ESEMPI DI ADATTAMENTO DEGLI ANIMALI ALL’AMBIENTE
Ci sono milioni di diversi tipi di organismi viventi nel mondo. Per lunghi periodi di tempo, le cose viventi si sono evolute per essere adattate per sopravvivere in diverse condizioni.
Se un organismo ha un adattamento vantaggioso, è più probabile sopravvivere, riprodurre e trasmettere le informazioni genetiche per questo adattamento alla prossima generazione.
Questa idea, ora conosciuta come la teoria dell’evoluzione mediante la selezione naturale, è stata definita dallo scienziato britannico Charles Darwin.
LE CONSEGUENZE DEL DIFFICILE PROCESSO DI EVOLUZIONE
- GLI OCCHI
Possiamo immaginare che nel corso del lungo e difficile processo di evoluzione qualcuno nacque con gli occhi più piccoli, una caratteristica che, all’esterno, sarebbe stata negativa: un animale che non vede non trova cibo e non riesce a sfuggire ai predatori.
Ma nel buio delle grotte una progressiva diminuzione delle dimensioni degli occhi poteva essere un vantaggio: costruire e mantenere in funzione questi organi, come tutti gli altri, richiede energia. In tal modo l’animale che si sviluppava senza occhi riusciva a risparmiare energia (quindi cibo) rispetto a quello che aveva occhi normali, e al buio non si trovava comunque svantaggiato.
- IL PIGMENTO
E così per il pigmento: i colori che fuori servivano a camuffarsi, al buio non erano indispensabili. Chi nasceva, per caso, senza pigmenti riusciva a fare economia per sopravvivere.
Insomma, nelle grotte di tutto il mondo oggi vivono moltissime specie completamente cieche e prive di pigmento, ma dotate anche di delicati apparati per ‘sentire’ al buio e di una serie di complicati adattamenti di tutti gli aspetti della loro biologia.
Una ricca fauna “perfettamente adattata” alla vita nelle grotte. Sono i sopravvissuti agli antichi eventi: gli studiosi li chiamano troglobi, organismi molto specializzati ma che non possono più uscire per vivere alla luce del sole. Sono particolarmente importanti perché rappresentano la testimonianza della vita del passato, tanto da poter essere considerati veri e propri ‘fossili viventi’.
LO STAMBECCO
Nelle vaste praterie alpine d’alta quota è possibile incontrare diversi esemplari di stambecco (Capra ibex), un mammifero ungulato appartenente alla famiglia dei Bovidi. A quote così elevate la bassa concentrazione di ossigeno nell’aria costituisce un fattore abiotico estremamente significativo, al quale questi animali si sono adattati sviluppando particolari caratteristiche anatomiche e fisiologiche finalizzate a garantire un’efficace capacità respiratoria. Rispetto alle altre specie di ungulati che vivono ad altitudini inferiori, lo stambecco possiede un apparato cardiovascolare del tutto peculiare. I polmoni sono più grandi e consentono una maggiore capacità respiratoria, il cuore presenta un volume notevole in rapporto alle dimensioni dell’animale e il numero di globuli rossi in circolo nel sangue è particolarmente elevato.
LE CIMICI DA LETTO
Le cimici sono solo un esempio di adattamento all’ambiente. Erano scarse due decenni fa ma si sono adattate agli insetticidi e sono diventate abbondanti in tutto il mondo.
Se è avvenuta l’adattamento, c’è un motivo: mentre noi modifichiamo l’ambiente in cui viviamo attraverso l’industrializzazione, le nostre abitudini e gli effetti del cambiamento climatico, gli animali e i vegetali delle città mutano adattandosi a questi cambiamenti.
LE ZANZARE “MUTATE”
In alcune metropolitane di grandi città, come ad esempio New York, Chicago o Los Angeles, sono state individuate zanzare ‘mutate’: hanno sviluppato la capacità di adattarsi e vivere nei sotterranei, non hanno più bisogno di nutrirsi costantemente di sangue e di “sparire” di inverno e sono molto più resistenti. Al tempo stesso però, rilevano gli studi, possono veicolare una lunga serie di malattie.
IL MERLO
Sul balcone o in giardino non è raro incontrare un merlo. Ormai è di casa. E come lui, il falco pellegrino e la poiana della Giamaica sono annoverati tra le specie che hanno eletto la giungla urbana a residenza. Eppure il merlo di oggi è diverso dal suo antenato di duecento anni fa. Ha il becco più lungo, la voce più acuta ed è meno disposto a migrare. Caratteristiche legate alla capacità di adattarsi all’ambiente urbano, come la necessità di far sentire la propria ”voce” al di sopra dei clacson.
