LE CARATTERISTICHE DELLE TARTARUGHE
La tartaruga è un nome comune delle specie di Rettili rappresentanti dell’ordine Cheloni o Testudines.
Nell’uso scientifico si dà il nome di tartarughe ai cheloni marini e quello di testuggine ai terrestri; nell’uso comune i termini tartaruga e testuggine sono equivalenti.
Le tartarughe sono degli animali vertebrati che appartengono alla famiglia dei rettili, chiamate anche testuggini, appartengono ad uno dei gruppi più primitivi.
Tali particolari rettili sono presenti in tutti i continenti, ad esclusione delle terre antartiche. In questi luoghi, infatti, le condizioni climatiche non ne permettono la sopravvivenza. Tuttavia, regioni tropicali e subtropicali sono gli habitat in cui è maggiore la biodiversità.
Le tartarughe sono rettili preistorici molto particolari per la loro anatomia e fisiologia. Tutti le conosciamo perchè hanno un guscio che le contraddistingue nel mondo animale.
Sono animali misteriosi che portano con loro centinaia di milioni di anni di evoluzione con record e curiosità che solo le tartarughe hanno su questo pianeta.
LE CARATTERISTICHE SOMATICHE E FISIOLOGICHE
- I Cheloni hanno corpo accorciato e protetto da una robusta corazza (carapace o theca), costituita da un numero vario di piastre ossee, in cui si distinguono due parti: una ventrale e una dorsale, il piastrone e lo scudo, uniti lateralmente da un ponte osseo, che lasciano un’apertura anteriore e una posteriore per il passaggio della testa, degli arti e della coda.
- Il cranio è di tipo anapside; le mascelle, prive di denti, tranne in qualche antico genere fossile, sono ricoperte da un astuccio corneo (becco).
- Le vertebre e le costole toraciche sono saldate insieme e con lo scudo; lo sterno manca.
- La corazza, a eccezione di poche specie, è rivestita da scaglie cornee disposte a mosaico o embricate che però non corrispondono mai esattamente alle sottostanti piastre ossee. La presenza della corazza influisce sulla respirazione; infatti, poiché la cassa toracica è immobile, il collo e gli arti, con i loro movimenti, si comportano come uno stantuffo, compensando, unitamente alla particolare struttura dei polmoni spugnosi, la deficienza che deriva dall’impossibilità di tipici movimenti.
- Gli arti sono pentadattili, e, nelle specie acquatiche, trasformati a pala per il nuoto.
- Nelle testuggini le dita sono fornite di unghie; vi può essere una palmatura interdigitale.
- Ferma restando la relativa uniformità dell’ordine, le famiglie di tartarughe presentano tra loro differenze abbastanza profonde.
- La corazza, per es., in alcune specie è molto solida, in altre meno robusta; lo scudo da pianeggiante a fortemente convesso. La corazza, eccetto nella famiglia Dermochelidi, è costituita da piastre ossee, di origine dermica, connesse con lo scheletro assile. Il collo, più o meno lungo e con pelle morbida, nella maggioranza delle specie è retrattile; in alcuni casi anche gli arti e la coda possono essere retratti dentro la teca.
- Il piastrone consta di 4 paia di piastre disposte simmetricamente e di una piastra impari anteriore. Di norma, la saldatura delle singole piastre tra loro, e con lo scudo, è perfetta e non concede mobilità tranne in alcune specie.
- Lo scudo è composto da una serie mediana di piastre, da due serie laterali e da una serie marginale che lo circonda.
- Le cartilagini costali durante lo sviluppo subiscono un processo di calcificazione e restano incluse nelle piastre dermiche. Le scaglie che rivestono il guscio hanno una serie di striature concentriche che corrispondono ciascuna, grossolanamente, a un anno di vita dell’animale.
- Tutta l’impalcatura scheletrica risente notevolmente della presenza del guscio osseo, e perciò subisce modificazioni caratteristiche.
- Anche il sistema muscolare risulta modificato dalla presenza della corazza; la muscolatura toracica scompare quasi del tutto, quella degli arti e del collo è più sviluppata soprattutto nelle specie in cui questi sono retrattili.
