VIVERE IN GRUPPO, LE SOCIETÀ DI ANIMALI
Alcune specie animali vivono in gruppi organizzati, le società. I vantaggi a vivere in una società sono molteplici: una migliore difesa contro i predatori, una maggiore efficienza nella predazione, più probabilità di incontrare il partner per riprodursi, risparmio di energia grazie alla suddivisione del lavoro. Le società animali possono entrare in crisi quando la scarsità di risorse alimentari fa aumentare oltre certi limiti la competizione per il cibo fra i propri componenti.
I SISTEMI SOCIALI NEGLI INSETTI
I sistemi sociali si sono evoluti, raggiungendo il massimo grado di complessità negli insetti sociali e nei mammiferi.
Alcuni insetti (api, formiche e termiti) hanno sviluppato complesse società caratterizzate dalla rigida ripartizione degli individui in caste. Fin dalla nascita un individuo viene destinato a una determinata casta, programmata per svolgere una precisa funzione.
Le società delle api si compongono di una regina (la sola femmina fertile), pochi maschi (il cui unico compito è fecondare la regina) e migliaia di operaie, alle quali spettano tutte le mansioni necessarie al sostentamento dell’alveare. Le api operaie sono in grado di comunicare tra loro la presenza di una fonte di cibo e la sua distanza dall’alveare attraverso la cosiddetta “danza delle api”.
Anche le società delle formiche sono formate da tre caste: regina (fertile e alata), operaie (femmine non fertili e prive di ali) e maschi (alati).
Fra le termiti si riconosce una quarta casta, quella dei soldati, individui provvisti di enormi mandibole.
I SISTEMI SOCIALI NEI MAMMIFERI
Al contrario di quanto avviene tra gli insetti, nei mammiferi le società sono dinamiche, organizzate in maniera poco rigida e adattabili. I componenti del gruppo sono distinti secondo una gerarchia di dominanza che non è immutabile e può essere messa in discussione qualora l’individuo dominante muoia o venga sostituito per vecchiaia o inabilità.
I compiti sono ripartiti, ma ciascun individuo mantiene un elevato grado di autonomia. Molto importante è la gerarchia di dominanza nei confronti della precedenza nell’accoppiamento.
I NOMI DEI RAGGRUPPAMENTI ANIMALI
Alcuni raggruppamenti di animali hanno un proprio nome specifico.
- Branco: è il termine più generico di tutti, che va bene per tutti i grandi animali terrestri, anche se è più corretto per i carnivori. Es: branco di leoni o di lupi.
- Mandria: riguarda i grandi gruppi di erbivori di una certa taglia. Es: mandria di cavalli o bisonti. Spesso si usa anche gregge, ma questo fa riferimento a gruppi di ovini allevati dall’uomo e non a concentrazioni di animali selvatici.
- Stormo: si riferisce solo agli uccelli. Es: uno stormo di cicogne o di passeri.
- Banco: ha a che vedere con i pesci o altri animali marini. Es: banco di sardine o di calamari.
- Sciame: riguarda gli insetti volanti. Es: sciame di api o di cavallette.
- Colonia: ha un significato più ampio e complicato degli altri. Di solito riferito a un gruppo di animali che vivono assieme in un unico luogo, scelto come tana e area di riproduzione. Pensate a un gruppo di uccelli o piccoli mammiferi che vivono e allevano i piccoli in un’unica area, come una colonia di pinguini o pipistrelli, ma anche a concentrazioni di invertebrati, come una colonia di termiti o di formiche (più spesso chiamate formicaio e termitaio). A volte, infine, si può usare questo termine riferendosi a una concentrazione di organismi minuscoli, come una colonia di batteri o protozoi.
I VANTAGGI DELLA VITA DI GRUPPO
Molte specie animali vivono in gruppi, per periodi più o meno lunghi oppure per tutta la vita.
Se si vive in gruppo ci si può dividere i compiti: c’è chi si occupa dei piccoli, chi della difesa e chi invece va alla ricerca del cibo.
Alcune marmotte per esempio fanno la guardia mentre le altre mangiano.
