LE ORIGINI DEL BUE DALL’URO
L’uro (Bos primigenius) era un artiodattilo della famiglia dei bovidi, progenitore delle razze bovine domestiche, estinto dal sec. XVII.
LE CARATTERISTICHE SOMATICHE
- Era di mole molto imponente: i maschi erano lunghi sin oltre 3 m e alti 175-185 cm, con un peso di 800-1000 kg; le femmine erano assai più piccole.
- Nonostante la mole, la struttura del corpo era abbastanza snella.
- Il collo era molto muscoloso e gli arti lunghi.
- Le corna, appuntite e massicce, erano di solito dirette prima di lato, poi verso l’alto e in avanti, di colore bianco-avorio, nero sulle punte.
- Il manto era di pelo corto, molto folto in inverno, nero o bruno nei maschi delle regioni europee settentrionali (con una linea chiara dorsale), bruno o grigio-bruno nelle forme dell’Europa meridionale. Le femmine avevano un manto uniforme marrone e brunastro.
- Le diverse sottospecie, che erano diffuse in Asia, Africa settentrionale e Europa, presentavano sensibili differenze di tinte e di manto.
LA DIFFUSIONE DELL’URO
L’uro frequentava ogni ambiente ma prevalentemente habitat forestali e boschivi; le grandi foreste chiuse dell’Europa centrorientale divennero probabilmente solo nei secoli più recenti il rifugio dell’uro che viveva in piccoli gruppi, costituiti da un maschio, diverse femmine e giovani.
Originatosi nel Terziario in Asia, si diffuse ampiamente anche in Europa, dove sopravvisse più a lungo; tuttavia, per il diboscamento e l’intensa caccia, sin dal Medioevo iniziò la sua estinzione, che vide il suo epilogo in Polonia nel 1627, con la morte dell’ultimo esemplare, una femmina. Partendo da razze bovine assai primitive e con caratteri meno discosti da quelli del progenitore, grazie a una complessa serie di incroci e di selezioni “a ritroso”, prima della seconda guerra mondialei fratelli Heck, direttori degli zoo di Berlino e di Monaco, riuscirono a ottenere un bovino dai caratteri più simili a quelli dell’uro.
LA PATERNITÀ DEGLI ATTUALI BOVINI
L’Uro è la denominazione tradizionale della razza selvatica estinta di bovini della specie Bos taurus, di statura notevole, con corna lunghe e pesanti, da cui sono derivate tutte le nostre razze di bovini domestici attuali, in seguito al processo di domesticazione iniziato indipendentemente in Europa e Medio Oriente.
Proprio all’Uro sarebbe attribuita la paternità degli attuali bovini europei.
Questo animale, anticamente diffuso nella maggior parte dell’Europa, viene chiamato in termini scientifici con il nome di ‘Bos primigenius’; questo termine, che, ad oggi, indica in modo preciso l’Uro, sarebbe, con molta probabilità, inesatto poiché i latini, traducendo alla lettera il termine tedesco ‘Auerochse o Urochs’, avrebbero ottenuto il termine ‘bue primitivo’ o ‘proto-bue’ che non corrisponderebbe esattamente al significato originario del termine.
LE SOTTOSPECIE DELL’URO
La specie dell’uro, si divideva in tre sottospecie che, oggi, vengono suddivise a seconda delle regioni che abitavano: l’uro indiano, l’uro del Nord Africa e quello dell’Europa e del medio Oriente che, secondo gli studiosi, sarebbe stata l’ultima sottospecie ad estinguersi.
Proprio questa sottospecie, in oltre, sarebbe stata la prima ad essere addomesticata dall’uomo: a partire dal VI millennio a.C, nelle regioni del Caucaso e della Mesopotamia, l’uro europeo ed orientale, avrebbe subito un lento processo di addomesticamento che, in oltre, sarebbe andato ad incidere fortemente sulla stessa fisiologia di questo animale.
Tuttavia questi dati sono ancora incerti poiché c’è chi, forte di alcuni aspetti genetici riscontrati nei resti di questi animali, sostiene ancora che i primi bovini furono addomesticati indipendentemente in Africa ed in India.
Incerta, poi, è anche la sua estinzione poiché l’unico dato a favore di questa tesi sarebbe il fatto che l’ultima femmina di Uro esistente, sarebbe morta nel 1627 e da quel momento non si sarebbero più avute notizie né avvistamenti di questi animali.