- Il sistema nervoso è costituito sul piano di quello dei Rettili. L’occhio è piccolo, con pupilla rotonda, munito di una terza palpebra; l’udito non è molto acuto, l’olfatto e il tatto sono efficienti. La cloaca, ampia, è munita, in molte forme acquatiche, di due tasche laterali a pareti sottili, che, riempite di acqua durante il nuoto, funzionano come organi respiratori sussidiari.
- Le tartarughe sono ovipare; le uova, voluminose, ricche di vitello e rivestite di un guscio papiraceo, duro e di aspetto porcellanoso, sono deposte dalla femmina, ad accoppiamento e fecondazione avvenuti, in buche scavate nel terreno e ricoperte, poi, con terriccio e sabbia. I piccoli nascono perfettamente conformati, ma con la corazza alquanto molle. Anche le specie acquatiche vengono a terra all’epoca della riproduzione.
- Le tartarughe hanno colorazioni brune e verdastre, la faccia ventrale è sempre più chiara della dorsale, con prevalenza delle tinte gialle. Sono animali longevi e, pur crescendo molto lentamente, raggiungono, a volte, proporzioni gigantesche. Cosmopoliti, mancano soltanto nelle regioni molto fredde del globo.
- Le prime forme fossili risalgono al Triassico. Si dividono in 2 sottordini con circa 300 specie in totale: Criptodiri, suddivisi in 12 famiglie, e Pleurodiri, con 3 famiglie di acque dolci tropicali sudamericane, africane e della nuova Guinea.
- Utilizzate spesso per la realizzazione di oggetti pregiati, le tartarughe sono oggi protette e pertanto nella fabbricazione di questi manufatti vengono ormai impiegate materie plastiche. In passato venivano lavorati i carapaci di tutte le specie, ma erano preferiti quelli delle specie marine.
- Tutte le tartarughe, acquatiche o terrestri, condividono comunque il fatto di respirare l’aria. Anche le specie che vivono in acqua, infatti, sono dotate di polmoni. Hanno pertanto bisogno di risalire in superficie per riuscire a respirare.
- Possiedono però anche la capacità di assorbire ossigeno direttamente dall’acqua per cui possono restare sommerse anche per lungo tempo. Gli esemplari acquatici, che vivono in acqua dolce o in mare, sono soprattutto onnivori.
- Tartaruga: è un rettile che può vivere in ambiente acquatico o terrestre in base alle specie.
- Esistono più di 250 specie di tartarughe, che vivono in molte parti del mondo, soprattutto tropicali e subtropicali. Come per altri generi di animali, anche loro hanno sviluppato dimensioni particolari in base al luogo dove si sono evolute.
LA TARTARUGA TERRESTRE
Le tartarughe di terra tendono ad essere più longeve rispetto a quelle d’acqua. Dal punto di vista del comportamento sono abbastanza attive ed interattive.In alcune circostanze possono mostrarsi aggressive. Le testuggini in natura si nutrono di piante ed erbe selvatiche che strappano direttamente da terra.
LA TARTARUGA D’ACQUA
Da giovani hanno un’alimentazione prevalentemente carnivora. Con il raggiungimento dell’età adulta tendono, invece, a prediligere anche il consumo di vegetali. Dal punto di vista comportamentale tendono ad interagire meno con gli esseri umani e si mostrano più tranquille.
Le tartarughe acquatiche hanno un’aspettativa di vita di gran lunga inferiore rispetto a quelle terrestri. In media, infatti, vivono fino a 15-20 anni.
Una particolarità delle tartarughe marine è la presenza di una ghiandola, chiamata ghiandola del sale. Quest’ultima garantisce loro la possibilità di filtrare il sale presente nell’acqua, eliminandolo attraverso la lacrimazione.
RIASSUMENDO
- Le tartarughe hanno il corpo racchiuso da una scatola ossea, uno scheletro esteriore che ha funzione di corazza protettiva, la parte superiore viene chiamata scudo o carapace, mentre le parte ventrale viene chiamata piastrone.
- Il corpo di questi particolari rettili è tipicamente rivestito da una corazza dorsale, una sorta di guscio protettivo chiamato carapace. Il ventre, invece, è appiattito e ricoperto da piastre ossee. Entro il piastrone ventrale possono essere retratti capo, coda e arti.
- Normalmente il capo delle tartarughe, come pure la coda e le piccole zampe, fuoriescono dal guscio, ma quando incombe un pericolo, la tartaruga può mettere al riparo la corazza anche la testa, la coda e le zampe.
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