Se c’è un pericolo le «sentinelle» emettono segnali d’allarme fischiando: un suono breve indica un rapace in volo in rapido avvicinamento, mentre un suono più lungo indica che un predatore sta arrivando via terra, e impiegherà quindi più tempo per raggiungere la colonia.
In gruppo inoltre si possono catturare prede che per un individuo sarebbero troppo grandi o difficili da raggiungere.
Spesso a questo fine si elaborano vere e proprie strategie di caccia collettiva.
Anche dal punto di vista dell’autodifesa la vita di gruppo porta molti vantaggi:
- Se si è in tanti ci sono più occhi che stanno all’erta, quindi è più facile accorgersi in tempo dei predatori; i colombacci per esempio vivono in stormi, e così si difendono meglio dagli attacchi di rapaci come gli astori.
- Se un predatore si avvicina, essere in tanti permette di difendersi meglio o di disorientarlo; nelle colonie di gabbiano comune, per esempio, tutte le coppie attaccano qualunque cornacchia si avvicini a un nido.
- In caso di attacco del predatore, infine, tanto più grande è il gruppo e tanto maggiore è la possibilità che la vittima sia qualcun altro…
GLI SVANTAGGI DELLA VITA DI GRUPPO
Vivere in gruppo però ha anche svantaggi:
- Il gruppo è molto più visibile di un singolo individuo, e inevitabilmente i membri del gruppo sono sempre in competizione.
- Alcune specie, come le tigri e i criceti, preferiscono la vita solitaria: gli individui si incontrano solo nel periodo della riproduzione, quando si sceglie il partner e si allevano i piccoli.
- In queste specie animali la vita di coppia dura pochissimo. Il nucleo famigliare è formato dalla madre e dai cuccioli, e sopravvive soltanto fino a quando i piccoli diventano autonomi.
- Altre specie fanno vita sociale soltanto in alcuni momenti della loro vita. È il caso degli uccelli che si riuniscono in grandi stormi per le migrazioni: l’aggregazione è temporanea e «aperta», nel senso che qualunque individuo può partecipare.
GLI ANIMALI IN SOCIETÀ
Ogni branco di elefanti è guidato da una femmina anziana.
Alcuni animali creano gruppi stabili e chiusi, vere società in cui ognuno ha un preciso compito e si dipende gli uni dagli altri.
Gli individui estranei, anche della stessa specie, sono allontanati.
Quando il gruppo si sta formando, o nel periodo della riproduzione, i suoi componenti devono «gareggiare» tra loro per conquistare il cibo, il luogo in cui dormire oppure il partner.
A conclusione di questi duelli all’interno del gruppo si stabilisce una gerarchia: ciascun animale ha un preciso rango, cioè una posizione in ordine di importanza che è riconosciuta da tutti i componenti del gruppo.
Il capo del gruppo è l’individuo che ha vinto tutti i duelli, e che dominerà per un periodo più o meno lungo. Tutti gli altri individui hanno rango via via inferiore.
Il capo mangia e si accoppia per primo, e ha sempre la sistemazione migliore anche nelle situazioni difficili. In compenso corre più rischi rispetto agli animali subordinati, perché deve proteggere il gruppo e far da guida durante gli spostamenti, affrontando per primo gli eventuali aggressori.
Se ti capita di visitare un pollaio, osserva il comportamento di galli e galline quando viene portato il mangime: soltanto una gallina e un gallo si avvicinano subito al cibo, mentre tutti gli altri si fanno da parte.
Quando questa coppia, che è quella dei dominanti, si è saziata, si avvicinano anche i subordinati, sempre seguendo un ordine che riflette il loro rango nel gruppo.
Nel gruppo esiste cioè un ordine di beccata, definito in base alla forza fisica e all’aggressività degli individui.
Quest’ordine può cambiare nel tempo: gli adulti, invecchiando, diventano più deboli e cedono il posto ai giovani.
In altre specie i dominanti sono gli individui più anziani, cioè quelli più esperti.
È ciò che accade tra gli elefanti, dove a capo di ogni branco c’è una vecchia femmina. Questa matriarcaè la madre di quasi tutti i membri del gruppo, e spesso è l’unica a conoscere la posizione delle scarse fonti d’acqua della savana.
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