IL CORTEGGIAMENTO NEL MONDO ANIMALE
Secondo la legge della natura, tanto gli animali quanto gli esseri umani ricercano un partner con il quale accoppiarsi per poter avere in futuro una discendenza. Per raggiungere lo scopo, bisogna seguire un processo: scegliere il soggetto, corteggiarlo, conquistarlo e, infine, riprodursi.
L’AMORE NEL REGNO ANIMALE
L’amore esiste in ogni luogo, anche nel regno animale. Gli animali baciano, abbracciano, accarezzano, provano gelosia e, alle volte, arrivano a combattere per difendere ciò a cui tengono. Nel mondo selvaggio esistono diversi tipi di coppie, in base alle specie esistono unioni abbastanza stabili, accoppiamenti di una sola circostanza e persino animali che restano fedeli per tutta la vita al loro partner.
Una delle parti chiave di questo processo è il rituale di corteggiamento. Nella vita poche cose sono gratis e anche gli animali di sesso maschile devono sforzarsi per ottenere l’attenzione della loro possibile compagna, a tal punto che realizzano curiosi rituali nei quali ostentano le loro abilità.
COS’È IL CORTEGGIAMENTO
Il corteggiamento sessuale è l’atto per il quale il maschio (nella maggior parte dei casi) realizza una serie di rituali fisici per la femmina, con il proposito di dimostrarle che è pronto per accoppiarsi con lei. La femmina, possedendo un istinto naturale, analizza le caratteristiche di ogni maschio e sceglie quello che reputa più forte e adatto per generare buone discendenze.
I rituali di corteggiamento degli animali consistono in danze, grida, canti o lotte contro gli altri maschi. Alcuni corteggiamenti sono davvero curiosi, artistici, originali e possono risultare veramente strani.
Alla fine, la femmina si accoppierà solo con quello che reputerà il migliore della sua specie. Questi elaborati rituali sono l’ennesima prova dell’intelligenza delle creature che abitano la Terra.
LO STUDIO DEL CORTEGGIAMENTO IN ETOLOGIA
Il corteggiamento è considerato il mezzo con il quale attrarre la persona amata. Nel suo dispiegamento entrano in gioco fattori legati all’istinto ma anche, come nel caso del corteggiamento umano, complessi fattori antropologici o culturali.
Il corteggiamento tra animali è oggetto di studio in etologia. Si tratta di un comportamento, osservato in quasi tutto il mondo animale e considerato innato, atto a comunicare la propria disponibilità all’accoppiamento. Ha inoltre la funzione di riconoscimento specie-specifico e quella di ridurre i comportamenti aggressivi del possibile partner.
Può essere molto complesso, come nel caso dello svasso maggiore, e contenere una serie di comportamenti della vita di tutti i giorni ma ritualizzati. Ad esempio la pulizia delle penne oppure l’atto di nutrirsi o di offrire nutrimento, inoltre possiamo anche includere manifestazioni di grande prestanza fisica o di esaltazione di qualche caratteristica particolarmente attraente per l’altro sesso. L’origine di alcuni di questi comportamenti, come la pulizia delle penne, si pensa che si trovi nelle attività di sostituzione che si manifestano in casi di forte indecisione emotiva degli animali, ad esempio quando di fronte a quello che considerano un pericolo, devono scegliere tra attaccare o fuggire. Nel caso del gatto si è osservato come esso cominci a leccarsi il pelo, mentre nel lupo è tipico il fenomeno della diuresi.
Non è caratteristico dei soli vertebrati, ad esempio nel caso dei ragni si trovano le più disparate e più o meno evolute forme di corteggiamento. Data la loro caratteristica aggressività, per il maschio è prioritario farsi riconoscere come tale dalla femmina e inibirne i comportamenti predatori. In taluni casi certi ragni pizzicano la ragnatela della femmina con frequenze particolari, in altri fanno segnalazioni visive a distanza, agitando le zampe, mentre altri ancora portano in dono alla femmina una preda avvolta nel caratteristico bozzolo. In quest’ultimo caso si è osservato che taluni maschi portano alla femmina un bozzolo vuoto.
IL CORTEGGIAMENTO NELL’UOMO
Il corteggiamento è un insieme di strategie atte a sedurre un possibile partner. Esempi sono la composizione di poesie, le serenate, il ballo e più in generale qualsiasi forma di attenzione in grado di attirare la persona desiderata. Il corteggiamento, nell’ambito della sessualità umana, non è finalizzato unicamente allo scopo di raggiungere l’unione sessuale (e quindi, in definitiva, alla procreazione), ma ha una funzione ulteriore, quello di creare una base affettiva stabile e duratura per favorire la formazione di un rapporto di coppia.
Il rituale del corteggiamento umano, a differenza di quello animale, è fortemente condizionato da fattori culturali: questi, come è noto, sono variabili da luogo a luogo e possono mutare nel corso del tempo, subendo forme di evoluzione. In passato, per esempio, erano più rigidamente definite le regole del corteggiamento e i ruoli rispettivi assunti dalla femmina e dal maschio.