E come il merlo sono tanti gli animali che hanno scelto la giungla di cemento per nidificare, inconsapevolmente capaci di adattarsi all’habitat meno confortevole del Pianeta tra smog e rumori.
IL RAGNO
La natura metropolitana offre anche altri esempi di evoluzione dettata dall’ambiente cittadino, come il ragno (Araneidae) studiato a Vienna, “predatore” notturno capace di agire al buio, eppure sempre più propenso a scegliere luoghi vicino a lampioni e altre luci artificiali pur di costruire le sue ragnatele dove gli insetti pullulano perché attratti. Così come le falene, a loro volta, che in alcune città sembrano avere sviluppato una resistenza alla luce delle lampadine.
LE LUCERTOLE
Mentre a Porto Rico alcune lucertole hanno modificato le loro zampe per avere una presa migliore, tale da potere scalare le superfici “lisce” come l’asfalto. E se finora i biologi hanno rivolto la loro attenzione soprattutto al fascino dei mutamenti studiati nella natura selvaggia e incontaminata, questa nostra giungla in continua (e rapida) evoluzione, in realtà, offre spunti eccezionali per chi osserva gli animali e la loro capacità di adattamento agli habitat antropici. E con i ritmi di sviluppo imposti dall’urbanizzazione globale, c’è da giurare che anche l’evoluzione di queste specie avverrà sempre più velocemente.
L’ORSO POLARE
L’ Orso Polare (Ursus maritimus) è un orso che si trova nel Circolo Artico. È un mammifero e un predatore di apex che spende un sacco di tempo in e intorno alla caccia all’acqua per il cibo. La sua principale fonte di nutrizione è sigilli.
L’orso polare è ben adattato per il suo habitat. Ha zampe grandi che consente all’orso di ottenere una presa migliore sul ghiaccio e non affondare nella neve. E ‘ben camuffato come ha pelliccia bianca che permette di nascondersi dalla sua preda sulla neve e sul ghiaccio. Spessi strati di grasso fermano l’animale a freddo. L’orso ha anche piccole orecchie che riduce il calore perduto da loro.
L’Orso polare ha:
- Piccole orecchie per ridurre la perdita di calore.
- Pelle bianca spessa per mantenere l’orso caldo e per il camuffamento nella neve.
- Spessore strato di grasso per contribuire a isolare il calore.
- Grandi zampe per fermare l’orso che affonda nella neve.
- Denti per mangiare preda facilmente.
IL CAMMELLO
Il Cammello ha:
- Piedi grandi per ridurre la pressione che il cammello esercita sulla sabbia.
- Hump (s) contenenti grassi che il cammello può utilizzare per l’energia, ma il grasso non isola il suo corpo.
- Nostrils sono allineati con i capelli e possono chiudere per impedire che la sabbia penetri nel naso.
- Spesse labbra, in modo che il cammello possa mangiare piante desertiche.
- Ciglia cespugne per fermare la sabbia nei loro occhi.
L’ORCA
L’Orca ha:
- Forma snella e coda potente per spostare il mammifero molto rapidamente attraverso l’acqua.
- Spessore (grasso) per isolamento in oceani freddi.
- Denti affilati per strappare la preda.
- Forza muscolare forte per spingere l’animale attraverso l’acqua.
Le orche sono ben mimetizzate. Quando si guarda dal fondo dell’acqua, i loro bianchi underbellies sembrano la superficie dell’acqua. Guardando dalla parte superiore dell’acqua i loro lati superiori neri si fondono con il colore delle profondità.
LA GIRAFFA
La Giraffa possiede:
- Corna per combattere con altre giraffe.
- Cappotto a motivo per camuffamento.
- Bocca di cuoio per mangiare piante dure e fitte.
- Lungo collo e gambe per aiutare l’animale a raggiungere alimenti in alto negli alberi.
- Lunga e dura lingua che può impugnare foglie e rami.
IL GUFO
Il gufo ha:
- Il collo flessibile permette al gufo di vedere in tutte le direzioni.
- Pelle morbide per un volo quasi silenzioso per catturare la preda senza essere ascoltati.
- Grande ali di ali rispetto alla massa corporea, il che significa che possono volare molto lentamente.
- Le orecchie asimmetriche consentono al gufo di individuare la direzione del suono con grande precisione.
- Cuccioli affilati per prendere la preda.
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