I VARI TIPI DI HABITAT (Prima Parte)
Gli habitat sono definiti come i luoghi o gli ambienti in cui gli organismi viventi trovano ciò che serve alla loro sopravvivenza: cibo, riparo e altre risorse fondamentali.
Gli habitat sono caratterizzati da combinazioni di fattori climatici e geografici, ma a volte anche dalle comunità di specie dominanti. I diversi tipi di foreste, ad esempio, sono definiti dalla tipologia della vegetazione dominante e da combinazioni di fattori geografici e climatici come la latitudine e la quantità di distribuzione delle precipitazioni durante l’anno.
LE FORESTE PLUVIALI (EQUATORIALI)
La foresta pluviale è un habitat dominato da latifoglie con radici poco profonde, caratterizzato da un clima umido e da un’enorme biodiversità. Le precipitazioni sono superiori ai 1.000 mm e distribuite nell’arco di tutto l’anno. Le foreste pluviali tropicali sono presenti in oltre 180 Paesi (principalmente America meridionale e centrale, Africa occidentale e Sud-est asiatico) e sono distribuite lungo l’Equatore. Questo ambiente ricopre solo il 7% della superficie del pianeta, ma ospita almeno la metà di tutte le specie vegetali ed animali.
In queste foreste gli organismi viventi si distribuiscono in strati verticali:
- Le cime più alte degli alberi, fino ai 60 m, vanno a formare lo strato emergente abitato da pappagalli, rapaci e alcuni tipi di farfalle.
- La volta è costituita dagli alberi con altezze tra i 40 e i 60 m dove le foglie sono talmente fitte da non far penetrare la luce ed ospita diversi animali tra cui scimmie, rettili, bradipi (Sudamerica).
- Lo strato arboreo, con alberi di altezza tra i 20 e i 40 metri, ospita grandi felini come il leopardo nebuloso (Sud-est asiatico), iguane, serpenti.
- Infine il sottobosco ospita insetti, roditori e mammiferi più grandi come il tapiro (Sudamerica).
LE FORESTE PLUVIALI MONSONICHE (TROPICALI)
Sono foreste comuni nel Sud-Est asiatico dove le precipitazioni sono limitate ad un’unica stagione delle piogge, quella dei monsoni. Sono caratterizzate da una stagione secca con precipitazioni scarse se non assenti, durante la quale alberi e arbusti perdono le foglie. Queste foreste sono presenti anche in Australia del Nord e America centrale. Anche in questo tipo di foresta vi è una stratificazione della vegetazione che ospita, in corrispondenza dello strato arboreo felini come la pantera (Sud-est asiatico) o rettili come il pitone verde (Sud-est asiatico).
LE PALUDI DI MANGROVIE
Le mangrovie stabilizzano le linee di costa nei delta e negli estuari dei fiumi e lungo le coste delle zone tropicali e subtropicali. Quasi tre quarti delle coste tropicali sono caratterizzati da questo tipo di habitat, dominato da piante con radici poco profonde e resistenti ad un’elevata salinità. Le radici aggrovigliate delle mangrovie stabilizzano i sedimenti, trattengono la vegetazione, creano un ambiente ideale per gli organismi decompositori come batteri e vermi e forniscono substrato e riparo a molluschi e crostacei. Nelle paludi di mangrovie trovano poi le condizioni adatte per crescere molte larve e forme giovanili di numerose specie di pesci.
LA SAVANA
Questo ambiente è di transizione tra le foreste e i deserti e la crescita delle piante è limitata dalle scarse precipitazioni (500-750 mm annui). Le pianure erbose offrono poco riparo ad animali di grandi dimensioni ma, nonostante questo, sono spesso dominate da grandi erbivori, che cercano di confondere ed ingannare i predatori riunendosi in gruppo per pascolare. Sono ambienti che possono essere determinati da particolari condizioni del suolo, da periodici incendi (causati da fulmini o dall’intervento umano) oppure dalle condizioni climatiche. La savana africana è caratterizzata dalla presenza di grandi branchi di zebre, antilopi e altri grandi mammiferi cacciati da felini e canidi selvatici.
Altri esempi di habitat aperti sono le pampas sudamericane, le steppe euroasiatiche, i veld del Sudafrica e l’outback australiano.
I DESERTI E I SEMIDESERTI
Questi habitat coprono quasi un terzo del pianeta e sono caratterizzati dall’assenza di umidità dovuta da un’elevata evaporazione, scarse precipitazioni, o a una combinazione dei due fattori. Nei deserti in media cadono meno di 250 mm di pioggia ogni anno, mentre negli habitat semiaridi si arriva a circa 500 mm. Non è la temperatura a definire un habitat come deserto, infatti di giorno le temperature possono essere elevatissime mentre di notte scendono sotto lo zero. Gli animali che vivono in questi ambienti hanno adottato diverse strategie per riuscire a sopravvivere come l’orice che, ansimando, produce un flusso rapido di aria su una rete sottile di vasi sanguigni che raffreddano il sangue che va al cervello. Oppure i cammelli che per non sprofondare nella sabbia, hanno zampe molto larghe che permettono loro di non sprofondare.
LA MACCHIA MEDITERRANEA
Questo tipo di ambiente è caratterizzato da estati calde e secche e da inverni miti e piovosi. Questo influenza notevolmente la vegetazione, che è quindi caratterizzata da piante basse, legnose, perenni, a struttura di tipo sclerofitico, cioè con foglie piccole e dure adattate a resistere alla siccità estiva. Per questo motivo la macchia mediterranea è chiamata anche “foresta a sclerofille”.
La piovosità totale annua è di circa 250-500 mm e interessa soprattutto i mesi invernali. In estate la temperatura media mensile è spesso superiore ai 20 °C e in inverno il gelo è molto raro. Questo ambiente è abitato da cinghiali, caprioli, daini, scoiattoli, volpi, lupi, tassi, roditori, testuggini, lucertole e molte specie di uccelli. La fauna del suolo comprende chiocciole, insetti e lombrichi che in inverno vanno in letargo mentre in estate vanno in estivazione per proteggersi dall’eccessivo caldo.
Vi consiglio l’acquisto di questi prodotti: CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA – CLICCA QUI – CLICCA QUA
Questo articolo contiene link di Affiliazione icona Amazon (Sostienici, Grazie )
La tua donazione significa molto per continuare. Dona/rinnova il tuo sostegno ora. PAYPAL