Nel corso del XX secolo in molti contesti culturali si è assistito a un allentamento di tali rigidità, che ha aperto a forme di corteggiamento meno codificate, improntate a maggior creatività individuale, che concedono più spazi di libertà di comportamento e hanno determinato una minore distinzione di ruoli. Ciò per esempio, in alcune realtà culturali, ha condotto all’adozione, da parte della donna, di atteggiamenti, quali l’assunzione dell’iniziativa, che in passato erano tradizionalmente considerati tra le prerogative maschili.
I COMPORTAMENTI RITUALI DEL CORTEGGIAMENTO
Alcune fasi del rituale di accoppiamento dello spinarello.
Spesso il corteggiamento avviene attraverso una sequenza di comportamenti rituali, che tutti gli individui di una data specie ripetono in modo quasi identico.
Un esempio è la danza con cui il maschio dello spinarello, un piccolo pesce di acqua dolce, corteggia la sua femmina.
Nel periodo riproduttivo il maschio cerca un territorio ricco di vegetazione, scava un piccolo buco, raccoglie piante acquatiche (figura ) e costruisce un nido di forma cilindrica.
Quando compare una femmina, il maschio inizia a muoversi a zig-zag mostrando il proprio ventre rosso: questo è un segnale di invito per le femmine e di minaccia per i maschi della sua specie.
Il movimento a zig-zag riflette un conflitto tra due istinti: da un lato il maschio vorrebbe aggredire l’intruso che penetra nel suo territorio, quindi gli si avvicina per attaccarlo; d’altra parte l’intruso è la femmina con cui desidera accoppiarsi, quindi si allontana per invitarla a entrare nel nido.
La danza prosegue soltanto se la femmina risponde con un preciso comportamento, mostrando il ventre pieno di uova; il maschio allora la conduce nel nido e le dà leggeri colpetti sulla coda (figura ): la femmina allora entra nel nido e depone le uova (figura).
A questo punto esce e si allontana, mentre il maschio entra e feconda le uova; poi agita l’acqua con le pinne pettorali per ossigenare le uova: da questo momento le proteggerà (figura ), e quando si schiuderanno curerà i piccoli. Al termine del periodo riproduttivo, il colore del ventre del maschio torna a essere sbiadito.
In alcune specie di uccelli e mammiferi i maschi e le femmine si incontrano in zone comuni di corteggiamento, le arene, dove i maschi si esibiscono e difendono piccoli territori temporanei, per attrarre le femmine. È il caso dei galli cedroni delle nostre montagne
LA SELEZIONE DEL MASCHIO
In genere le femmine degli animali producono poche uova, mentre i maschi emettono numerosissimi spermatozoi.
Per aumentare la probabilità di riprodursi, perciò, le femmine sono molto selettive nella scelta del partner: esse usano il corteggiamento per «mettere alla prova» i maschi e scegliere i migliori.
L’interesse dei maschi invece è fecondare quante più femmine è possibile. Perciò spesso lottano tra loro: il maschio dominante riesce ad accoppiarsi con più femmine o con le femmine «migliori».
Spesso le femmine scelgono come partner il maschio che ha l’aspetto più attraente: ciò garantisce che sia in buona salute e possa quindi generare figli sani.
Ecco perché nel periodo riproduttivo molti uccelli hanno un piumaggio appariscente, la cosiddetta livrea nuzialefatta di penne molto lucide, che attirano l’attenzione delle femmine.
Questo accade soprattutto nelle specie in cui un maschio si accoppia con molte femmine (come nei pollai, dove ogni gallo ha un «harem» formato da molte galline); in tal caso di solito è soltanto la femmina a occuparsi poi dei piccoli.
In alcune specie invece ogni femmina si accoppia con molti maschi, ed è poi il maschio a dedicarsi alla cura dei piccoli.
Un esempio è quello del piro piro macchiato. La femmina di questo uccello è una «fabbrica di uova»: in pochi giorni produce ben cinque covate, e spesso ha difficoltà a trovare un numero adeguato di maschi che le covino.
In questa specie i ruoli si ribaltano: le femmine sono più grandi dei maschi, lottano tra loro per conquistarsi i compagni e difendono il territorio.
Nelle specie monogame, in cui cioè il maschio e la femmina creano un legame di coppia, spesso entrambi partecipano alla cura dei piccoli.
È il caso di molti uccelli che si nutrono di insetti: la femmina da sola non riesce a procurare il cibo per sé e per i piccoli, quindi la collaborazione del maschio è indispensabile.
In alcuni casi la coppia è stabile per periodi molto lunghi, o anche per tutta la vita; ciò accade per esempio nei cigni, nelle oche e nelle cornacchie.
In altri casi i partner restano uniti soltanto finché allevano i piccoli. Poi si separano fino alla stagione successiva, quando si ritroveranno ritornando allo stesso nido, come accade alle rondini (figura).
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