I CAMBIAMENTI SUBITI DALL’URO NEL CORSO DELLA STORIA
Ciò che è certo sono i cambiamenti subiti dall’uro nel corso della sua storia da quando pascolava libero e selvatico a quando iniziò a vivere accanto all’uomo; le stesse dimensioni sono un indice di forte cambiamento: l’antico Uro raggiungeva, in media, i 175 cm di altezza al garrese, mentre gli odierni bovini arrivano soltanto ai 150 cm.
Le differenza continuano a riscontrarsi anche nel resto del corpo dell’Uro: le corna di questo animale avevano una particolare forma a ‘a lira’ ed erano ricurve in avanti; i maschi presentavano invece una colorazione più pallida in corrispondenza della spina dorsale.
Una caratteristica che oggi si incontra solo in alcune particolari razze bovine, poi, è quella del dimorfismo sessuale che, nel caso dell’Uro, si verificava attraverso una differente colorazione del mantello: mentre i maschi erano neri, con una striscia grigia lungo il dorso, le femmine ed i vitellini erano di color rossastro.
Un’altra differenza con gli odierni buoi risiede anche nel carattere di questi animali: i buoi che oggi conosciamo come forti e pazienti bovini, derivano invece da animali famosi per la loro aggressività come gli Uri.
Riuscire ad uccidere uno di questi animali, infatti, era considerata come una dimostrazione di grandissimo coraggio.
LE ORIGINI DEL BUE E DEL TORO ATTUALE
Il bue domestico ebbe origine da quello selvatico chiamato Uro che si estinse definitivamente nel XVII secolo.
Dietro al nome di bue domestico (Bos taurus) si nascondono i bovini che l’uomo utilizza da secoli per il lavoro e per la produzione di latte e carne: il toro e la vacca.
Il bue domestico ebbe origine da quello selvatico chiamato Uro che si estinse definitivamente nel XVII secolo.
Oggi abbiamo diverse razze di questo bovino, l maggior parte ottenute artificialmente dall’uomo per far risaltare una o più delle sue attitudini (latte, carne, lavoro).
Di conseguenza anche le sue dimensioni e le sue caratteristiche sono variabili a seconda della razza che ci troviamo davanti.
In linea generale possiamo dire che era un animale di notevoli dimensioni, con scheletro massiccio, estremità brevi e cassa toracica ampia.
Le ossa frontali sono ben sviluppate per sostenere le corna, che hanno forme e dimensioni a seconda del sesso e nel maschio se era intero o meno.
La muscolatura era robusta per sopportare meglio sforzi intensi e di breve durata.
Come tutti i ruminanti, che vengono chiamati così perchè masticano e inghiottiscono il cibo più volte prima di digerirlo, il suo apparato digerente era formato da 3 prestomaci (reticolo, rumine, omaso) e uno stomaco (abomaso).
LA DEFINIZIONE DI BOVINO
La spiegazione di cosa sia un bue non è affatto difficile e la definizione di ‘bovino’ non si allontana di molto dalla verità, ma ciò che contraddistingue la classica mucca dal nostro bue è un piccolo particolare dovuto all’intervento umano.
Infatti, si definisce ‘bue’ un bovino adulto, maschio, che è stato castrato prima del compimento dei quattro anni di vita, mentre, il bovino non castrato si chiama ‘toro’.
Molti però si chiederanno a cosa servono gli esemplari castrati; potremo rispondere che, molto probabilmente, questi individui sarebbero stati tra i preferiti dai contadini per la loro mitezza e per la notevole prestanza fisica che presentavano a seguito della castrazione.
L’origine di questa usanza è tuttavia antichissima e possiamo sentir parlare di buoi già negli antichi scritti omerici dove il bue viene indicato come un animale sacro ad Apollo.
Quei bovini che alleviamo oggi e che possiamo trovare su tutto il nostro territorio, però, appartengono tutti al cosiddetto ‘ceppo podolico’; ossia derivano dalla regione della Podolia che, un tempo, occupava i territori dell’Europa centro-orientale.
Anche per questa sua origine territoriale, si è portati a credere che l’attuale bue discenda dal famoso Uro: il bovino selvatico, ormai estinto, noto per le sue lunghe corna e per il suo pessimo carattere.
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