L’ALLEVAMENTO DELLA PECORA
Per realizzare un allevamento di pecore, sicuramente non occorrono una grande quantità di esemplari, soprattutto se la destinazione finale è resa ad uso familiare.
Più in generale, per quanto concerne gli allevamenti di grosse dimensioni gestite dalle aziende, distinguiamo fra allevamenti intensivi e en plein air.
- Nel primo caso, gli animali saranno tenuti quasi sempre in stabulazione e alimentati con foraggi e mangimi non solo naturali, ma spesso edulcorati con ormoni, antibiotici et similia.
- Nel secondo caso, invece, si predilige far pascolare le pecore in stato di semi libertà, in modo tale che queste possano vivere all’aria aperta e nutrirsi in foraggiere naturali. Qualora il foraggio sia scarso oppure di qualità non adeguata, sarà cura dell’allevatore integrare l’alimentazione delle pecore con ulteriore foraggio, fieno, foglie di barbabietola, ecc..
Per garantire agli animali un perfetto stato di salute che consenta poi la vendita delle pecore ai potenziali compratori, molto importante sarà anche la realizzazione di un ricovero, un ovile che consenta agli ovini di stabulare all’interno e proteggersi così dal freddo e dal caldo eccessivi. Grande attenzione, inoltre, andrà posta alle norme igieniche.
LE FORME DI ALLEVAMENTO DELLA PECORA
L’allevamento della pecora è esteso praticamente a tutti i paesi del mondo, e ciò avviene per due principali motivi:
- Primo perché siamo dinanzi ad un animale che riesce ben ad adattarsi ad ogni clima e/o terreno.
- Secondo perché la pecora è fonte di proteine per l’uomo ed in più offre lana, pelli e latte. Inoltre non è da sottovalutare il fatto che l’alimentazione della pecora si basi su prodotti naturali per i quali non occorre una grossa spesa.
In generale per un allevamento non intensivo si predilige far pascolare le pecore all’aperto, solitamente guidate da cani da gregge e sorvegliati a vista dal pastore che, generalmente, si occupa anche degli aspetti pratici come la mungitura e la tosatura. Se il pascolo avviene in libertà, è lo stesso pastore che si sposta di zona in zona alla ricerca dei migliori prati capaci di alimentare nel modo più corretto gli animali.
Se invece le pecore sono chiuse in recinto, allora occorrerà assicurarsi che il prato da brucare sia effettivamente idoneo alla nutrizione: infatti, per essere perfetto, occorrerà che abbia percentuale composta per il 60% di graminacee e per il restante 40% di leguminose. Inoltre, in questo caso, sarà necessario preventivare almeno un tot specifico si spazio per ogni capo, in genere un ettaro per 4 pecore. Se il terreno che si possiede non ha le giuste qualità per offrire il perfetto nutrimento all’animale, allora si dovrà provvedere ad integrare l’alimentazione con fieno, foglie di barbabietola, ecc..
L’OVILE
Naturalmente gli animali dovranno avere un posto idoneo dove la sera e la notte potersi riparare, soprattutto durante i mesi dove il clima è più rigido.
L’ovile ideale è solitamente costruito in legno su base di cemento o pietra, con un pavimento leggermente inclinato per permettere alle deiezioni di scivolare lungo la fossa prevista per i liquami.
L’altezza dovrà essere di circa 3 metri, con una parte dedicata alla stabulazione delle pecore ed un’altra destinata alla raccolta delle provviste con le quali alimentare le bestie durante il freddo.
Le finestre devono essere poste in alto, onde evitare che spifferi e folate gravino duramente sugli animali provocando malattie e/o patologie di stagione. Per quanto riguarda la grandezza, questa dovrà essere proporzionata all’ampiezza del proprio gregge, così come stabilito dalle norme europee in merito all’allevamento ovino.
Ovviamente per ogni pecora dovrà essere previsto un giaciglio accogliente da preparare con paglia abbondante che dovrà essere rigirata ogni due giorni.
