GLI ANIMALI DELLA COLLINA
La collina è un rilievo di modeste dimensioni compreso tra i 200 e i 600 metri di altitudine sul livello dal mare. Le cime delle colline sono arrotondate e i versanti non sono particolarmente ripidi. La collina non è un territorio adatto alla coltivazione perché il terreno è solitamente molto friabile, si erode facilmente con le piogge, questo ha portato l’uomo a modificare il paesaggio collinare costruendo delle terrazze artificiali che permettono di sfruttare il clima mite e ottenere grandi appezzamenti coltivabili.
LA FAUNA DELLA COLLINA
La fauna della collina è particolarmente ricca e variegata, ma difficilmente percepibile ad un primo sguardo. Per quel che riguarda i vertebrati, infatti, la pressione antropica su questi ambienti ha reso gli animali più schivi e diffidenti di quanto non lo siano già per natura.
Inoltre, molti hanno un’attività crepuscolare o notturna e di giorno tendono a rimanere nascosti. I diversi paesaggi ed ambienti della Collina, strettamente correlati dal punto di vista biologico, possono essere considerati piccoli ecosistemi caratterizzati ognuno da una fauna specifica.
GLI UCCELLI
I boschi sono la casa di molti uccelli, prevalentemente passeracei. Diffusissime sono le piccole cince: la cinciallegra, la cincia mora e la cinciarella, specie sedentarie che d’inverno allietano con il loro canto lo spoglio ambiente dei cedui.
Egualmente insettivori e sedentari, il picchio rosso maggiore, il picchio verde, il picchio rosso minore ed il picchio muratore fanno i nidi nelle cavità degli alberi.
La gazza, avendo acquisito notevole famigliarità con la presenza umana, tende ormai a fare i nidi vicino ai luoghi abitati, mentre il cuculo colloca le sue uova nei nidi dei passeracei in modo da far loro allevare i propri piccoli.
La ghiandaia, il codibugnolo e l’usignolo sono meno comuni e quindi più difficili da scorgere fra i rami: spesso solo il loro canto ne svela la presenza.
Nelle siepi e negli arbusti nidificano soprattutto l’averla piccola, la capinera, lo scricciolo e il merlo, tra i mammiferi il moscardino, piccolo roditore dal dorso aranciato, e il riccio, unico insettivoro ad andare in letargo.
Il codirosso e lo storno condividono con molti degli animali già citati prati, incolti, radure e brughiere, luoghi preferiti anche da corvidi (cornacchia grigia, cornacchia nera, corvo) e lepri. Anche il pettirosso, il verdone ed il cardellino frequentano le radure ed i boschi aperti ove possono cadere preda dei pochi rapaci diurni della collina (poiana e gheppio) che si trovano con quelli notturni (allocco, civetta, gufo comune e barbagianni) ai vertici della catena alimentare. Questi ultimi si nutrono prevalentemente di piccoli roditori, come pure l’unico canide selvatico del territorio, la volpe, che tuttavia non disdegna occasionalmente rifiuti o carogne.
I RODITORI
I roditori più frequenti sono quelli che vivono al suolo ed appartengono alla famiglia degli Arvicolidi (arvicola rossastra e arvicola di Savi), dei Muridi (topo selvatico collo giallo) e dei Soricidi (toporagno comune e crocidura ventrebianco) e costituiscono le prede preferite di donnole e faine, occasionalmente del tasso.
LA FAUNA DEGLI AMBIENTI UMIDI DELLA COLLINA
I pochi ambienti umidi della collina danno vita ad interessanti ecosistemi, e, come in tutte le aree umide, gli ospiti più numerosi sono gli insetti, allo stato larvale o adulto, che forniscono nutrimento alle diverse specie di anfibi.
Tra questi i tritoni sono i più difficili da incontrare poiché trascorrono gran parte della vita tra le radici degli alberi o sotto i sassi, mentre i numerosi anuri (raganella, rana agile, rana verde minore, rospo comune e rospo smeraldino) a volte sfuggono alla vista per le proprie abitudini notturne. Prede abituali degli uccelli rapaci, hanno anche sul terreno dei pericolosi nemici nella biscia dal collare e nel biacco, serpenti alquanto aggressivi che raggiungono i due metri e che, se disturbati, attaccano anche l’uomo.
Alcuni altri animali, assai comuni in altre zone, si possono incontrare solo occasionalmente in collina: i più interessanti sono certamente l’airone cenerino ed il capriolo. Quest’ultimo in particolare è assai difficile da scorgere sia per le abitudini prevalentemente notturne sia per il numero estremamente ridotto di esemplari presenti.
