L’ESSERE UMANO È UN ANIMALE
È corretto dire che l’uomo è un animale?
L’uomo ha da sempre posto limiti importanti alla natura, mantenendo una posizione centrale rispetto alla vita sulla Terra. Nell’Umanesimo l’uomo veniva rappresentato al centro di una spirale che contemplava i valori di forza, dominanza e superiorità!
Leonardo da Vinci, nel suo grande capolavoro, l’uomo vitruviano, alla ricerca delle proporzioni umane perfette, mette il suo uomo in un cerchio, simbolo della perfezione umana paragonata a quella divina.
La questione mette un po’ di confusione, considerando che i grandi saggi antichi consideravano già la natura un qualcosa di superiore a noi. Le cose inanimate, le piante e gli animali, tutti gli esseri che mutano, si muovono e si riproducono senza l’intervento dell’uomo.
La verità potrà deludere qualche antropocentrico, ma la verità è che siamo solo animali, ingranaggi di un grande orologio biologico.
È giusto dire che l’uomo è un animale.
CHE COSA È L’UOMO
L’essere umano è un’ominide del genere Homo, comprendente l’uomo moderno. Appartiene al regno degli animali e alla classe dei mammiferi.
I suoi antenati del passato sono l’australopiteco, l’Homo habilis e l’Homo erectus.
Più precisamente l’uomo è questo.
- Dominio: Eukaryota
- Regno: Animalia
- Phylum: Cordata
- Subphylum: Vertebrata
- Classe Mammalia
- Ordine: Primates
- Famiglia: Hominidae
- Genere: Homo
- Specie: Homo sapiens
Come per ogni altro animale, è giusto studiare le nostre peculiarità che ci definiscono umani e non scimpanzé o bonobo.
I CHIARAMENTI SULLA NATURA DELL’UOMO
L’uomo nasce nelle grandi foreste dell’Africa equatoriale, come animale arboricolo, cioè che vive principalmente sugli alberi, contemporaneamente allo sviluppo delle angiosperme, le piante da frutto e, per circa 4 milioni di anni, si nutre di frutta, semi, germogli, bacche, foglie e radici, allo stesso modo di come si nutrono le scimmie antropoidi.
Successe che, nell’ultima glaciazione Wurm dell’Era Quaternaria, nel periodo detto Pleistocene, circa qualche milione di anni fa, le foreste, diventate gradualmente inospitali a causa dei cambiamenti climatici, iniziati 17 milioni di anni fa, nell’era Terziaria, tra il Miocene ed il Pliocene, si trasformano in savane e i nostri progenitori, in assenza di frutta e semi, si adattarono a mangiare anche la carne, vivendo di sciacallaggio, cioè dei resti degli animali predatori.
LA CONVINZIONE DELLA DIVERSA NATURA DELL’UOMO
Sociologicamente, la convinzione della diversa natura dell’uomo riposa su questi umili presupposti:
- Da quando siamo nati, abbiamo sentito distinguere gli uomini dagli animali. Ci è sempre bastata, e ci basta ancora, l’abitudine linguistica.
- L’uomo è molto più intelligente ed evoluto degli altri animali, dunque è essenzialmente diverso. Come se il campione dei cento metri fosse un uomo e un vecchio paralitico no, solo perché il secondo non è capace delle prestazioni del primo.
- Infine, dopo una serie di proclami retorici sulla nobiltà della nostra specie, si conclude che l’uomo ha l’anima immortale e gli animali no.
L’ABILITÀ CEREBRALE DELL’UOMO
Più che soffermarci sulle caratteristiche morfologiche, parleremo più nello specifico dell’abilità cerebrale dell’uomo, cioè di quella peculiarità di cui ci pavoneggiamo tanto. La nostra conoscenza non ha sicuramente eguali, gli uomini riescono a produrre concetti ed oggetti molto complicati e complessi. Non si tratta d’intelligenza cioè di quel processo che permette di comprendere la realtà, perché molti animali sono in grado di capire le situazioni e la realtà, come le scimmie, i pesci, i polpi ecc..
La grande conoscenza dell’uomo, secondo molti scienziati e pensatoti, si è presumibilmente sviluppata insieme alla complessità del nostro linguaggio. Infatti questo potrebbe spiegare il perché dei processi intellettivi tanto elastici quanto efficaci. Un linguaggio complesso porta ad azioni quali l’imitazione, il rinforzo e un apprendimento costante.
L’uomo evidentemente rientra nel regno animale in quanto il corpo è simile agli animali, ma se ne coglie subito la differenza «specifica»: la razionalità. Per cui l’uomo può essere definito animale (genere-regno) razionale (differenza-specifica).
