LE OCHE
L’oca è la denominazione comune di vari uccelli con zampe palmate, collo lungo e ricurvo, robusto becco arancione o giallo, piumaggio di colore bianco.
L’oca è il nome comune, senza valore sistematico, di alcuni Uccelli Anseriformi Anatidi di taglia media, delle zone umide o costiere di tutto il mondo.
Migratrici, le oche volano in stormo con caratteristiche formazioni a V; durante la muta perdono tutte le remiganti. Vigili, gregarie, pongono sentinelle mentre pascolano; si nutrono principalmente di vegetali.
Questi uccelli vivono nelle zone acquitrinose e lungo le coste e vengono allevate per le carni pregiate e il piumaggio.
Le oche sono uccelli che appartengono alla famiglia anatidae, che costituiscono la più importante famiglia di uccelli dell’ordine degli anseriformi, la stessa dei cigni e delle anatre.
Si tratta di uccelli acquatici migratori, con zampe relativamente corte, piedi palmati.
LE OCHE DOMESTICHE
Le razze selezionate a partire da specie di oche selvatiche sono dette oche domestiche e comprendono, fra le altre, l’oca di Tolosa, di grosse dimensioni, l’oca di Emden bianca con gli occhi azzurri, e l’oca di Romagna, anch’essa bianca; allevate sia per la carne, il fegato e le uova, sia per il piumino e le penne.
Le oche domestiche sono diffuse ormai da secoli e discendono da quelle selvatiche ma va precisato che nel mondo esistono diverse specie. Si differenziano principalmente per il colore del piumaggio, che in alcuni esemplari è bianco e in altri invece raggiunge tinte più scure.
LE RAZZE
Se ci riferiamo nello specifico all’oca vera e propria le “razze” sono soltanto due:
- Il genere principale, Anser, ha becco grosso e alto alla base, con robuste lamelle e unghia terminale, ali lunghe e appuntite, coda corta. A questo genere, a distribuzione olartica, appartengono le specie più comuni in Europa, con becco giallo e piumaggio grigio (uguale nei due sessi), tra cui l’oca selvatica, l’oca granaiola e l’oca lombardella maggiore. Quest’ultima ha colore cenerino scuro, larga fascia bianca attorno alla base del becco, ala lunga 40 cm. Nidifica in Islanda e altre regioni subartiche, sverna in Europa fino al Mediterraneo, in Asia fino all’India settentrionale, Cina e Giappone, in America fino al Messico. È di passo regolare in Puglia. L’oca lombardella minore, di dimensioni più piccole, è rara in Italia. L’oca cignoide o oca cigno, diffusa in Siberia, è così chiamata perché simile al cigno, per la lunghezza del collo e per la presenza di un tubercolo alla base del becco.
Il genere Anser comprende l’oca grigia padovana, l’oca bianca, l’oca domestica e l’oca cigno e raggruppa esemplari caratterizzati ad un piumaggio che può andare dal bianco al grigio-bruno. Dal carattere sociale, sono uccelli migratori e in volo adottano una caratteristica formazione a V. Generalmente si nutrono di erba sul terreno, camminano agevolmente grazie alle zampe che sono inserite molto in avanti.
- Al genere Branta appartengono specie olartiche, con becco scuro, piumaggio ventrale chiaro e collo generalmente nero, tra le quali l’oca colombaccio (Branta bernicla) e l’oca faccia bianca (Branta leucopsis).
Il genere Branta comprende l’oca canadese, il colombaccio e altre specie, caratterizzate da un piumaggio più scuro, tra il grigio ed il nero. Comprende sei specie di oche, grandi anatidi dell’emisfero nord, dal carattere sociale; sono uccelli migratori, ad eccezione dell’oca delle Hawaii che resta stanziale alle Hawaii. Le oche del genere Branta sono accomunate da una colorazione grigio-nera, in particolare la testa che è prevalentemente nera, questo le distingue a prima vista dalle altre oche del genere Anser che hanno colorazioni bianche e brune.
