LE CARATTERISTICHE ANATOMICHE DELLA CAPRA
La capra è, insieme alla pecora, uno dei primi animali ad essere stato addomesticato. L’allevamento caprino si è sempre rivelato prezioso per l’uomo, che ne ricava carne e latte, generalmente destinato alla caseificazione, lana e pelle.
È un animale intelligente e curioso, che ben si adatta a condizioni di allevamento difficili e a pascoli poveri.
I CARATTERI ANATOMICI
- Il corpo della capra è spesso di forma raccorciata e tozza, particolarmente nel maschio e nelle razze molto rustiche.
- Non mancano razze a corpo meno tozzo, più angoloso, a muscolatura asciutta, specialmente nelle femmine di razze molto lattifere, che spesso sono di forme assai fini e perfino gracili, con cosce scarne e a profilo posteriore incavato, come accade nelle vacche di razza Jersey.
- Il ventre è bene sviluppato, la coda corta, gli arti non sempre brevi, forti, asciutti, solidi nelle articolazioni, terminati da due dita fornite di resistenti zoccoli, detti unghioni.
- La testa è a profilo più spesso diritto o incavato, particolarmente sotto la fronte, ma vi sono anche razze con profilo accentuatamente convesso. La faccia è più corta di quella delle pecore.
- Le corna assumono direzioni, forme, aspetti e dimensioni assai varî, mentre possono talora mancare completamente. Più spesso sono prima dirette all’indietro e poi in fuori. La loro sezione è triangolare depressa. Il bordo anteriore, più tagliente, è fornito, particolarmente nei maschi, di una speciale robusta carena. Tale bordo va facendosi prima interno o mediale, poi posteriore e quindi, nelle corna molto sviluppate (maschi), gradatamente esterno o laterale, fino a compiere anche più di un giro (tipo Capra prisca), cioè a torsione con direzione inversa di quella delle corna di C. Falconeri e del Kudu. Anche la caratteristica forma delle corna di capra girgentana, spiccatamente a cavaturacciolo, dato il senso della torsione, è riferibile al tipo C. prisca e non al tipo C. Falconeri, come s’è ritenuto da alcuno di recente. La differenza nell’aspetto dalle altre capre dipende dal fatto che il bordo anteriore alla base gira più volte intorno al posteriore, più corto, che non prende parte alla torsione e procede rettilineo.
- La capra dell’età del bronzo (C. hircus Keller) avrebbe avuto appunto le corna a cavaturacciolo molto stirato, ma sempre ritorte nel senso di C. prisca. Corna non ritorte, piegate semplicemente a sciabola, col bordo anteriore disposto sempre sullo stesso piano, di tipo egagro, si osservano meno frequentemente, e le presentano le citate capre della zona stepposa Caucaso – Turkestan. Non mancano poi corna irregolarmente contorte come nelle capre Sciucrie dell’Eritrea e nei casi di policerismo nei quali, ugualmente alle pecore policere, la torsione delle corna tende a scomparire, in modo che queste assumono, per quanto dirette diversamente, l’aspetto di tipo Egagro con forma più o meno curvata a sciabola.
- Le orecchie sono ora corte e dirette in alto, ora medie e volte di lato, ora larghe, grandi e cadenti, talvolta con le punte gradatamente piegate in fuori e in alto.
- L’occhio è vivace, con l’iride spesso giallo-chiara lucente e la pupilla è allungata in senso trasversale.
- La punta del naso, tranne il bordo delle narici e un solco mediano glabri, è provvista di peli corti e non forma, come nei bovini, un vero e proprio “specchio”.
- Il collo è generalmente lungo e sottile, particolarmente nelle femmine di razze distinte, più robusto e tozzo nei maschi, anche in rapporto allo sviluppo delle corna. Ai lati della porzione superiore del margine inferiore del collo esistono spesso due appendici cutanee, dette pendenti, o tettole, o barbazzali, o ciondoli, ecc. Il mento è spesso provvisto di barba.
