LE FAMIGLIE DEI CARNIVORI CANIFORMI
I Carnivori sono diffusi in tutto il mondo, la loro nascita risale alla preistoria, con l’avvento dei dinosauri.
I Carnivori si dividono in due grandi sottordini (feliformi, caniformi), ogni gruppo presenta al suo interno numerose famiglie.
Il secondo sottordine è chiamato Caniformia e comprende le famiglie:
- Canidae
- Ailuridae
- Procyonidaee
- Ursidae
- Mustelidae
- Mephitidae
- Pinnipedia
- Phocidae
- Odobenidae
- Otariidae
I CANIFORMI
Fra i caniformi, gli animali più rappresentativi sono sicuramente gli appartenenti alla famiglia dei Canidi, accumunati da orecchie arrotondate e un naso (chiamato tartufo) molto sensibile, in grado di aiutare l’animale nell’identificazione della preda.
Le specie più piccole come la volpe comune (Vulpes vulpes), che vive in tutto l’emisfero boreale tranne nelle zone più fredde, abitate dalla volpe artica (Alopex lagopus), il fennec (Vulpes zerda), dalle caratteristiche grandi orecchie che disperdono meglio il calore nell’arido deserto sahariano, vivono generalmente solitari, o al massimo in coppia, e si cibano raramente di prede di taglia maggiore della loro.
Al contrario canidi più grandi, appartenenti al genere Canis, si organizzano in branchi, grazie ai quali sono in grado di attaccare grandi erbivori: specie di questo tipo sono il dingo (C. lupus dingo), ovvero il cane australiano che caccia marsupiali, il lupo euroasiatico (C. lupus lupus), il bellissimo antenato del cane domestico, che caccia grandi ruminanti come alci o cervi, ma anche mangiatori di carogne, come il coyote (C. latrans) e lo sciacallo dalla gualdrappa (C. mesomelas). Una specie a rischio di estinzione è il licaone (Lycaon pictus), caratterizzato da macchie nere, bianche, grigie e gialle.
A sinistra le grandi orecchie del fennec (Vulpes zerda), al centro lo sciacallo della gualdrappa (Canis mesomelas) e a destra il minacciato licaone (Lycaon pictus), il cui modo di camminare ricorda molto quello di un cane domestico.
GLI URSIDI
Altri caniformi dotati di un tartufo pronunciato sono gli Ursidi, animali dalle grandi dimensioni hanno una dieta varia, che a seconda degli habitat in cui vivono può comprendere pesci, alci, uccelli, erba, ghiande, insetti e miele. Fra queste specie le più famose sono l’orso bruno (Ursus arctos), che abita il Nord America, l’Europa e l’Asia, e l’orso polare (Ursus maritimus), che vive nell’Artico e si è abituato a cacciare sia sul ghiaccio sia sott’acqua, sviluppando abilità da nuotatore e subacqueo.
Un urside particolare è il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca), il cui nome scientifico significa letteralmente “piede di gatto nero-bianco”: il riferimento al noto colore della sua pelliccia è evidente, mentre è meno nota la presenza, all’interno delle ossa della mano, di una sorta di “sesto dito”, un “falso pollice”un osso del polso, il sesamoide radiale, particolarmente sviluppato che il panda gigante utilizza come una sorta di pollice opponibile, in modo da facilitare la presa sulle canne di bambù, sua quasi unica fonte di cibo (solo sporadicamente di nutre di uova e insetti e raramente è stato visto mangiare carogne di animali): di conseguenza, questo animale non è di fatto un carnivoro, ma un Carnivoro.
Attualmente classificato nella famiglia degli ursidi in seguito a precise analisi genetiche, era ritenuto in passato più affine ai Procionidi. Il panda gigante abita le foreste della Cina, come ben noto è in pericolo di estinzione: si pensa cerca in tutti i modi di preservarlo, anche allevandolo in cattività per favorire la riproduzione.
A sinistra un orso polare (Ursus maritimus) sui ghiacci dell’Alaska, al centro un famiglia di panda maggiori (Ailuropoda melanoleuca) immersi in una foresta di bambù. A destra invece il dettaglio della zampa anteriore del panda maggiore, in cui spicca il “falso pollice”.
I PROCIONIDI
Una famiglia le cui specie assomigliano a piccoli orsi è quella già citata dei Procionidi, la cui specie più rappresentativa è il procione (Procyon lotor), chiamato anche orsetto lavatore: questo animale abita il Nord America e dal suo habitat naturale, ovvero le foreste, si è spinto fino a colonizzare le aree urbane, dove spesso viene coloto a rovistare fra i bidoni della spazzatura.
Caratteristiche di questo animale sono le due macchie nere intorno agli occhi, quasi una mascherina, e la coda il cui pelo ha una colorazione ad anelli: quest’ultima appartiene anche al coati rosso (Nasua nasua), che abita il Centro e il Sud America. Una specie prima annoverata fra i procionidi è il panda minore (Ailurus fulgens) che oggi viene considerato l’unico appartenente alla famiglia degli Ailuridi. Questa specie, chiamata anche panda rosso, condivide con il panda maggiore l’habitat (le foreste cinesi) ma non la dieta: esso si ciba infatti di insetti, uova e piccoli mammiferi, oltre che di vegetali.