Fondamentale è la mangiatoria e la distribuzione dell’acqua: in entrambi i casi, gli approvvigionamenti dovranno essere regolari e non dovrà mai mancare loro cibo ed acqua a sufficienza.
LE FORME DI ALLEVAMENTO IN ITALIA
L’allevamento ovino in Italia è diversificato e per le condizioni ambientali e per la diffusione della specie sul territorio, sostanzialmente, è riconducibile al sistema stanziale e a quello transumante.
- Il sistema stanziale o fisso, con greggi di 500–1000 capi, costituisce la forma più diffusa nell’Italia cenntro–meridionale.
- Il sistema a piccola transumanza, prevalente nelle zone alpine, consiste nel far pascolare gli ovini in montagna nel periodo estivo, durante la stagione invernale, invece, il gregge utilizza i foraggi dei pascoli di collina e pianura.
- Il sistema a grande transumanza, con greggi di 1000–3000 capi, costituisce la forma di allevamento più diffusa nell’ Italia meridionale e insulare, le pecore per circa 6–7 mesi, da ottobre a maggio, vivono in pianura, da giugno a settembre beneficiano dei pascoli di montagna.
- Attualmente, anche per questa specie, si sta diffondendo il sistema stallino, l’unifeed per la distribuzione della razione alimentare e la mungitura meccanica con la realizzazione di vere e proprie sale mungitura.
I TIPI DI ALLEVAMENTO DI PECORE DA CARNE
Un buon allevamento di pecore da carne deve essere composto da animali con elevate capacità produttive. Infatti una fase molto importante perl’avvio di un allevamento di pecore da carne è la scelta della razza.
L’allevamento di pecore da carne si basa sull’utilizzo del pascolo. I sistemi di allevamento più adottati sono:
- Allevamento estensivo: è un tipo di allevamento nel quale le pecore vivono tutto l’anno al pascolo e si nutrono di risorse foraggere spontanee. L’unico accorgimento da fare in questo tipo di allevamento è il pascolo razionato, cioè la turnazione dei capi in più appezzamenti all’interno dello stesso anno solare.
- Allevamento semi-estensivo: questa forma di allevamento viene praticata in zone dove il clima o le risorse alimentari in certi periodi dell’anno non permettono il pascolamento. Risulta dunque opportuno confinare gli animali all’interno di ricoveri. I ricoveri utilizzati sono molto semplici e non richiedono costi di costruzione molto elevati.
LA TRASUMANZA
Nel passato era largamente diffusa la transumanza, una pratica che vedeva in autunno lo spostamento delle mandrie dalle zone montane alla pianura e, con l’avanzare della buona stagione, dalla pianura agli alpeggi. Tale consuetudine aveva un impatto importante nell’economia e nella società: basti pensare, per esempio, che da essa dipendeva, direttamente o indirettamente, metà della popolazione abruzzese.
In molte regioni del Nord, del Centro e del Sud tale fenomeno è andato via via esaurendosi, in parte perché la vita del pastore richiede un’abnegazione speciale (e in pianura sono diventati molto più rari i prati stabili), in parte per l’inagibilità degli antichi tratturi (le strade seguite dai greggi) e il convulso traffico stradale.
A questo bisogna aggiungere anche, e soprattutto, la caduta della domanda non solo di carne ma anche della lana, che ha sofferto la concorrenza delle lane più pregiate di altri Paesi, per esempio quella della pecora merino e delle capre cachemire e angora. Contemporaneamente si è andato sempre più affermando il sistema stanziale intensivo, con la distribuzione di razioni alimentari standardizzate e la mungitura meccanica.
Vi consiglio l’acquisto di questi prodotti: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA
Questo articolo contiene link di Affiliazione icona Amazon (Sostienici, Grazie )
La tua donazione significa molto per continuare. Dona/rinnova il tuo sostegno ora. PAYPAL