- Il mantello della capra può essere uniformemente bianco, grigio, nero, biondo, o variamente pezzato di questi colori con tinte rossastre, marrone, fulve, giallastre più o meno sfumate o franche. Il pelame è ora corto e raso, ora lungo, grossolano e ruvido, opaco o lucente; talvolta anche finissimo e morbido come seta. In altre razze il pelo lungo e grosso copre un’abbondante e fine peluria corta, detta duvet o borra; in altre, a pelo corto e raso dei paesi caldi, tale borra può mancare del tutto.
- La pelle è sottile, pieghevole, provvista di ghiandole il cui secreto dà il caratteristico odore ircino, accentuatissimo nei maschi, odore che non è comune a tutte le razze.
- Le mammelle sono inguinali, in numero di due, raramente di quattro, di sviluppo vario, a volte riunite fino in basso e con capezzoli rivolti lateralmente, a volte, per buon tratto, distinte l’una dall’altra da un solco mediano e provviste di capezzoli grossi, lunghi, diretti più verticalmente (mammelle a bottiglia). Non esistono né la ghiandola sopraorbitaria, come in alcune antilopi, né la ghiandola sottorbitaria, né i canali biflessi degli spazî interdigitali, né i seni mammarî, di cui sono provviste invece le pecore.
- Tra i caratteri anatomici è da ricordare che il teschio della capra differisce da quello dei grandi ruminanti domestici per il minore sviluppo delle ossa frontali e dei loro seni e per il maggiore sviluppo dell’osso parietale. Questo, nella capra, si distingue però anche da quello della pecora per una maggiore lunghezza antero-posteriore e specialmente per la direzione delle creste temporali che convergono maggiormente indietro.
- Le cavicchie delle corna hanno il loro impianto più ravvicinato rispetto ai bovini e alle pecore stesse. Quando mancano le corna, nel luogo dell’impianto si notano due particolari protuberanze arrotondate e rugose, inesistenti nelle pecore acorni. Mancano le fossette sottorbitarie chiamate impropriamente lacrimali, fossette ben evidenti, invece, nella pecora.
- La formula dentaria è identica a quella dei bovini e delle pecore. I denti incisivi differiscono invece da quelli dei bovini per la mancanza di un vero e proprio colletto che distingua la corona dalla radice, e, di più, per una maggiormente spiccata eminenza della parte mediana della faccia linguale e per il bordo posteriore della medesima più rilevato. Gl’incisivi sono inoltre più lunghi, più robustamente infissi nell’alveolo e più spessi nel senso anteroposteriore, anche rispetto a quelli delle pecore. I molari non offrono differenze spiccate e assumono solo un colore più nerastro per la qualità dell’abbondante strato di cemento.
- Lo scheletro è piuttosto gracile e leggero, ma, in compenso, robusto. La colonna vertebrale presenta 7 vertebre cervicali, 13 dorsali, 6 lombari, 4-5 sacrali, 11-13 caudali. Le apofisi spinose delle vertebre dorsali variano in lunghezza anche in ragione diretta dello sviluppo delle corna.
- Lo stomaco composto delle capre, come quello delle pecore, offre, rispetto a quello dei bovini, qualche differenza nel relativo volume tra le varie parti del rumine. Questo ha inoltre le papille della superficie interna meno folte. Il reticolo è più grande del foglietto, inversamente a quanto accade nei bovini. Il caglio è più largo e meno allungato di quello della pecora. L’intestino della capra ricorda la disposizione di quello del bue, ed è un poco meno lungo (26-28 volte il corpo) e più grosso di quello della pecora. I reni, in entrambe le specie ovine, sono semplici e non multilobati come nei grandi ruminanti. La milza è corta e triangolare, contrariamente a quella allungatissima dei bovini.
L’APPARATO DIGERENTE DELLA CAPRA
Anche la capra, al pari della pecora, è un ruminante e quindi presenta un apparato digerente alquanto complesso, contraddistinto da tre diversi stomaci, rumine, reticolo e omaso, e da uno stomaco ghiandolare, l’abomaso.
Anche la vista è una delle caratteristiche particolari della capra, in quanto la posizione degli occhi sui lati della testa consente una visione periferica orizzontale, condizione dell’adattamento di questo animale agli ambienti rocciosi e impervi.
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