L’ALLEVAMENTO DEGLI ASINI
L’allevamento si svolge in complesso analogamente a quello del cavallo, con la differenza che il primo è assai meno esigente, più rustico e resistente e più sobrio.
L’asino può essere allevato per motivi differenti, per esempio può accompagnare al pascolo le greggi di pecore, oppure fare la guardia, infatti, grazie al suo raglio, è in grado di dare l’allarme in caso di rumori forti e insoliti.
Grazie alla sua indole cooperativa è spesso impiegato nella pet therapy e in programmi educativi per bambini, inoltre può essere allevato come animale da compagnia. Grazie agli asini si possono creare veri e propri progetti educativi rivolti ai bambini. Da questi animali infatti è possibile imparare molto grazie alla loro sensibilità e alla loro unicità.
È allevato anche per la produzione del latte d’asina, un prodotto unico e ricco di fantastici principi nutritivi
LA GESTIONE E IL TIPO DI ALLEVAMENTO
Il rinnovato interesse nell’allevamento dell’asino per la produzione di latte ha focalizzato l’attenzione su una più corretta gestione degli animali sia in termini d’alimentazione che di governo. Quel che qui s’intende fare, è appunto dare alcuni indirizzi per la gestione dell’asino al fine di assicurarne il benessere, sia per l’allevamento con finalità produttive, sia per l’allevamento per ragioni d’affezione.
Grazie alle sue caratteristiche di rusticità, ed ove il clima lo consenta, l’asino può essere gestito allo stato semibrado in gruppi di 20 – 30 capi all’interno d’ampi recinti pascolabili dotati di ricoveri notturni. Il carico animale sostenibile al pascolo può variare di molto in funzione dell’ambiente (prato, prato-pascolo, bosco, macchia mediterranea), recenti stime asseriscono che un pascolo di buona qualità può sostenere carichi fino a 4 – 6 capi adulti ad ettaro.
Viceversa, quando il pascolo non sia disponibile, e talvolta anche per ragioni di semplificazione gestionale, gli asini possono essere stabulati in ricoveri con annesso paddok esterno.
L’asino è un animale dotato di spiccata socialità pertanto anche nel caso d’animali stabulati è preferibile formare dei gruppi all’interno della stessa area contenitiva. Nel paddok devono essere predisposti abbeveratoi preferibilmente del tipo automatico a tazza, punti sale e mangiatoie per la somministrazione di foraggio e concentrati.
Questo animale adora la vita all’aria aperta, ma necessita di una stalla nella quale ripararsi in caso di pioggia, neve e gelo. Sarebbe inoltre opportuno che la stalla fosse riscaldata nei periodi molto freddi, soprattutto nel caso di esemplari anziani. La stalla va pulita costantemente ed è fondamentale riempire l’abbeveratoio quotidianamente.
L’asino va spazzolato ogni giorno; inoltre è fondamentale la pulizia degli zoccoli e della lettiera.
Essendo un animale che soffre la solitudine sarebbe bene allevarne almeno due, in uno spazio di almeno 4 mila mq. Mediamente mantenere un esemplare costa 1500 euro all’anno.
QUELLO CHE C’È DA SAPERE PER L’ALLEVAMENTO
Un allevamento asini può diventare una fonte di investimento importante con grandi soddisfazioni a livello economico.
Sia che vengono allevate le asine da latte, sia che vengono allevati asini e asinelli per la rivendita di carne, pensare di avviare un allevamento di asini può diventare un’attività economica redditizia.
Vediamo tutto ciò che serve per avviare un allevamento di asini.
Prima di aprire un allevamento di asini e di cercareasini in vendita per riempire il nostro allevamento, è opportuno conoscere le razze di asini più diffuse in Italia e selezionare quelle più adatte ai nostri scopi.
LE RAZZE DI ASINI PIU’ DIFFUSE
Passiamo in rassegna le razze di asini italiani più diffusi e più facilmente reperibili.
- Asini amiatini:
Originario della zona di Grosseto in Toscana, dal cui monte Amiata prende il nome, l’asino amiantino ha un carattere dolce e resistente che lo rende adatto allo sfruttamento delle aree marginali.
Tra le sue caratteristiche fisiche ritroviamo gli arti zebrati, la riga mulina, una croce scapolare e la bordatura più scura delle orecchie. Può vivere fino a 40 anni.
- Asini Martina Franca:
La razza, originaria della Puglia, è unica in Italia e facilmente riconoscibile per la sua taglia ben superiore alle altre razze italiane.
