LE DIFFERENZE TRA IL BUE E IL TORO
Generalmente i bovini vengono chiamati in modi differenti a seconda dell’età e del sesso: un maschio dai quattro anni in su viene definito “bove o bue” oppure “toro”.
- Nel primo caso, si tratta di una animale destinato alla macellazione, quindi nutrito ed allevato solo ed esclusivamente in funzione di questa.
- Molto spesso, però, i maschi castrati grazie alla loro forza vengono impiegati anche nel lavoro dei campi, essendo normalmente più tranquilli e pacati proprio per via di questo intervento.
- Nel secondo caso, invece, l’animale è destinato alla riproduzione per via di caratteristiche fisiche particolarmente ideali da trasmettere di generazione in generazione, sia attraverso la monta “naturale” che attraverso quella artificiale.
- Sinonimo di forza e virilità, il toro è spesso rappresentato nell’iconografia araldica con la coda alzata, simbologia fallica di forte evidenza, che lo distingue del bue, normalmente raffigurato con la coda rivolta verso il basso.
L’ETIMOLOGIA DEL TERMINE “TORO”
L’etimologia del termine toro, strano ma vero, si collega con quello della parola Italia. Infatti, secondo un’antica tesi, proprio la parola toro deriverebbe dal greco italós, una forma contratta e grecizzata dell’originale termine umbro uitlu, oppure dal latino uitellus, una forma con suffisso diminutivo che andava ad indicare il bovino maschio.
La tesi, per quanto non univoca, prede le parti dai Greci stessi che chiamavo l’Italia con il nome di Ouitoulía, ossia “terra dei tori” in quanto nelle zone che oggi sono comprese (orientativamente) fra le province di Catanzaro e di Reggio Calabria, risiedeva la popolazione dei Vituli, chiamati anche “Italòi” (ossia “abitanti della terra dei vitelli”), che adoravano un dio dalle sembianze taurine.
Normalmente, però si fa risalire l’etimologia della parola toro al termine latino taurus, che indica il “maschio robusto della vacca”.
LA DIFFERENZA TRA BUE E TORO
Esistono differenze specifiche tra toro e bue. Anche se entrambi i nomi si utilizzano per riferirsi all’esemplare maschio della specie bovina (Bos taurus), di fatto hanno caratteristiche differenti. Queste differenze non sono dovute alla specie e nemmeno alla razza, ma dipendono dal ruolo che questi due animali svolgono nel mondo dell’allevamento.
- Il termine toro si utilizza per denominare il maschio adulto e fertile del Bos taurus. I tori sono animali allevati per il proprio seme, che accoppiati con femmine fertili, garantiscono la qualità della razza e la discendenza.
- Viceversa ci si riferisce al bue quando si parla di un maschio adulto che è stato castrato, quindi che è stato sterilizzato una volta raggiunta la maturità sessuale.
I veterinari consigliano di effettuare la castrazione nei primi mesi di vita, perché dopo l’anno di età questo processo può provocare alti livelli di stress da parte dell’animale e può anche portarlo alla morte.
A prescindere da queste differenze, nella cultura popolare di molti paesi la parola bue è utilizzata per riferirsi in generale a tutti i maschi della specie Bos taurus, senza differenziazione di razza, età o funzione.
IL BUE E IL TORO SONO LO STESSO ANIMALE
Il Bue e il toro sono entrambi bovini.Non è errato affermare che bue e toro provengono dal medesimo animale, ovvero il vitello In particolare, è corretto dire che corrispondono allo stesso animale, il vitello, che una volta superati i quattro anni di vita prende destinazioni differenti.
Il bue e il toro sono lo stesso animale, ovvero il bovino. Tra i due esiste però una fondamentale differenza: mentre il toro è destinato alla riproduzione, il bue viene castrato e destinato alla macellazione.
Superati i quattro anni di vita il vitello può diventare:
- Un toro se, per le proprie caratteristiche di genealogia, struttura fisica e pregiatezza della razza, merita di essere destinato alla riproduzione Il toro è da sempre simbolo di forza, potenza e virilità tanto da diventare il simbolo di squadre sportive come il Torino Calcio o i Chicago Bulls.
- Un bue, se in mancanza di quelle peculiarità appena elencate viene castrato e allevato per la macellazione. Il bue prende all’interno della mandria una strada diversa: viene infatti castrato, nutrito e allevato per la macellazione.
Inoltre, dal momento che la castrazione rende i buoi animali docili e mansueti, già nell’antichità gli uomini utilizzavano i buoi come aiuto nello svolgimento dei lavori agricoli o faticosi in genere.
LA DIFFERENZA DEL NOME E’ RIFERITA ALL’UTILIZZO
Resta chiaro quindi che la differenza di nome, bue e toro, si riferisce semplicemente all‘utilizzo che si fa di questo animale, e quindi dal ruolo che deve svolgere all’interno del settore zootecnico.
I buoi sono o erano utilizzati per il lavoro pesante nei campi, in particolare tirando carri o aratri. Va detto che in rari casi anche i tori o le vacche possono compiere questo lavoro.
Se il toro serve al mantenimento e alla qualità della specie, svolgendo la sua attività riproduttiva con le giovenche, il bue viene invece utilizzato nel lavoro per la sua mansuetudine e per la grande forza e resistenza fisica. Ricordiamo che in passato, in assenza di macchine agricole, sia la produzione che la distribuzione delle materie prime erano affidate ad aratri e carri.
La castrazione era perciò una risorsa per controllare i comportamenti associati al desiderio sessuale e per rendere l’animale più docile e mansueto per il lavoro.
- Oggigiorno, con il miglioramento della tecnologia, gli animali ‘da tiro’ sono molto diminuiti e la nostra cultura nei confronti degli animali sta cambiando, in modo tale che si smetta di vederli come una forza lavoro ma li si tratti come esseri intelligenti e sensibili che meritano di vivere con dignità.
- Il toro è un maschio integro, dotato cioè di testicoli.
- Il bue è un toro castrato, in modo che, privo di gran parte del testosterone, diventi più tranquillo e meno aggressivo.
- Il manzo o bue è un bovino che, per via delle proprie caratteristiche fisiche, non è adatto alla riproduzione (come il toro) e pertanto viene castrato per favorirne l’ingrasso precoce, e macellato intorno ai 4 anni di età.
- A seguito della castrazione, la carne risulta essere più saporita e nutriente data l’elevata quantità di grasso accumulata a seguito della sovralimentazione cui è sottoposto l’animale.
- Il vitello non è altro che un giovane manzo macellato tra i 5 e i 7 mesi, la cui carne, per via della giovane età è bianca, tenera e poco grassa, poiché alimentato solo con latte dalla nascita fino alla macellazione.
- A differenza del manzo, il vitello non viene castrato.
- Il vitellone è un vitello che viene allevato fino ai 12 mesi di età e poi macellato.
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