L’ALIMENTAZIONE E LA RIPRODUZIONE DELLE CALOPSITTE
A) L’ALIMENTAZIONE DELLE CALOPSITTE
Una corretta alimentazione è fondamentale per la salute dellecalopsitte, come per tutti gli animali. Le diete basate sui semi sono sbilanciate e carenti di molte vitamine e microelementi, troppo ricche di grassi, e favoriscono l’obesità, facile da instaurare in uccello chiuso in gabbia che non deve volare per chilometri alla ricerca del cibo.
La dieta ideale è basata sull’impiego di mangimi formulati pellettati, di cui esistono in commercio diverse marche. I mangimi migliori sono quelli senza coloranti, conservanti e aromi artificiali.
La dieta va integrata con una varietà di frutta e verdura fresche (possibilmente biologiche), evitando l’avocado e le parti verdi di pomodoro e patate. I vegetali migliori sono quelli arancio o verde scuro (es. carote, broccoli) che sono più ricchi di vitamina A. I vegetali possono essere fatti a pezzettini e posti in una vaschetta, oppure appesi interi alla gabbia per stimolare l’esplorazione, il gioco ed eventualmente il consumo.
Altri cibi permessi sono pane o pasta integrali, patate cotte o crude (evitando le parti verdi), patate americane cotte, cereali e legumi cotti. Gli alimenti controindicati sono quelli ricchi di grassi o salati.
LA SOMMINISTRAZIONE DI SEMI SECCHI
Più restie di altre specie ad alimentarsi di alimenti di origine vegetale, le calopsitte amano particolarmente i semi secchi, di cui però occorre diffidare come alimentazione base per il pericolo di affaticamenti epatici che potrebbero comportare anche la morte improvvisa.
Occorre puntualizzare che anche se sono uccelli da considerarsi granivori, in natura assumono semi a differenti stati di maturazione, che non sono assolutamente nutrizionalmente paragonabili al comune misto di semi secchi.
Meglio fornire alimenti di origine diversa ed alternativi ai semi, come la pasta ed il riso cotti che dimostrano di gradire molto, il mais immaturo e maturo lesso, foglie verdi di vegetali quali cavoli, varietà diverse di insalate e fagiolini verdi.
Attenzione quindi a non rinunciare ad una alimentazione varia e prevalentemente fresca, poiché con un’alimentazione di soli semi secchi e pastone, difficilmente raggiungeranno il quinto/sesto anno di età.
Occorre sempre sperimentare quali essenze alimentari fresche prediligono i singoli soggetti e far forza su quelli per proporre anche altri alimenti ma, soprattutto, per limitare la distribuzione di semi ad un massimo di 4 somministrazioni settimanali.
LE CALOPSITTE GRANIVORI PER NATURA
Le calopsitte sono fra i pochi Psittaciformi principalmente granivori in natura, ma questo non vuol dire che una miscela di semi secchi sia alimentazione sufficiente per tutta la vita. Innanzitutto è bene scegliere una miscela specifica per parrocchetti australiani di taglia media a base di panico miglio scagliola avena e modeste quantità di girasole bianco o meglio ancora cartamo per fornire un tenore lipidico non superiore al 10% soprattutto se i soggetti sono alloggiati in gabbioni interni: un tenore lipidico leggermente più elevato può essere utile invece per le calopsitte alloggiate in voliera esterna durante i mesi invernali.
La dieta va integrata con una varietà di frutta e verdura fresche (possibilmente biologiche), evitando l’avocado e le parti verdi di pomodoro e patate. I vegetali migliori sono quelli arancio o verde scuro (es. carote, broccoli) che sono più ricchi di vitamina A.
Purtroppo le calopsitte, originarie di areali aridi, sono spesso restie ad assumere vegetali freschi: è necessario proporli ripetutamente e sotto diverse forme (a tocchetti nella ciotola, a pezzi grandi fissati alle sbarre con mollette, su spiedini di legno appesi…) per indurre l’animale ad esplorare e infine a consumare il nuovo alimento.
L’ALIMENTAZIONE DURANTE LO SVEZZAMENTO
Quando si avesse l’occasione di svezzare personalmente dei giovani è molto più facile abituare ad una alimentazione sana e variata i soggetti durante lo svezzamento.
Pastoni all’uovo secchi per Psittaciformi di piccola taglia, eventualmente ammorbidito con un po’ d’olio di semi o mela e carota grattate, sono un’utile aggiunta durante l’imbecco della prole ma di solito ignorati il resto dell’anno. Appetiti sono invece i semi germogliati che costituiscono un cibo fresco e ricco di vitamine ma che devono essere preparati con attenzione.
SI può anche considerare l’uso di alimenti estrusi di buona marca che costituiscono una razione completa ed equilibrata: tuttavia si è visto che a lungo andare il consumo di una razione concentrata affatica troppo i reni di questa specie e quindi è bene che l’alimento estruso consista in non più del 50% della razione quotidiana.
Sempre lasciare a disposizione osso di seppia o blocchetto di sali minerali (anche se animali ad alimentazione equilibrata non ne faranno grande uso) ed acqua sempre fresca.
B) LA RIPRODUZIONE DELLE CALOPSITTE
La calopsitta è da considerarsi uccello ormai domestico e riproduce facilmente senza accorgimenti particolari. I riproduttori dovrebbero essere testati per le malattie infettive (Clamidia, Polioma e PBFD) per evitare di cedere poi dei piccoli malati.