L’asino di Martina Franca viene utilizzato soprattutto per la soma e per la produzione mulina.
Il mantello è di colore scuro, con infarinatura del muso, alone intorno agli occhi e al muso. Ha un carattere vivace e una grande resistenza, per questo viene spesso impiegato come forza-lavoro.
La razza Martina Franca, insieme alla Ragusana, è la più diffusa per l’impiego delle asine da latte, grazie alla grande mole che permette di produrre più latte.
- Asini sardi:
Tipico asino da soma e da tiro, molto conosciuto e apprezzato anche all’estero, l’asino sardo è caratterizzato da riga mulina crociata, orecchie dal bordo scuro, zebrature sugli arti.
L’asino sardo è stato, nelle epoche passate, un vero e proprio mezzo di locomozione usato sia dagli agricoltori che per il traino cittadino. L’industrializzazione ha contribuito al declino di questa usanza.
L’asino sardo resta comunque uno dei più importanti, e fa parte del registro ufficiale degli asini italiani.
Altre razze di asini che vale la pena citare sono l’asino ragusano, l’asino romagnolo e l’asinara.
COSA OCCORRE PER L’ALLEVAMENTO
- Una volta selezionati gli asini più adatti alle nostre esigenze, prima di aprire l’allevamento è necessario predisporre il luogo dove gli asini andranno a vivere.
- Ciò, ovviamente, non manca di burocrazia. Per aprire un allevamento di asini occorre seguire il Codice per la Tutela e la Gestione degli Equidi, nonché il regolamento sull’allevamento di equini per quanto riguarda le norme igieniche.
- Da un punto di vista fisico è necessario disporre di un terreno adatto al pascolo, delle stalle abbastanza ampie da contenere gruppi di asini (gli asini sono animali molto sociali) e di una sala per la mungitura.
- Qualora non fosse possibile fornire un terreno per il pascolo, si dovrà almeno disporre di un paddock vicino per dare uno spazio di movimento diverso dalla stalla.
- Gli asini in vendita possono essere reperiti da allevatori vicini. La vendita di asini non è un aspetto da sottovalutare: a seconda della razza, un allevatore può vendere il suo asino anche per 1000 euro. Spesso, però, gli asinelli vengono regalati, o si può salvare un asinello dal macello spendendo circa 300 euro.
COSA COMPORTA L’ALLEVAMENTO DEGLI ASINI
Alcune accortezze per gestire la vita degli asini nell’allevamento:
- Registrare l’asino sia all’USL della città sia all’anagrafe equina (APA), con microchip e passaporto veterinario.
- Controllare periodicamente le zampe e verificare la presenza di parassiti.
Il latte d’asina va conservato in frigo per quattro giorni; se pastorizzato può durare anche una settimana in frigo.
Vediamo ora cosa comporta giornalmente un allevamento di asini.
- Ferratura degli asini:
La ferratura negli equini permette di mantenere sane le unghie. Nel caso degli asini, caratterizzati da zoccoli concavi e molto duri, la ferratura non è necessaria, a meno che non vengano utilizzati su terreni sassosi.
- Alimentazione degli asini:
Gli asini sono animali erbivori, con un apparato monogastrico e una capacità totale di 120 litri divisi fra stomaco, intestino e cieco – quest’ultimo è l’organo con più capacità contenitiva.
A prescindere dalla razza, per cui l’alimentazione cambia, tutti gli asini hanno bisogno di erba per l’assunzione di proteine e lipidi, cereali per l’assunzione di carboidrati e minerali e vitamine, anch’essi ricavati dalle piante.
Si deve porre particolare attenzione all’alimentazione delle asine da latte. Le asine da latte, infatti, mangiano porzioni diverse a seconda del periodo di gestazione.
- Gestazione delle asine da latte:
La gravidanza di un’asina da latte ha durata annuale. Per questo le asine possono gestire una gravidanza ogni anno; tuttavia rimangono produttive per dieci anni, a seconda della razza.
L’alimentazione delle asine da latte in periodo di gestazione si modifica a seconda del periodo: per i primi tre mesi si mantiene uguale allo stadio adulto; dal quinto mese si aumenta la quota di proteine per favorire la produzione di latte; successivamente, durante la produzione di latte, quindi nel periodo di mungitura, si mantiene un’alimentazione normale.
La mungitura può durare fino a sei mesi. La produzione di latte termina togliendo liquidi dalla dieta o terminando la mungitura.
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