L’UOMO POSSIEDE LE CARATTERISTICHE DEGLI ANIMALI
- L’uomo è in primo luogo un animale e possiede tutte le caratteristiche di un animale.
- È un organismo: possiede organi di senso, cresce, si nutre, si muove, possiede potenti impulsi come l’istinto di conservazione e di lotta, l’istinto sessuale e altri, proprio come ogni altro animale.
- Se paragoniamo l’uomo agli animali superiori vediamo che esso costituisce una specie tra le altre specie animali. Certo, i poeti hanno lodato abbastanza di frequente i sentimenti umani con parole meravigliose. Ma io conosco alcuni cani, i cui sentimenti mi pare siano più belli e profondi di quelli di molti uomini.
- È forse spiacevole, ma si deve convenire che noi apparteniamo alla loro stessa famiglia, e che, ad esempio, i cani e le mucche sono un po’ come i nostri fratelli e sorelle minori.
L’UOMO, UN ANIMALE STRAORDINARIO
Eppure l’uomo è un animale straordinario. Ha in sé molte cose che negli altri animali o non troviamo affatto o solo in minime tracce.
- Ciò che soprattutto colpisce è il fatto che l’uomo, dal punto di vista biologico, non avrebbe assolutamente alcun diritto di imporsi a tutto il mondo animale, di dominarlo, e, come il più potente parassita della natura, di approfittarne come effettivamente fa.
- È anzi un animale mal riuscito. Vista cattiva, olfatto quasi trascurabile, udito scadente, queste sono senz’altro le sue caratteristiche.
- Gli mancano quasi completamente armi naturali, per esempio artigli. La sua forza è insignificante.
- Non può né correre né nuotare velocemente; inoltre è nudo e muore molto più facilmente della maggior parte degli altri animali, di freddo e di caldo, ecc..
- Biologicamente considerato, non avrebbe diritto all’esistenza; dovrebbe essere scomparso già da lungo tempo come altre specie di animali mal riusciti.
- Eppure, è accaduta tutt’altra cosa: l’uomo è il padrone della natura. Ha sterminato una larga serie di animali pericolosissimi, altri li ha fatti prigionieri e resi domestici.
LE PROPRIETÀ PARTICOLARI DELL’UOMO
Pare che l’uomo abbia non solo più intelligenza degli altri animali, ma anche un’altra specie di intelligenza o comunque la si voglia chiamare. Ciò è indicato dal fatto che egli, ed egli solo, presenta una serie di proprietà del tutto particolari. Quelle che più colpiscono sono le cinque seguenti: la tecnica, la tradizione, il progresso, la capacità di pensare in modo diverso dagli altri animali e infine la riflessione.
Dapprima la tecnica. Essa consiste nel fatto che l’uomo si serve di certi strumenti da lui stesso prodotti. Anche alcuni tra gli altri animali fanno qualcosa di analogo, per esempio una scimmia può usare un bastone; ma il produrre con attività coscientemente finalizzata, strumenti complicati, mediante un lungo e faticoso lavoro, è tipico dell’uomo.
Essa non si sarebbe potuta sviluppare se l’uomo non fosse al tempo stesso un essere sociale, e sociale in un senso tutto particolare della parola. Noi conosciamo anche altri animali socievoli. Le termiti e le formiche, per esempio, possiedono una organizzazione sociale semplicemente meravigliosa. Ma l’uomo è sociale in modo diverso da queste. Egli si sviluppa cioè nella società mediante la tradizione. Questa non è innata in lui, non ha nulla a che vedere con i suoi istinti, egli l’impara. La può apprendere perché l’uomo, ed egli solo, possiede un complicatissimo linguaggio. La tradizione sola basterebbe già di per sé a distinguere nettamente l’uomo dagli altri animali.
Grazie alla tradizione l’uomo è progressivo. Egli impara sempre di più; e non apprende solo il singolo individuo, ciò avviene anche tra gli altri animali, ma è l’umanità, la società che impara. L’uomo è ingegnoso. Mentre gli altri animali trasmettono di generazione in generazione in modo fisso il loro sapere, ogni nostra generazione sa di più, o almeno può sapere di più della precedente. Spesso nel corso di una sola generazione avvengono enormi innovazioni e noi, per esempio, ne abbiamo viste moltissime nella nostra stessa vita.
L’INTERAGIRE CON ALTRI INDIVIDUI
Un altro aspetto molto importante del linguaggio è quello di interagire con altri individui, ed è da qui che inizia la vera riforma. Un individuo con molta esperienza di vita che riesce a comunicare con i suoi simili, riuscirà a comunicare le sue esperienze, aumentando così la conoscenza della comunità e migliorandone così la sopravvivenza. Intere tribù di ominidi hanno potuto svilupparsi attraversando periodi molto difficili, grazie alla comunicazione tra i membri della comunità.
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