IL DESERTO, LE DUNE E LE OASI
Il deserto è una vasta zona di suolo arido caratterizzato da scarsità di precipitazioni. Questa zona desertica si forma proprio a causa della scarsità di pioggia e per lo stesso motivo i deserti sono luoghi perlopiù disabitati dove non cresce flora e la fauna è scarsa. Ci sono vari tipi di deserti, a seconda della loro dislocazione sul globo terrestre. I deserti possono essere caldi o freddi, ma esistono anche i deserti polari. Con questa guida vediamo come si formano le zone desertiche.
I DESERTI CALDI E I DESERTI FREDDI
La prima suddivisione che si fa, parlando di deserti, è tra caldi e freddi. I deserti caldi sono perlopiù sabbiosi. Le dune si formano e si spostano per azione dei forti venti. Un deserto caldo può anche essere roccioso. In questi deserti la temperatura di giorno può raggiungere anche i 60°C, ma calare rapidamente nelle ore notturne. Le zone aride possono essere costituite di ciottoli o sabbiose. Questa grande escursione termica porta allo sgretolamento dei materiali rocciosi che così facendo diventano sempre più piccoli e leggeri. I deserti freddi sono rocciosi, mentre invece quelli polari sono enormi distese di ghiaccio. Sulla Terra troviamo 26 differenti zone desertiche.
COSA SONO LE DUNE
Le dune sono una caratteristica dei deserti caldi che non sono altro che montagne di sabbia trasportata dal vento. La loro forma è influenzata dalle direzioni in cui soffia il vento, che le plasma e modella in forme differenti. I granelli di queste dune sono leggerissimi e potrebbero essere trasportati, da un vento fortissimo, fino in Italia. Le dune possono raggiungere dimensione notevoli perfino 100 m di altezza e 100 m di larghezza. Oggi potrebbero esserci e domani no. Il paesaggio nel deserto è continuamente in movimento.
GLI ANIMALI E GLI UOMINI DEL DESERTO
Il deserto di sabbia si forma per carenza di precipitazioni e di acqua, con il vento che sferza la terra e il freddo notturno che, sottoponendo le rocce a sbalzi termici molto forti, trasforma tutto in sabbia finissima.
Quindi quali animali potrebbero mai vivere in un clima così? I dromedari, ad esempio, e poi i cammelli, le volpi e topi, serpenti, scorpioni velenosi. Tutti gli animali di solito passano le ore del giorno più calde nascosti, per uscire quando la temperatura scende.
Nel deserto di sabbia vive il popolo dei Tuareg sul quale circolano diverse leggende. Il deserto polare, fatto di grandi estese di ghiaccio, è caratterizzato da un’assenza di vegetazione e clima freddissimo. Gli uomini non ci vivono, mentre ne hanno fatto il loro habitat orsi, foche, trichechi e, in Patagonia, i pinguini.
GLI UOMINI E LE OASI
Nel deserto di sabbia vivono solo i nomadi. I tuareg cavalcano dromedari, si coprono dalla testa ai piedi lasciando scoperti solamente occhi e bocca, per ripararsi dal caldo soffocante. Di solito vivono in gruppi di trenta o quaranta individui e si spostano raggiungendo le oasi, piccole zone in cui si trovano acqua e piante, spesso anche fauna.
Nelle oasi c’è acqua e spesso i popoli si fermano a vivere in questi angoli di paradiso e coltivano. Grazie alle alte piante frondose, la semina e il raccolto sono protetti dal sole e possono crescere. Di solito si trovano alberi da frutto: fichi, aranci, albicocchi, che a loro volta danno refrigerio a pomodori, melanzane e altro. Un’oasi è un piccolo ecosistema autosufficiente all’interno di un ecosistema più grosso e di diversa natura. Ci sono persone che amano i deserti, se ne sentono attratte e partono alla loro esplorazione. I deserti, con i loro ampi spazi e i silenzi sembrano possano essere un ottimo metodo per uscire dallo stress e dai ritmi frenetici della vita quotidiana.
COME SI FORMA UN’OASI
Un’oasi nel deserto è sempre un punto di riferimento, di notevole importanza, per le carovane di merci e scambi che attraversano queste zone impervie. Generalmente queste carovane devono viaggiare di oasi in oasi per assicurarsi il rifornimento d’acqua e cibo. Sorge spontaneo chiedersi. Come si formano le oasi? Per effetto dell’acqua, che cadendo sulla superficie terrestre, sotto forma di precipitazioni, penetra nel suolo, fino a quando, in profondità, incontra uno strato di roccia impermeabile. Vediamo allora, attraverso i passi della seguente guida, come si forma un’oasi.
LE FALDE E I GIACIMENTI
Oltre a queste falde acquifere, si hanno anche piccoli giacimenti di acqua dovuti all’infiltrazione tra i pori nel suolo e dalle fratture nelle rocce. Da qui in poi si iniziano a liberare delle dinamiche più complesse: la pianta che cresce inizia a difendersi dai raggi del sole, lentamente crea un suolo dove poter attecchire e alimentarsi richiamando intorno a se piccole forme di vita producendo materia biologica e quindi nutrimento. Il vento viene mitigato dalla crescita delle piante e la zona diventa favorevole per l’inizio di una qualsiasi forma di vita che si abitua pian piano alle condizioni esterne.
IL PRELEVAMENTO DELL’ACQUA
L’uomo, con le moderne tecnologie, ha la capacità di pompare acqua dal sottosuolo tramite pozzi e impianti idrici, anche se bisogna fare molto attenzione. Il prendere troppa acqua dal sottosuolo comporta il prosciugamento in breve tempo dei pozzi e dei piccoli giacimenti idrici creati, quindi una breve vita dell’oasi. Bisogna adoperare l’acqua a disposizione in modo oculato, preservando il normale ciclo e, controllando minuziosamente la quantità di acqua sottratta dal sottosuolo. L’uomo ha il compito anche di difendere l’ecosistema: infatti, c’è il bisogno di creare e costruire cinture protettive intorno o con palme e materiali presi dal luogo.
LA CLASSIFICAZIONE DELLE OASI
L’oasi è intesa come un insediamento umano in condizioni aride dove si ha un ambente fertile in condizioni intorno a essa non favorevoli. Aggiungiamo solo una piccola precisazione: questa descritta è l’oasi generalmente che uno intende e fa da riferimento, ma un’oasi può essere anche classificata la parte di territorio, anche in un area non desertica, dove la vivibilità è resa difficile e quindi c’è bisogno di una area vivibile. Un esempio sono le nostre città dove l’aria ed il suolo sono costantemente minacciati da costruzione, modellamento e distruzione fatta dall’incuria umana.
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