IL MONDO SENSORIALE DEL CANE
Il cane, come l’uomo, possiede 5 sensi: olfatto, udito, gusto, tatto e vista.
I recettori in un umano rispetto a un animale sono però sfruttati in maniera completamente diversa. Comprendere quali siano le potenzialità dei sensi nel cane aiuterà quindi anche a capirne meglio i comportamenti e le esigenze.
Il tema degli organi di senso nel cane è un argomento molto dibattuto, vi sono infatti zoologi ed etologi i quali sostengono che il cane possieda più sensi rispetto all’uomo o che comunque li abbia notevolmente più sviluppati. Il Sistema Limbico è una serie di strutture cerebrali che supportano l’emotività, il comportamento, la memoria a lungo termine e il livello di interesse a un determinato stimolo. Nel cane questa parte cerebrale funziona diversamente rispetto a come agisce nell’uomo.
L’UTILIZZO DEI CINQUE SENSI
Un umano cerca di mantenere tutti i cinque sensi attivi stimolandoli simultaneamente.
Il cane invece li utilizza singolarmente potenziandone solo uno a discapito degli altri quattro. Questo tipo di sfruttamento dei recettori è detto “one track mind” (mente a una traccia). Se volessimo creare una classifica dei 5 sensi nel cane in senso decrescente avremo: al primo posto l’olfatto, al secondo posto l’udito, al terzo la vista, al quarto il gusto e per ultimo il tatto. L’olfatto è il senso più sviluppato nel cane. L’intera vita di Fido, dal primo all’ultimo giorno, è stimolata da migliaia di odori che dovrà distinguere e ricordare.
IL TATTO
Il senso del tatto è distribuito su tutto il corpo, il pelo ne è infatti il mezzo veicolante. I baffi sul muso sono sensibilissimi rilevatori termici (se il cibo nella ciotola è caldo sarà sufficiente che l’animale si avvicini per capire che scotta). I tragi (peli delle orecchie) e le ciglia, possiedono una notevole innervazione e un flusso sanguigno abbondante consentendo loro di percepire le vibrazioni del mondo che li circonda.
Quando si accarezza un cane nella zona del muso, si stimola una delle zone più sensibili del suo corpo. Sulla testa del cane sono presenti ciuffi di peli rigidi, detti vibrisse, particolarmente ricchi di recettori nervosi, che forniscono informazioni sugli oggetti annusati e sulla posizione della testa in rapporto a ciò che si trova intorno.
I baffi forniscono informazioni sugli oggetti che il cane sta annusando. I ciuffi posti al di sopra delle ciglia hanno la funzione di far scattare il riflesso protettivo di chiusura delle palpebre. I ciuffi sotto il mento hanno probabilmente lo scopo di evitare lo sfregamento del mento al suolo quando il cane insegue una traccia o sotterra il cibo.
LA VISTA
Il cane possiede una capacità visiva differente da quella umana e che ben testimonia le sue origini di predatore. La migliore capacità di visione notturna del cane, rispetto all’uomo, è dovuta alla presenza nella retina di un elevato numero di recettori (i bastoncelli) in grado di percepire la luce debole. Sempre a questo scopo è presente, dietro la retina, uno strato di cellule detto tappeto lucido, il quale ha il compito di “catturare” e riflettere ulteriormente la luce ed è responsabile della luminosità giallo-verdastra osservabile quando gli occhi del cane vengono illuminati da un fascio di luce diretta. L’ampiezza del campo visivo del cane ha un’estensione maggiore rispetto a quella dell’uomo, con differenze a seconda della razza. La capacità di messa a fuoco degli oggetti sembra scarsa a distanze inferiori ai 25 cm. A tali distanze un predatore si affida maggiormente alle informazioni fornite dal tatto e dall’olfatto, che non a quelle fornite dalla vista. La capacità di percepire il movimento è superiore rispetto a quella umana, come probabile ulteriore adattamento alla necessità di cogliere gli spostamenti della preda. Si ritiene che i cani, al pari dei gatti, siano dicromatici, in grado cioè di percepire due colori (blu e verde) e le loro combinazioni.
L’ampiezza del campo visivo nel cane è circa 240°- 290° (nell’uomo circa 180°). L’area di visione binoculare del cane (60°-116°) è inferiore rispetto a quella umana (140-160°). L’area cieca di non visione varia a seconda della razza da 70° a 120°.
La vista del cane è più sensibile al movimento piuttosto che al dettaglio e, a differenza di quella umana, percepisce una quantità di colori molto ridotta. Dire che il cane veda in bianco e nero è errato, esso percepisce il blu e il giallo e le restanti colorazioni sono viste come sfumature di queste due. In condizioni di scarsa illuminazione gli occhi del cane superano notevolmente per efficienza quelli umani (merito dell’elevato numero di bastoncelli presenti nel bulbo oculare).
