LA STERILITA’ DEL BARDOTTO
Il bardotto è un ibrido, generalmente infecondo che nasce dall’accoppiamento di un cavallo con una femmina di asino domestico. Le femmine nate da questo incrocio possono essere occasionalmente fertili.
Il bardotto aveva un tempo maggior importanza economica; al giorno d’oggi i bardotti sono allevati raramente e quasi esclusivamente per la qualità della carne. Una zona tipica di produzione è la Sicilia.
Il bardotto possiede le caratteristiche fisiche ereditate dallo stallone e dall’asina che lo hanno generato. Nonostante le chiare differenze abitualmente presenti esistono a volte esemplari con caratteri intermedi il che rende a volte molto difficile distinguerlo in maniera certa dal mulo, per cui l’unico metodo certo è in questi casi un test del DNA.
Inoltre, esiste solo un numero limitato di studi dedicati a quest’ibrido, data la sua scarsa diffusione. Le notizie false o leggendarie a suo riguardo sono invece comuni e circolano da sempre.
L’INCROCIO TRA ANIMALI DI SPECIE DIVERSE
La fecondazione ed a volte la copula fra animali di specie diversa è spesso impossibile per impedimenti di natura anatomica, per una completa e reciproca repulsione degli animali o anche per la diversa stagione riproduttiva ed i particolari costumi di accoppiamento.
Al giorno d’oggi nuove tecnologie di riproduzione (es. la fecondazione artificiale, la fecondazione in vitro, embryo trasfer, ecc.) hanno ampliato notevolmente la possibilità di ibridazione ma nonostante il loro sussidio la fecondazione può non avvenire perché il gamete maschile è incapace di penetrare nell’uovo o perché il pronucleo, pervenuto nel citoplasma ovulare, non entra in appaiamento con i cromosomi femminili e degenera.
L’ibridazione è una particolare forma di incrocio tra animali di specie diverse, sistematicamente affini, con finalità economiche analoghe a quelle dell’incrocio industriale.
La differenza sostanziale è data dalla sterilità degli ibridi ottenuti.
L’aspetto biologico da considerare riguarda la necessaria affinità sistematica e quindi genetica delle specie da ibridare.
IL COMPORTAMENTO DEL BARDOTTO
Il bardotto è uno degli equini meno conosciuti. Anche se delle nascite possano avvenire eccezionalmente in natura quando mandrie di cavalli e asini condividono uno stesso pascolo, la maggior parte di questi animali è nata in allevamenti casualmente. Il bardotto è considerato meno resistente dell’asino o del mulo, con una salute più debole. Preferisce la compagnia degli asini a quella dei cavalli, un comportamento verosimilmente ereditato dalla madre.
LA NASCITA DEI BARDOTTI
Numerose ragioni pongono freno alla nascita dei bardotti. Uno di questi è il rituale d’accoppiamento che gli asini compiono, durante il quale il maschio morde la femmina, raglia ed esplora il suo corpo. Questo rituale, se non sembra impedire la nascita dei muli, sembra frenare quella dei bardotti.
Inoltre, i cavalli si rifiutano spesso di montare un’asina. Un metodo pratico è quello di preparare uno stallone perché copra le asine, separandolo dalla sua razza immediatamente dopo il parto e facendolo allevare da asine. In ogni modo, l’allevatore deve fare attenzione a che un cavallo troppo pesante non monti un’asina, altrimenti questa potrebbe subire danni permanenti.
Mentre in condizioni normali la fertilità dell’asina è notoriamente molto più spiccata di quella delle cavalle, negli incroci la fertilità delle asine è inferiore a quella delle cavalle; ne risulta un’importante differenza nella facilità di concepimento di muli e bardotti. Questa differenza di fertilità sembra dipendere dalla differenza di cromosomi fra le specie dei genitori: l’ibrido sembra essere più facile da ottenere quando il numero di cromosomi del maschio riproduttore è minore. In questo caso, l’accoppiamento asino-cavalla sarebbe favorito piuttosto che asina-cavallo.
La durata della gestazione è di 350 giorni in media, leggermente inferiore rispetto all’asino (374 giorni). Un altro inconveniente nella produzione dei bardotti è dovuta all’elevato numero di aborti spontanei, senza contare che la nascita di un bardotto troppo grosso rispetto alla madre può comportare difficoltà durante il parto.
LA STERILITA’
Come la maggior parte degli ibridi, il bardotto è in genere sterile a causa del numero dispari dei suoi cromosomi. Il cavallo ha 64 cromosomi (32 paia) e l’asino ne ha 62 (31 paia); di conseguenza il bardotto ne ha 63 ciò che si ritiene all’origine dell’impossibilità di portare a maturazione gli spermatozoi.
Il bardotto maschio ha inoltre un ridotto numero di cellule germinali nei testicoli ragion per cui anche in numero assoluto gli spermatozoi abbozzati sono scarsi. La femmina può avere cicli estrali con ovulazioni; nella pratica, l’occasione che un ovocita incontri un complemento di cromosomi che permetta lo sviluppo di un embrione nella bardotta è infrequente anche se resta da analizzare quanto e quale ruolo giochi la generale segregazione nella quale vivono questi soggetti.
I CASI RARI DI FERTILITA’
Secondo una letteratura meno recente sono presenti casi storici di mule e bardotte riprodottesi, il che avrebbe una probabilità di uno su un milione. Queste osservazioni vengono però attribuite ad adozioni spontanee di puledri da parte di mule o bardotte capaci di allattare. Le analisi che si sono potute fare su animali ibridi e fertili hanno mostrato finora che si trattava di asini o di cavalli dall’inusitata morfologia.
Malgrado ciò, alcuni casi studiati scientificamente, hanno mostrato che la riproduzione di questi animali è possibile, anche se rara. Il primo caso descrive una femmina bardotto cinese che diede alla luce un puledro con un padre asino, puledro che possiede un misto di cromosomi di asino e di cavallo, il fatto che sia sopravvissuto suggerisce la vicinanza genetica estrema delle specie equus caballus e equus asinus. Ulteriori studi sono necessari per conoscere i meccanismi di questi ibridi fertili.
Benché nessuno studio porti sulla fertilità dei maschi bardotto, la possibilità non è da scartare. È comunque sconsigliato avere maschi bardotto non castrati dato che la sterilità non inibisce il comportamento aggressivo tipico dei maschi.
PERCHE’ IL MULO E IL BARDOTTO SONO STERILI
Se un asino maschio si accoppia con una femmina di cavallo nasce unmulo, mentre se un cavallo maschio si accoppia con un’asina nasce un bardotto.
Imuli e bardotti sono animali estremamente docili, forti e resistenti ma sono sterili, perché le specie del genere Equus hanno un numero di cromosomi diverso. I cavalli, infatti, hanno 64 cromosomi e gli asini 62: gli ibridi che nascono dal loro incrocio possiedono 63 cromosomi e dunque i cromosomi non riescono ad appaiarsi nella maniera corretta durante la meiosi e non si riescono a formare gameti normali.
Volendo tuttavia essere più precisi, i muli e i bardotti maschi sono sempre sterili mentre i muli femmine, e assai più raramente le femmine di bardotto, possono essere talvolta fertili se accoppiate con cavalli.
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