IL CAVALLO È UN ANIMALE GREGARIO
I cavalli che vivono allo stato selvaggio formano dei piccoli gruppi che fanno parte di un branco, all’interno del quale esiste una rigida gerarchia.
I giovani puledri giocano insieme, esercitando così il loro apparato motorio ed apprendendo le regole sociali. E’ vero che i giovani stalloni vivono temporaneamente da soli all’interno del branco, ma è difficile trovare dei cavalli che vivano completamente Isolati.
In effetti per i cavalli selvatici il contatto sociale è importantissimo: gli occhi di un intero branco vedono meglio degli occhi di un solo cavallo.
Inoltre, nei periodi difficili, i cavalli dominanti più esperti conducono il branco verso ricchi pascoli e fonti d’acqua: il branco è quindi sinonimo di sicurezza.
IL SIGNIFICATO DI GREGARIO
Gregari sono quegli animali che hanno l’abitudine di vivere in aggregazioni (gruppi familiari, branchi o frotte, o stormi) di carattere permanente o temporaneo, anziché isolati. Sono quegli animali che in natura vivono in comunità ma in cattività possono riuscire a sostituire gli esemplari della propria specie con la presenza umana costante.
I cavalli sono animali gregari che hanno bisogno di molto movimento. Tutti i cavalli devono avere la possibilità di uscire e andare al pascolo regolarmente nonché condizioni favorevoli ai contatti sociali.
Negli animali gregari, essere integrato socialmente comporta importanti vantaggi in termini di successo riproduttivo, salute e longevità. Le connessioni sociali sono determinanti per l’accesso alle risorse e alle informazioni, e assumono un ruolo cruciale nel riconoscimento e nell’evitare i predatori. Alcuni individui sono meno integrati di altri, e possono essere emarginati dal gruppo come strategia competitiva.
IL CAVALLO E IL BRANCO
Si definisce come branco di cavalli il gruppo che condivide lo stesso territorio. In un branco allo stato brado ogni stallone si associa con un gruppo formato da 2 a 20 femmine. Il branco ottimale ha 5 – 7 femmine, che lo stallone riesce a coprire in maniera ottimale producendo un numero congruo di puledri.
Indubbiamente il cavallo è un animale socievole che ama condividere la vita di comunità e branco. All’interno del gruppo stabilisce amicizie durature e rapporti affettivi molto longevi, ma possono avvenire piccoli screzi dati dalla giovane età utili per conoscersi. Il branco è gerarchico e matriarcale, il capo è chi guida alla ricerca di cibo, risorse, protezione, rifugio. Questo ruolo è quasi sempre impersonato da una cavalla anziana con esperienza, che raramente abbandona il branco.
Solitamente il maschio svolge il ruolo di stallone per la riproduzione e mai di leader, può condividere il compito solo in caso di pericolo e necessità. Possono convivere più stalloni nello stesso branco, si stabilisce una gerarchia democratica dove il maschio predominante si assicura più femmine rispetto ai subalterni.
I cavalli cambiano gruppo familiare molto raramente e lo fanno solo quando le risorse diventano insufficienti. Il maschio solitamente protegge i piccoli e il gruppo, mentre le femmine difficilmente sono in conflitto tra di loro. Spesso, anche in assenza di stallone, possono convivere pacificamente per il bene della comunità.
UN COMPORTAMENTO DA EVITARE:TENERE IL CAVALLO DA SOLO
Questa dipendenza dai compagni del gruppo e del branco è una caratteristica presente anche nei cavalli addomesticati. Il contatto con i suoi simili è fondamentale per il benessere del cavallo che dunque non va tenuto da solo.
Ciò può essere tollerato solo per brevi periodi, ad esempio in seguito alla morte di uno di due cavalli, finché questo non viene sostituito da un altro, oppure finché il cavallo rimasto non viene inserito in un altro gruppo.
