui, poche sono stazionarie, la maggior parte migrano col cambiare della stagione: quelle che abitano d’estate in montagna scendono durante l’inverno nelle valli, e quelle che abitano regioni nordiche si spostano, quando il cibo comincia a scarseggiare, verso il mezzogiorno.
Fra i loro sensi, primeggiano l’odorato e l’udito; la vista è debole. I bovini sono generalmente mansueti con gli animali che non li minacciano e non li disturbano, ma si mostrano coraggiosi e feroci quando siano irritati. In tal caso affrontano qualunque nemico e, valendosi delle corna, spesso rimangono vittoriosi. Per questo la caccia alle specie selvatiche è tra le più pericolose.
Durante il periodo degli amori, i maschi combattono accanitamente fra loro. Si nutrono di sostanze vegetali e non sono troppo esigenti nella scelta. Tutti i bovini si addomesticano facilmente e molti si sottomettono anche al lavoro.
LE SPECIE DEI BOVINI
I bovini non sono molto ricchi di generi e di specie. Anoa depressicornis dell’isola di Celebes è l’unico rappresentante di questo genere; è grande poco più di un vitello e può considerarsi come tendente, per forma e mole, alle Antilopi. Il genere Buffelus (v. bufalo) conta parecchie specie selvatiche e domestiche, d’Asia e d’Africa. Gli altri generi sono Bibos (v. questa e le voci banteng; gayal) indomalese, Poëphagus delle montagne dell’Asia centrale, Bison (v. bisonte) con due razze americane e due europee, viventi solo in parchi riservati, e Bos estinto allo stato selvatico.
I bovini sono ruminanti grossi, tozzi, robusti, con corna a sezione circolare, appuntite, presenti in entrambi i sessi e più sviluppate nel maschio.
I generi più noti sono Bos con la specie Bos taurus (bue), Bubalus (bufalo) e Bison (bisonte). Nel linguaggio zootecnico, per bovini si intendono soltanto le razze della specie Bos taurus (bove o bue domestico). Nell’India e nell’Africa orientale si trovano, soltanto in domesticità, parecchie razze di Bos indicus.
Si ritiene che l’addomesticamento dei bovini sia avvenuto inizialmente nell’India e nell’Asia centrale, da dove si sarebbe poi diffuso in Africa e in Europa.
LE CARATTERISTICHE ZOOTECNICHE
I Bovini hanno ossa frontali sviluppate tanto da formare da sole quasi tutta la volta cranica e provviste quasi sempre di cavicchi ossei, che formano la base ossea delle corna; queste sorgono dagli angoli estremi ed esterni del cranio, la fronte è più lunga che larga, piatta o concava.
Mancano i denti incisivi superiori e i canini, gli incisivi inferiori sono in numero di otto, i molari sono 12 nella mascella e 12 nella mandibola.
La spina dorsale è formata da 7 vertebre cervicali, 13 dorsali, 6 lombari, 15-18 coccigee. Lo stomaco è formato di quattro sacchi di cui il primo, grandissimo, si chiama rumine, il secondo reticolo o cuffia, il terzo omaso o libro o foglietto o centopelle, il quarto abomaso o caglio o ventricolo.
I piedi hanno due dita rivestite inferiormente da unghioni.
LE FUNZIONI ECONOMICHE DEI BOVINI
Nei bovini si sfruttano tre funzioni economiche: produzione di lavoro, della carne e del latte. Essi forniscono inoltre letame e pelli.
- I bovini con prevalente attitudine al lavoro hanno pelle spessa, grande sviluppo scheletrico, muscolare e articolare, armonico sviluppo degli arti e del tronco, arti ben diretti, con buoni appiombi; collo di media lunghezza, robusto, muscoloso; groppa larga, lunga, non molto obliqua.
- I bovini con prevalente attitudine alla produzione della carne hanno pelle fina, morbida, facilmente staccabile dai tessuti sottostanti; scheletro fine e leggero; enorme sviluppo delle masse muscolari e specialmente di quelle che forniscono carne di prima qualità; arti brevi, testa piccola, collo corto; groppa ampia, lunga e larga; petto ampio e muscoloso.
- Nei bovini con prevalente attitudine alla produzione del latte, la pelle è fine e untuosa, l’ossatura leggera.
- Nei bovini a duplice o triplice attitudine si hanno tipi morfologici che derivano dalla fusione di quelli descritti.
Le principali razze per la produzione della carne sono: Aberdeen Angus, Beefmaster, charolaise, chianina, Devon, Hereford, Limousine, marchigiana, maremmana, piemontese, podolica, romagnola, Shorthorn da carne.
Le principali razze per la produzione del latte: Ayrshire, bianca nera, bruna alpina, frisona, Jersey, Guernesey.
Altre razze hanno duplice attitudine (per es. Normanna, pezzata rossa, Simmenthal).
L’ALLEVAMENTO
L’allevamento dei bovini si effettua con tre modalità.
- Allevamento brado. I bovini vivono all’aperto, in mandrie più o meno numerose, in stato di completa libertà, procurandosi direttamente l’alimento nei pascoli.
- Allevamento semibrado. Ai bovini sono forniti ricoveri e supplementi di foraggi se il pascolo è scarso.
- Allevamento stallino. È tipico delle regioni ad agricoltura intensiva e costituisce il sistema più razionale di sfruttamento dei bovini.
L’istinto genetico si manifesta precocemente sia nel toro sia nella vacca (6-10 mesi), ma agli effetti dell’allevamento è opportuno non adibire alla riproduzione i tori prima di 12-18 mesi e le vacche prima di 14-18 mesi. La durata media della gestazione della vacca è di 280 giorni, con scarti che possono essere anche di 30 giorni e oltre.
Il vitellino, dopo qualche ora dalla nascita, poppa il colostro, che è il solo alimento adatto al neonato. L’allattamento può essere fatto col sistema naturale (cioè lasciandolo poppare alla mammella) o col sistema artificiale (cioè mungendo la vacca e somministrando la dose necessaria di latte al vitello mediante un poppatoio). È consigliabile protrarre l’allattamento fino a 4-6 mesi per i maschi destinati a divenire torelli, e fino a 3-4 per le vitelle. I maschi che non sono destinati alla riproduzione vengono castrati all’età di 6-8 mesi.
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