Anche il cinghiale un tempo era raro in zona, mentre è ora massicciamente presente a causa del lancio illegale a scopo venatorio e della elevata prolificità.
IL CONIGLIO SELVATICO
Il coniglio esce dalla tana all’alba e al tramonto, dopo essersi assicurato, con l’udito finissimo, che non vi siano pericoli. Si reca per lo più in posti elevati dove può scorgere un vasto orizzonte, e quindi fa accurata pulizia passandosi ripetutamente le zampe anteriori sul dorso e sulle orecchie, come fanno i gatti.
Va quindi alla ricerca del cibo, prima cautamente e poi rassicurato, facendo lunghe corse attraverso i luoghi sconfinati e passando per lo più per gli stessi sentieri. Nelle notti di plenilunio i conigli amano riunirsi nelle radure e negli spazi dei boschi e nelle vigne e quindi si divertono a rincorrersi e a fare pulizia; basta però che un rumore o uno di essi dia l’allarme, battendo con le due zampe posteriori vivamente il terreno, perché tutti lestamente si disperdano e raggiungano le loro tane.
IL CINGHIALE
Abitudine particolare del cinghiale, comune al cervo, e’ l’insoglio. Esso non e’ altro che un bagno di acqua e fango che gli animali hanno necessita’ di fare per liberarsi dai parassiti e dallo sporco o per rinfrescarsi durante i periodi caldi.
Dal punto di vista alimentare il cinghiale e’ un onnivoro, quindi la sua dieta puo’ essere molto varia (radici, tuberi, frutti, invertebrati, piccoli mammiferi, carcasse di animali e anche mammiferi di maggiori dimensioni feriti e quindi facili da predare in gruppo).
Tipico e’ il grufolare, cioe’ l’abitudine di cercare cibo nel suolo usando il grugno per rivoltare il terreno.
Anche la dentatura denota abitudini alimentari varie. Infatti le sue tavole dentarie permettono il trituramento di alimenti vegetali ma anche lo sfibramento delle carni. E’ dotato inoltre di particolari canini: gli inferiori si chiamano zanne e soprattutto nel maschio sporgono vistosamente dalla rima labiale e sono ricurvi verso l’alto. Quelli superiori si chiamano coti e sono di dimensioni piu’ ridotte.
IL TASSO
L’habitat naturale del tasso è rappresentato da boschi, anche ad estensione limitata, con buona presenza di latifoglie. Il limite altitudinale non supera di solito i 1.600 – 1.700m. Rifugge le zone antropizzate. Il Tasso presenta abitudini notturne, durante il giorno riposa all’interno di una tana provvista di più uscite e sfiatatoi che tiene pulita con estrema cura. Nella tana si rifugia anche tutto l’inverno, senza mai cadere in un vero e proprio letargo.
La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 18-24 mesi di età, il periodo degli accoppiamenti si ha in aprile-agosto. Dopo una gestazione di circa 7-8 mesi vengono partoriti in tana 4-5 piccoli che rimangono ciechi per 28-35 giorni e insieme alla madre per altri 3-4 mesi. La vita media si aggira intorno ai 15 anni. Il tasso presenta una dieta alquanto varia: uova, Uccelli, Rettili e Molluschi; questo regime alimentare può essere completato con vegetali: Mais, frutta, germogli, radici ecc..
LA VOLPE
L’habitat naturale della Volpe è rappresentato da superfici boscose dove può trovare rifugio, ma non disdegna zone vicino ai coltivi o alle abitazioni. Di abitudini notturne dove c’è insediamento umano può essere avvistata anche di giorno dove non ci sia forte disturbo. Buona nuotatrice. Nelle ore diurne riposa nei fitti cespugli, tronchi ecc. è un animale che costruisce la sua tana o all’interno di vecchie tane di coniglio selvatico e tasso, oppure la scava lei stessa.
Il periodo degli accoppiamenti va da gennaio a marzo e la gestazione dura circa 60 gg. I piccoli vengono alla luce in aprile-maggio in numero di 3-9 e l’emancipazione si ha intorno a 3-4 mesi di vita. La durata della vita non supera in media i 10-12 anni.
La Volpe caccia solitaria e il suo territorio di caccia varia tra i 300 e i 500 ha, a seconda della densità delle prede. Durante il suddetto periodo degli amori, maschio e femmina si ricercano attraverso segnali olfattivi e sonori (abbaio). Lo specchio trofico comprende: Uova, frutta selvatica, piccoli vertebrati, invertebrati, selvaggina, roditori e rifiuti urbani.
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