Nella visione notturna restano invece imbattibili i felini! Il campo visivo del cane è più ampio del nostro. Cani come il levriero, con il muso lungo, hanno gli occhi più distanti tra loro quindi possiedono una veduta panoramica che può raggiungere i 270 gradi.
L’UDITO
I cani possiedono una capacità percettiva acustica superiore alla nostra. Un rumore che un essere umano percepisce ad una distanza di circa 5 metri, sarà avvertito dal suo cane ad una distanza di circa 20 metri. In ambito domestico e cittadino l’intensità di alcuni suoni può venir percepita dal cane come un frastuono insopportabile.
La soglia uditiva del cane, sulle frequenze alte, giunge sino ai 60.000 hertz, ultrasuoni compresi, rispetto ai 16.000- 20.000 hertz percepiti dall’uomo. La capacità percettiva sulle frequenze basse è simile in entrambe le specie.
L’udito canino è molto più sviluppato di quello umano: percepisce suoni a una distanza quattro volte maggiore e ne distingue diverse gamme compresi gli ultrasuoni (vibrazioni sonore a frequenze altissime).
Il cane sente rumori lontani, impercettibili per l’uomo, ma in modo notevolmente amplificato; questo spiega il perché del terrore che prova a causa dei temporali o dei botti di capodanno
L’OLFATTO
L’olfatto del cane è difficile da immaginare per l’uomo: i cani possiedono infatti la capacità olfattiva maggiore tra tutti gli animali domestici! Chiunque abbia un cane sa perfettamente quanto gli odori costituiscano una delle maggiori attrattive per lui durante le passeggiate. Attraverso l’olfatto il canedialoga con il mondo esterno, prende possesso o identifica il territorio di un altro cane, segue una traccia, percepisce la presenza di una femmina, riconosce la propria casa o la propria cuccia e le persone.
La straordinaria capacità del un cane di percepire la traccia di un animale, sembra legata alla possibilità di rilevare gli acidi grassi contenuti nel sudore. Il cane pare inoltre saper riconoscere le caratteristiche individuali di una persona, dagli odori di singole parti del suo corpo, come mani, gambe, faccia, ascelle. Come conseguenza di questa elevata capacità sensoriale quello che noi, in ambito domestico, consideriamo profumo, come detergenti o deodoranti, potrebbe rappresentare per il cane una vera aggressione alla sua sensibilità olfattiva.
L’abilità olfattiva del cane è da sempre sfruttata dall’uomo, nella caccia, nella ricerca di persone, di sostanze stupefacenti, di esplosivi.
Lo stupefacente olfatto canino possiede 220 recettori specifici (contro i 5 dell’uomo) e ben sette metri quadri di mucosa olfattiva, mentre l’uomo ne possiede in media 50 cm. Anche la memoria olfattiva è incredibilmente sviluppata, quando nell’uomo è limitata a pochi odori particolarmente intensi, nel cane è in grado di identificare con facilità qualsiasi odore vecchio di mesi e riportarlo alla memoria anche dopo diversi anni. Per spiegare questa affermazione basta pensare quando rincontra una persona a lui cara, la quale torna dopo un lungo periodo di assenza, dopo una breve annusata comincerà con le feste. Per merito di questo sviluppatissimo senso è in grado di collaborare con l’uomo in attività di salvataggio e in ambito venatorio, seguendo piste umane o animali, spesso lunghe chilometri, con una precisione ineguagliabile.
IL SENSO DEL GUSTO
Il gusto dei nostri beniamini non è molto sviluppato, possiede un numero di papille gustative nettamente inferiore all’uomo, quindi è in grado soltanto di riconoscere se un cibo è gradevole, cattivo o privo di sapore. Il fatto che ingurgiti con voracità il cibo senza masticare gli preclude in ogni caso di percepirne il retrogusto.
I FEROMONI
Un affascinante sistema di scambio di informazioni utilizzato nel mondo animale è rappresentato dai feromoni. Si tratta di sostanze chimiche con un ruolo determinante nella regolazione dell’attività ormonale, soprattutto sessuale, in grado di evocare una risposta comportamentale, come fuga, aggressione, sottomissione, in chi li percepisce. Nonostante siano spesso paragonati agli odori, rappresentano in realtà qualche cosa di estremamente differente, come dimostrato dal fatto che la loro percezione avviene tramite un organo specifico, chiamato vomero-nasale, e viaggia attraverso vie nervose differenti da quelle olfattive. Nel cane i feromoni sono prodotti da diverse ghiandole localizzate a livello di muso, orecchie, ano, coda, cuscinetti podali, regione interdigitale.
In situazioni di stress numerosi animali sono in grado di liberare feromoni di allarme. Con la marcatura urinaria vengono emesse sostanze odorose e feromoni che danno indicazioni su identità, stato gerarchico e riproduttivo del soggetto.
CONCLUSIONI
Comprendere il comportamento del cane significa “calarsi nei suoi panni”: sapere come il nostro amico percepisce il mondo esterno pone le basi per una migliore convivenza anche in ambito domestico.
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