Le calospitte sono pappagalli molto facili da riprodurre in cattività. Una ampia voliera, un’alimentazione sana ed un nido a sviluppo verticale con misure tali da accogliere comodamente entrambi i soggetti componenti la coppia, sono parametri sufficienti per stimolare le coppie a riprodursi.
Il maschio è fertile a circa 21 mesi, e la femmina a 15-18 mesi. La femmina depone 4-7 uova per covata, a intervallo di due giorni l’una dall’altra. Le uova deposte vengono covate da entrambi i soggetti per tutto il periodo che precede la schiusa, che generalmente avviene dopo 21/23 giorni.
Molto interessante il comportamento del maschio, che partecipa attivamente alla cova con la femmina e sostituendola quando lascia il nido per nutrirsi.
Anche il corteggiamento è particolarmente interessante, dove il maschio compie una sorta di danza accompagnata da graziosi vocalizzi per tutta la durata del modulo comportamentale, fino alla copula.
I piccoli sono pronti a lasciare il nido a 4-5 settimane di età, ma continuano ad essere alimentati dai genitori fino a 8-10 settimane di età.
Per rendere i piccoli docili e domestici, li si possono maneggiare alcuni minuti al giorno mentre sono ancora nel nido, oppure possono essere rimossi dal nido dei genitori e allevati a mano quando hanno 2-3 settimane di età.
L’OVODEPOSIZIONE
La femmina può deporre uova anche in assenza del maschio, in tal caso le cova per circa una settimana e poi le abbandona quando realizza che non sono fertili.
Se alla femmina vengono sistematicamente portate via le uova, continuerà a deporle per settimane, cosa che comporta un grave stress al suo organismo e forti carenze minerali. Questo problema, detto ovodeposizione cronica, può essere prevenuto con diversi accorgimenti. Per prima cosa, le uova non vanno tolte dal nido ma lasciate covare fino a che la femmina si stufa.
Si può modificare l’ambiente, per renderlo, agli occhi della calopsitta, meno adatto alla cova perché meno sicuro.
Nelle gabbie delle femmine sole non si deve mettere a disposizione il nido e non si devono applicare specchi. Se la deposizione è iniziata si deve spostare la gabbia in un posto diverso, in modo che la femmina sia in un ambiente non familiare.
Si deve accorciare il fotoperiodo coprendo la gabbia, in modo che le ore di luce siano ridotte a 8-10 al giorno. Si somministra una dieta a basso contenuto di grassi e priva di vegetali freschi: l’ideale è una dieta pellettata, senza alcuna integrazione di frutta e verdura, per alcuni mesi. Nei casi più gravi il veterinario può somministrare dei prodotti ormonali per inibire la produzione di uova.
LA PREPARAZIONE DELLA COVA
Al gabbione si applica un nido esterno a cassetta di dimensioni 30x20x20 cm con foro d’ingresso di 6 cm e il fondo ricoperto da 2-3 cm di segatura o pellet di carta che garantiscono ottima assorbenza delle deiezioni dei pulli. Le calopsitte non utilizzano materiale da nido tipo fieno o iuta quindi è inutile fornirne.
Le coppie devono avere almeno 18 mesi per riprodurre con successo (anche se fisicamente sono maturi già a 12 mesi): la cova troppo precoce spesso esita in problemi alla deposizione o in scarsa cura dei pulli. Di solito vengono deposte 5 uova a distanza di 48h che vengono covate per 21 gg: la femmina inizia a covare dal secondo o terzo uovo ma non c’è bisogno di sostituire le uova con quelle finte per far nascere i pulli tutti lo stesso giorno come si fa coi canarini in quanto i pappagalli imbeccano in maniera differente i pulli delle diverse età senza problemi.
I giovani abbandonano il nido al compimento della quinta settimana e rimangono coi genitori fino alla settima-ottava settimana. Se si vuole allevarli a mano per addomesticarli, possono essere prelevati dal nido verso i 20-25 giorni. Non è consigliabile consentire più di tre covate annue.
L’ASSISTENZA MEDICA PER LE CALOPSITTE
Sia i soggetti riproduttori che quelli da compagnia richiedono assistenza medica: come per tutti gli uccelli, la prevenzione è fondamentale. I soggetti di allevamento dovrebbero essere controllati tutti gli anni prima della stagione cove: esami parassitologici e batteriologici a campione indicheranno la eventuale necessità di terapie profilattiche molto più razionali dei tradizionali “trattamenti precova” a base di un po’ di tutto. L’allevamento dovrebbe essere clamidia, polioma e PBFD negativo e ogni nuovo acquisto dovrebbe essere quarantenato e testato per queste malattie prima di entrare.
I soggetti da compagnia mantenuti isolati e non in riproduzione hanno problematiche diverse: per loro andrà tenuto sotto controllo il peso, la corretta alimentazione, l’esposizione a sostanze tossiche e la salute mentale spesso compromessa a causa della vita innaturale.
In generale si raccomanda un controllo annuale che comprenderà un esame delle feci con colorazione (Gram feci) indice generico delle condizioni di salute dell’intero organismo.
CITES
Il Nymphicus hollandicus non è considerata una specie a rischio, né in cattività nè nel suo ambiente naturale, perciò non gode di particolari tutele dalla Convenzione di Washington. La loro detenzione e riproduzione in cattività è pertanto da considerarsi libera da obblighi di legge.
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