LE FAMIGLIE DEI CARNIVORI FELIFORMI
È importante distinguere il termine generico “carnivori”, con l’iniziale minuscola, che indica solo animali che si cibano di altri animali, dal termine “Carnivori” con l’iniziale maiuscola, che indica un preciso, se pur discutibile, gruppo sistematico. Vi sono per esempio molti insetti carnivori (es. certe vespe), ragni carnivori ecc., che non sono affatto… Carnivori.
I CARNIVORI SENZA ESSERE CARNIVORI
Alcuni mammiferi sono carnivori senza essere “Carnivori”: per esempio i Cetacei dell’ordine degli Odontoceti sono carnivori in quanto si cibano di pesci e crostacei, come anche gli insettivori e gli sdentati che si cibano di insetti, tuttavia non sono Carnivori, perché la struttura dentaria dei Carnivori è tale da identificarli come specie imparentate fra loro, degne della distinzione dagli altri ordini.
LA SUDDIVISIONE DEI CARNIVORI
I Carnivori sono diffusi in tutto il mondo, la loro nascita risale alla preistoria, con l’avvento dei dinosauri.
I Carnivori si dividono in due grandi sottordini, ogni gruppo presenta al suo interno numerose famiglie.
Il primo sottordine è chiamato Feliformia e comprende le famiglie dei:
- Felidae
- Herpestidae
- Eupleridae
- Viverridae
- Hyaenidae
- Nandiinidae
I SOTTORDINI DEI CARNIVORI: FELIFORMI E CANIFORMI
I Carnivori possono essere suddivisi in due sottordini: i Feliformi, che presentato artigli retrattili o semi-retrattili, e i Caniformi, che ne sono sprovvisti, e si distinguono per un muso più allungato.
La distinzione tra Caniformi e Feliformi in realtà si basa su un curioso particolare anatomico: la bulla timpanica dei Caniformi è indivisa, mentre quella dei Feliformi è divisa in due logge, l’anteriore delle quali è la vera e propria camera timpanica che contiene gli ossicini dell’orecchio medio e in cui sbocca la tromba di Eustachio. È probabile che l’udito straordinario dei felini sia legato a questa struttura con doppia camera
Come suggerisce il nome di questi raggruppamenti, gli animali di riferimento sono il cane domestico (Canis lupus familiaris) e il gatto domestico (Felis silvestrus catus). Il terzo termine nel nome scientifico di questi animali identifica una sottospecie, ovvero un livello di classificazione immediatamente inferiore alla specie, che distingue, in questo caso, l’animale addomesticato da millenni dall’uomo dalla sua controparte selvatica, con la quale è comunque in grado di riprodursi: questo vuol dire che appartengono alla stessa specie.
L’addomesticamento da parte dell’uomo ha portato alla nascita di diverse razze di cani e gatti, che si distinguono per caratteristiche fisiche e comportamentali.
I FELIDI
I feliformi comprendono tre famiglie, che nella moderna classificazione si possono espandere a sei.
I Felidi (comunemente felini) sono gli animali più rappresentativi del sottordine e annoverano i parenti “selvaggi” del gatto domestico: il gatto selvatico (Felis sylvestris), il leone (Panthera leo), il cui maschio presenta una criniera di peli che gli conferisce potenza e rispetto nel branco e nel proprio harem di leonesse, il ghepardo (Acinonyx jubatus), che non presenta artigli retrattili ed è considerato l’animale terrestre più veloce, con i suoi oltre 100 km/h di velocità massima sullo scatto, e il puma (Puma concolor), abile saltatore e nuotatore, sono solo alcune specie di felidi.
Questi animali sono molto aggraziati ed eleganti nei movimenti, ma quando si tratta di cacciare si trasformano in implacabili e strategici predatori, in grado di appostarsi anche per molto tempo aspettando il momento adatto per colpire la vittima designata.
Molti felidi possiedono un manto particolarmente funzionale alla mimetizzazione nei vari habitat di appartenenza: la splendida pelliccia ha purtroppo ha indotto una caccia spietata, portando molte specie a gravissimo rischio di estinzione. I felidi hanno colonizzato i diversi continenti: la lince rossa (Felis rufus) abita il Nord America, il giaguaro (Panthera onca) il Sud America, la tigre (Panthera tigris) l’Asia, il caracal (Caracal caracal) l’Africa e il Medio Oriente. I felidi, inoltre, presentano i famosi “baffi”, chiamati vibrisse, presenti in altri mammiferi (es. roditori): si tratta di peli molto sensibili a causa della presenza di terminazioni nervose, che permettono all’animale di captare al meglio ciò che succede nell’ambiente circostante.
L’eleganza del felide: a sinistra i caratteristici ciuffi al termine delle orecchie del caracal (Caracal caracal), al centro una tigre (Pathera tigris) pronta all’attacco in una palude, e a destra la posa seduta di un puma (Puma concolor) che ricorda quella di un gatto domestico.
I LENIDI
Nonostante somiglino più a cani, gli appartenenti alla famigli degli Ienidi (tre specie di iene e una di protele) sono imparentati con i felidi: queste specie sono famose per l’abitudine di cibarsi di carogne di animali morti, anche uccisi e solo in parte divorati da altri carnivori. Per questa dieta particolare le iene vengono definite necrofaghe o saprofaghe: questi animali tuttavia sono anche ottimi cacciatori, dotati di straordinaria intelligenza tattica che permette loro di attaccare in gruppo anche grandi mammiferi erbivori (es. Ungulati), nonostante superino di poco il metro di lunghezza e non siano dotati della velocità dei grandi felidi.
I VIVERRIDI
Specie ancora più piccole appartengono alla famiglia dei Viverridi, considerati i carnivori più primitivi, a causa della scarsa specializzazione dei denti. A questa famiglia appartengono animali dotati di pelliccia maculata che permette la mimetizzazione come la genetta (Genetta genetta) e la civetta delle palme (Paradoxurus hermaphroditus), mentre altre specie, una volta considerate viverridi, costituiscono oggi famiglie indipendenti.
GLI EUPLERIDI E GLI ERPESTIDI
Gli Eupleridi sono rappresentati dal fossa (Cryptoprocta ferox), i Nandiniidi dalla nandinia (Nandinia binonata), mentre gli Erpestidi comprendono le più note manguste. Questi animali sono famosi per il racconto di Rudyard Kipling Rikki-tikki-tavi, in cui l’omonima mangusta affronta e uccide velenosi cobra. Proprio questo racconto ha fatto nascere la credenza che le manguste mangino solo serpenti, cosa non del tutto vera, perché cacciano volentieri piccoli mammiferi, rane, persino granchi.
Oltre alle manguste, un’interessante specie fra gli erpestidi è il suricato (Suricata suricatta), che vive in Sudafrica e in Namibia e ha la caratteristica di stare sollevato su due zampe per molto tempo: questi animali sociali infatti vivono in branchi in cui gli individui che non partecipano alla ricerca del cibo (principalmente insetti) fanno da sentinella, scrutando dall’alto di una collinetta la zona circostante.
A sinistra due esemplari di iena maculata (Crocuta crocuta) intente al trasporto di ciò che resta della testa di un’antilope, al centro una genetta (Genetta genetta) e a destra un suricato (Suricata suricatta).
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