Animali di altre specie, come vitelli o capre, possono rappresentare una compagnia per i cavalli tenuti da soli, ma non possono sostituire i loro compagni di specie, poiché non mandano gli stessi segnali; parlano in buona sostanza un’altra lingua. Inoltre, i cavalli sono dominanti verso questi animali e bisogna evitare che, trovandosi in una stalla comune, li feriscano.
Soprattutto i giovani puledri da latte devono poter crescere in un gruppo con cavalli adulti e altri puledri. Anche le giumente d’allevamento senza puledri e i cavalli adulti devono avere un contatto almeno visivo, acustico e olfattivo con individui della stessa specie. I cavalli giovani devono crescere all’interno di un gruppo per apprendere le forme di espressione proprie della razza.
Chiunque si occupa di animali deve, nella misura consentita dalle circostanze, aver cura del loro benessere.
IL BISOGNO DI CONTATTO CON I LORO SIMILI
Gli equini, essendo gregari, hanno bisogno del contatto con i loro simili ma, soprattutto, di esercizio. Si devono prevedere almeno 26 uscite dalla stalla al mese, anche d’inverno e meglio se di alcune ore, e possibilmente in gruppo.
Allo stato brado, i cavalli stanno giorno e notte col branco. La detenzione in gruppo che permette di uscire liberamente e di accedere regolarmente al pascolo si avvicina il più possibile alle condizioni naturali.
I cavalli che escono spesso e a lungo sviluppano una miglior termoregolazione.
La natura ha dotato gli equini di uno stomaco e di un apparato digerente che richiedono un apporto costante di nutrimento. Idealmente, la pausa fra un periodo di alimentazione e l’altro non dovrebbe eccedere le due ore. Ciò non è possibile se, di notte, i cavalli nei box hanno a disposizione solo trucioli e materassini.
I cavalli mangiano per più di 18 ore al giorno, in costante movimento. La detenzione individuale nei box non soddisfa queste necessità.
Spesso, i cavalli non mangiano di più restando a lungo al pascolo. Le ricerche hanno dimostrato che durante le brevi permanenze al pascolo, i cavalli mangiano semplicemente più in fretta.
Le malattie equine più frequenti toccano gli organi respiratori, quelli digestivi e l’apparato motorio. Nei box si manifestano malattie respiratorie, coliche, danni dovuto all’immobilità e disturbi del comportamento. I cavalli detenuti in gruppo fanno più moto e hanno più contatti sociali; sono dunque spesso più sani dal punto di vista fisico e psichico. Ciò riduce anche le spese veterinarie e aumenta l’aspettativa di vita.
LA DETENZIONE IN GRUPPO
La detenzione permanente in gruppo con libertà di uscire conserva la muscolatura, anche in inverno e quando i cavalli non vengono allenati.
Gli equini non dormono tutta la notte, contrariamente ai polli o ai suini. Approfittano piuttosto delle ore d’oscurità per mangiare e girovagare, proprio come i bovini. Per i cavalli, il libero moto è importante anche per motivi sanitari: consente di evitare le coliche! Nelle detenzioni in gruppo, i cavalli non sono solo nettamente più sani e più equilibrati, sono anche più indipendenti e sicuri. Sono sottoposti a diversi stimoli che non percepiscono nei box.
La detenzione in gruppo attenua le tensioni: i cavalli sono più equilibrati e calmi. Lo scarico esplosivo d’energia, che può rivelarsi pericoloso, non avviene più.
Il carico lavorativo nella stalla è notevolmente ridotto. Non occorre costruire box individuali e i costi dell’investimento vengono ridotti.
I cavalli possono essere mobilizzati a ogni momento per i loro diversi esercizi, senza doverli dapprima riscaldare a lungo.
Scale e gradini stimolano i cavalli a fare del moto variando i movimenti. Salendo (senza carico) la muscolatura del dorso si stira, girandosi su uno spazio esiguo si piega e scendendo si rafforza. Inoltre, livelli diversi riducono le tensioni nei ranghi gerarchici. Ciò che sembra brutale a prima vista è solo un turbolento gioco tra cavalli felici. Molto moto fa bene alla salute.
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