- Altri generi rappresentativi sono Chloephaga (diffuso in America Meridionale; e Nettapus, le oche pigmee (diffuse in Africa sub-sahariana, Asia meridionale e Oceania.
LE CARATTERISTICHE DELLE OCHE
- Sono in grado di volare. E’ anche doveroso sfatare il mito per cui le oche non sarebbero in grado di volare. Questi uccelli volano eccome, anche quelli domestici! Il motivo per cui è difficile vederli in volo è il fatto che raramente si allontanano dall’orto o comunque dalla loro casa. Se lo fanno, spesso e volentieri è perché sono spaventate e nel giro di poco tempo ritornano.
- Sono uccelli sociali. Le oche sono uccelli che tutti conosciamo. Sembrano un po’ stupide, ma in verità questi animali sono esattamente il contrario. Le oche sono uccelli dotati di uno spiccato senso sociale e la superficialità non fa proprio parte della loro indole, anzi: quando un’oca sceglie il proprio partner difficilmente lo abbandona e rimane fedele per tutta la vita.
- Sono ottimi animali da guardia. Le oche non sono pecore. L’affermazione pare ovvia. Ma a volte la gente si dimentica che le oche non sono miti e inermi, le oche possono essere ottimi animali da guardia, e quindi avere uno spiccato senso della difesa del proprio territorio arrivando anche ad aggredire gli intrusi. Insomma le oche non si limitano solo a starnazzare (vedi le oche del campidoglio), quando qualcosa non garba loro, le pennute attaccano a colpi d’ali e di becco.
L’UTILITÀ DELLE OCHE
Molti non sanno che questi uccelli sono leali non solo nei confronti dei loro simili ma anche con i loro allevatori.
A) Le oche da guardia
Proteggono l’orto, proprio come dei veri e propri cani da guardia e aiutano persino a controllare alcune coltivazioni.
Le oche sono delle fantastiche guardiane e le possiamo paragonare ad cane da questo punto di vista. Naturalmente incutono meno timore di un boxer vista la loro taglia, ma quando starnazzano attirano notevolmente l’attenzione, scoraggiano gli intrusi ad addentrarsi oltre.
Le oche sono utilizzate anche come animali da guardia, essendo animali territoriali, infatti, tendono a difendere quello che reputano il loro territorio.
B) Le oche del Campidoglio
Una delle più famose leggende romane ha come protagoniste proprio le oche che grazie a questa loro caratteristica salvarono Roma da un attacco nemico. La leggenda risale al 390 a. C. e racconta il tentativo di assedio della città da parte dei Galli. L’episodio da allora è noto come ‘Le oche del Campidoglio’. Si narra che durante l’assedio delle truppe galliche le oche, che erano gli unici animali scampati all’uccisione dei romani affamati, perché sacre alla dea Giunone, accortesi dell’intrusione dei nemici cominciarono a starnazzare rumorosamente avvertendo del pericolo l’ex console Marco Manlio e mettendo in allarme l’esercito che a quell’ora di notte stava dormendo. L’assedio fu respinto grazie anche all’arrivo del condottiero Marco Furio Camillo che riuscì a sconfiggere definitivamente le truppe nemiche salvando l’impero dall’invasione del potente esercito di Brenno.
C) Le oche pascolatrici
Il ruolo delle oche è stato di recente rivalutato anche per quanto riguarda le coltivazioni e in particolare i vigneti. Anche in Italia numerosi progetti hanno previsto un’introduzione delleoche pascolatrici proprio tra le vigne: vengono lasciate tutto il giorno tra i filari e si nutrono delle erbacce. Così facendo, si possono evitare diserbanti chimici dannosi e si risparmia tempo.
Negli ultimi anni, nelle vigne sono state introdotte le oche pascolatrici: vengono lasciate libere nei vigneti perché si nutrono delle erbacce che altrimenti andrebbero eliminate con diserbanti chimici e favoriscono così i metodi di coltivazione biologici.
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