LE CARATTERISTICHE DEL BARDOTTO
Il bardotto è un animale più comune di quanto non sembri, venendo spesso confuso con un asino, è di fatto un ibrido. Nasce dall’accoppiamento di un cavallo con una femmina di asino domestico e generalmente risulta infecondo anche se di fatto le femmine nate da questo incrocio possono essere occasionalmente fertili.
LE CARATTERISTICHE DEL BARDOTTO
- Il bardotto è un animale davvero molto particolare in quanto è molto difficile distinguerlo dal mulo e potremmo definirlo quasi una sorta di “scherzo della natura.
- E’ infatti un incrocio tra un cavallo stallone e una femmina d’asino e, perciò, viene definito come un ibrido
- Questo simpaticissimo animale possiede le caratteristiche fisiche del cavallo e dell’asina che lo hanno generato ma sono definiti come degli ibridi di asino e giumenta.
- Come il mulo, anche il bardotto è un ibrido di razze equine; deriva infatti dall’incrocio di un cavallo con un’asina. Del primo mantiene il mantello e la criniera, del secondo la statura (generalmente 1 metro e 40) e la conformazione.
- Viene spesso confuso con il mulo; in realtà si differenzia non soltanto per l’aspetto esteriore, che è più simile al cavallo, ma, soprattutto, per una minore resistenza alla fatica
LE CARATTERISTICHE FISICHE
- Il bardotto è il risultato dell’accoppiamento tra un’asina e un cavallo. Si dice che un bardotto abbia il corpo di un asino e le estremità di un cavallo. Le loro orecchie sono più corte di quelle dei muli, la criniera e la coda sono più lunghe e più folte di quelle di un mulo.
- E’ considerato, morfologicamente parlando, prossimo al cavallo in quanto si presenta con un corpo leggermente arrotondato e una groppa che lo è ancor di più alle estremità.
- I Bardotti sono, generalmente più piccoli dei muli in quanto raggiungono un’altezza compresa tra 1,30 1,40 mt al garrese, le orecchie sono leggermente più lunghe di quelle dei cavalli ma più corte di quelle dei muli.
- Il mantello del Bardotto è, solitamente, chiaro tendente al bianco anche se esistono e sono possibili tutte le combinazioni di colore.
- Il verso del Bardotto viene considerato come un misto di quello dei suoi genitori ma spesso è più simile al nitrito di un cavallo che al raglio di un asino.
LA STERILITA’
- Così come la maggior parte degli ibridi anche il bardotto è generalmente sterile a causa del numero dispari dei suoi cromosomi (l’asino ne ha 62, il cavallo 64 e il bardotto 63), l’esemplare maschio ha un numero ridotto di cellule germinali nei testicoli e di conseguenza anche un numero ridotto di spermatozoi abbozzati.
- Il bardotto femmina è soggetta ad aborti spontanei e la durata della gestazione è in media di 350 giorni (l’asino ha una durata della gestazione di 374 giorni
- Le femmine di tale specie, risultano fertili solo in maniera occasionale, quindi si tratta di un incrocio abbastanza complicato da ottenere e quindi molto raro.
L’UTILIZZO DEL BARDOTTO
Il Bardotto, come abbiamo appena accennato, è un animale davvero molto particolare in quanto è molto difficile distinguerlo dal mulo
Come il mulo, il bardotto maschio è generalmente sterile. L’animale era conosciuto già in Mesopotamia, come animale da traino; fino ad alcuni decenni fa era allevato principalmente in Sicilia, Spagna e Portogallo. Ereditando sia le caratteristiche fisiche dello stallone che quelle dell’asina che lo hanno generato, il bardotto è un animale robusto, un grande lavoratore
Un tempo il bardotto era utilizzato come animale da soma e da traino; Una volta veniva utilizzato soprattutto per il lavoro ed è impiegato in lavori da soma o da traino oppure per il trasporto di materiali pesanti in periodo di guerra.
Nel corso del Novecento è stato impiegato dai ranghi militari per il trasporto pesante, soprattutto armi, munizioni e vettovagliamento.
In seguito alla meccanizzazione di molti lavori, il bardotto viene allevato principalmente come animale da macello. Le sue carni, come tutta la carne equina, sono apprezzate per l’alto valore nutritivo.
In alcuni casi trova impiego nell’ippoterapia e nella pet-terapy.
L’ALLEVAMENTO
Oggi, questo animale viene allevato soprattutto e purtroppo per la sua carne che è molto apprezzata.
Una delle regioni in cui il Bardotto viene maggiormente allevato per la sua carne è la Sicilia.
Questa carne infatti, risulta essere molto piena di valori nutritivi, così come praticamente tutta la carne equina.
Queste sue caratteristiche rendono questo animale molto simpatico e, a prescindere dall’allevamento (che, oltre che nella nostra Sicilia, viene allevato per le sue carni anche in Portogallo e in Spagna), ci auguriamo che venga apprezzato anche per altre sue caratteristiche.
Anche il fatto che abbia una sua riconoscibilità, che lo differenzia sia dal cavallo che dal mulo (che invece è un incrocio tra uno stallone asino e una cavalla), merita a nostro avviso molta più attenzione.
LE AFFINITA’ CON IL MULO E IL CAVALLO
- Rispetto al mulo, il bardotto ha più somiglianze con un cavallo grazie al suo corpo leggermente arrotondato e ad una groppa che lo è ancora di più all’estremità.
- Anche le orecchie sono più da cavallo, visto che sono più corte che nel mulo, anche se più lunghe che nel cavallo.
- Rispetto al mulo il bardotto ha anche le zampe più diritte.
- Passando al mantello, quello dei bardotti può assumere tutte le combinazioni di colori possibili anche se il più delle volte è di tonalità chiare, tendenti al bianco. Il mantello del bardotto è spesso chiaro, visivamente prossimo al bianco, anche se tutte le combinazioni di colori siano possibili. Generalmente ha un mantello baio, da chiaro a bruno scuro, con una striscia sul dorso.
- L’unico mantello che è impossibile vedere su un bardotto è quello pezzato tobiano perché questo ibrido non può ereditare il set genetico completo corrispondente a questo colore, finendo generalmente con quattro balzane alte e una coda bianca.
- Anche nel suo comunicare, il bardotto richiama il cavallo perché il suo verso è più un nitrito che un raglio, è un mix curioso e non sempre facile da interpretare
- Il verso è spesso più simile al nitrito del cavallo che al raglio dell’asino. Il suo verso viene anche descritto come un misto di quello dei suoi genitori
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