Simili ma diversi: a sinistra il procione (Procyon lotor), al centro il coati rosso (Nasua nasua), e a destra il panda minore (Ailurus fulgens).
I MUSTELIDI
Ai Mustelidi, appartengono specie di piccole dimensioni, dotate di grande agilità e di abilità nella caccia: un famoso modo di dire infatti recita “astuto come una faina” (Martes foina). Le pellicce permettono loro di mimetizzarsi: l’ermellino (Mustela erminea), per esempio, ha manto diverso a seconda della stagione, bianco d’inverno e bruno d’estate. La lontra (Lutra lutra), esperta nuotatrice che si ciba prevalentemente di animali acquatici, ha una lucida pelliccia impermeabile. Queste bellissime pellicce hanno tuttavia reso molti mustelidi oggetto di caccia da parte dell’uomo, e minacciato specie come lo zibellino (Martes zibellina) e il visone europeo (Mustela lutreola) e l’ermellino stesso.
Specie più abituate al contatto con l’uomo sono la donnola (Mustela nivalis), dal corpo lungo e snello, il tasso (Meles meles), che vive in colonie anche vaste, e la puzzola (Mustela putorius), la cui versione pressoché domestica è il furetto. La puzzola, tuttavia, è famosa per essere in grado di rilasciare una sostanza maleodorante da una ghiandola posta vicino all’ano (ghiandola perianale) quando si sente in pericolo: il cattivo odore è dato da molecole che contengono zolfo, simili a quelle liberate dal cavolfiore durante la cottura.
I MEFITIDI
Questa stessa tattica di difesa appartiene anche allo zorilla (Ictionyx striatus) e alla moffetta comune (Mephitis mephitis): quest’ultima specie, tuttavia, viene oggi considerata parte di una famiglia indipendente da quella dei mustelidi, ovvero quella dei Mefitidi, il cui nome prende spunto dal mefitico odore che emanano.
A sinistra una lontra (Lutra lutra) mentre nuota, al centro un tasso (Meles meles) e a destra la mefitica moffetta comune (Mephitis mephitis).
I PINNIPEDI
Le ultime tre famiglie di caniformi erano in passato considerate un ordine a sé stante, ovvero quello dei Pinnipedi: il termine deriva dagli arti superiori hanno assunto aspetto di pinne, adatte al nuoto e a uno stile di vita acquatico, mentre gli arti posteriori si sono evolute in una coda dotata di una sorta di pinna caudale. I pinnipedi vengono oggi definiti da molti come una superfamiglia comprendente le famiglie Otaridi, Odobenidi e Focidi, tutte caratterizzate da specie dotate di una grande riserva di grassi, che permette loro di sopravvivere agli habitat spesso gelidi in cui vivono. I maschi sono generalmente di dimensioni maggiori delle femmine, per le quali combattono anche con violenza durante la stagione dell’accoppiamento, che si svolge su spiagge o blocchi di ghiaccio.
GLI OTARIDI
Gli Otaridi comprendono specie come il leone marino della California (Zalophus californianus) e l’otaria dalla criniera (Otaria flavescens): il loro nome vuol dire “orecchio piccolo”, in riferimento al padiglione auricolare visibile, che li distingue dalle altre due famiglie.
GLI ODOBENIDI
Gli Odobenidi comprendono il tricheco (Odobenus rosmarus), famoso per i canini dei maschi che sporgono a formare vistose zanne.
I FOCIDI
I Focidi comprendo specie differenti, come la foca leopardo (Hydrurga leptonyx), che abita i freddi mari dell’Antartide, l’elefante marino meridionale (Mirounga leonina), il cui maschio possiede una strana sacca sul muso, quasi una proboscide, che gonfia per corteggiare la femmina, e la foca monaca (Monachs monachus), che vive nel Mar Mediterraneo ed è in pericolo di estinzione.
Maschi esibizionisti: a sinistra un maschio di otaria dalla criniera (Otaria flavescens) circondato da molte femmine, al centro un maschio di tricheco (Odobenus rosmarus) mostra le sue bianche zanne, a destra due elefanti marini meridionali maschi (Mirounga leonina) lottano ergendosi verso l’alto.
GLI AILURIDAE
Gli Ailuridae sono una famiglia dei mammiferi dell’ordine dei carnivori. La famiglia è composta dal panda rosso (l’unico rappresentante vivente) e dai suoi parenti estinti.
Georges Cuvier descrisse per la prima volta Ailurus come appartenente alla famiglia dei procioni nel 1825; questa classificazione è stata controversa da allora. Fu classificato nella famiglia dei procioni a causa delle somiglianze morfologiche della testa, della coda anellata colorata e di altre caratteristiche morfologiche ed ecologiche. Qualche tempo dopo, fu assegnato alla famiglia degli orsi.
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