IL COMPORTAMNETO DELL’ASINO
Nonostante siano stati addomesticati dagli uomini, gli asini continuano ad essere il risultato della loro evoluzione.
Gli avi del nostro moderno asino sono sopravvissuti principalmente fuggendo dai predatori, ma se si fossero trovati senza scelta e ne fosse dipesa la loro vita, avrebbero combattuto calciando e mordendo. Gli asini moderni hanno lo stesso istinto di sopravvivenza, nonostante il loro addomesticamento.
In natura, gli asini hanno solo due decisioni da prendere: affrontare un problema o non affrontarlo. Se scelgono di non risolvere un problema, allora scappano via. L’asino domestico generalmente deve affrontare una serie di situazioni difficili in cui può imbattersi, come ad esempio il maniscalco, il veterinario, il traffico, l’essere caricato su un camion e tutti quei compiti che noi chiediamo ad un asino e che normalmente non incontrerebbe in natura: ciò va ricordato ogni volta che si ha a che fare con un asino.
LINEE GUIDA PER LAVORARE CON L’ASINO
Seguite queste linee guida ogni volta che lavorate con un asino:
- La sessione deve aver luogo in uno spazio sicuro.
- La sessione deve sempre essere abbastanza breve da permettere all’asino di completarla con successo.
- L’operatore dovrebbe facilitare i comportamenti richiesti.
- Mai avere fretta: dedicate sempre tempo sufficiente al completamento della sessione.
- Usate un rinforzo positivo per premiare un buon comportamento.
- Usate la fantasia: se un metodo non funziona, provate qualcos’altro.
- Evitate sempre le punizioni.
- Accettate sempre il fatto che l’asino possa essere timoroso o spaventato anziché ostile e disubbidiente.
COME COMUNICANO GLI ASINI
Gli asini hanno un metodo complesso di comunicazione. Il linguaggio del corpo di un asino è il suo principale mezzo di comunicazione: l’asino utilizza il linguaggio del corpo così come gli umani utilizzano il linguaggio verbale per comunicare pensieri e paure. Gli asini usano i loro corpi per esprimere le loro emozioni e sentimenti.
La chiave per lavorare con gli asini è sapere che per ogni comportamento particolare c’è sempre una ragione. Cercate di guardare le cose dal punto di vista dell’asino e capire cosa e come sente l’asino.
LE DIFFERENZE DI COMUNICAZIONE A SECONDA DEL SESSO
Ci sono differenze di comportamento a seconda del sesso. Gli stalloni per loro natura sono estremamente imprevedibili, specialmente se nei dintorni c’è una femmina in calore. Gli stalloni necessitano di essere trattati da persone esperte e non sono generalmente adatti ad essere maneggiati o cavalcati dai bambini.
I castroni (stalloni castrati) possono giocare in maniera violenta.
Le femmine in calore necessitano di maggiore comprensione. Una femmina che va in calore mostrerà interesse per ogni asino maschio tramite un movimento di masticazione della bocca e mostrando il suo posteriore. Coppie di asini possono simulare l’atto sessuale durante il periodo del calore.
Due asini dello stesso sesso staranno felicemente assieme, allo stesso modo di una femmina e di un castrone.
LA CATTURA DELL’ASINO
Dovrete “catturare” il vostro asino per le cure di routine, come il grooming e la cura degli zoccoli. Questo vi permetterà anche di controllare che sia in buona salute e lo abituerà ad essere maneggiato. Inoltre, quando il maniscalco verrà per il pareggio degli zoccoli (ogni 6-10 settimane), sarà più semplice prenderlo e maneggiarlo e terrà sui piedi senza opporre resistenza.
Se un asino è timido, all’inizio non sarà contento di venire avvicinato. È meglio non cercare di corromperlo con leccornie perché questo potrebbe indurre l’asino ad afferrare il premio e a scappare via e/o mordere. L’uso di un’esca spesso fa sì che l’asino impari a non fidarsi dell’operatore e che il trucco non funzioni più in futuro. Grazie al linguaggio del corpo, potrete mostrargli che non rappresentate una minaccia. Una postura diversa o scambi di sguardi con l’asino gli faranno capire le vostre intenzioni.
Passando del tempo in modo con il vostro asino, gli permetterà di rilassarsi e imparare il valore del contatto umano. Rendete questo tempo più positivo possibile e usate un tono di voce calmo per parlare all’asino. Grattate il garrese e le orecchie con gentilezza. Coccolate l’asino, ma dategli anche il tempo di rilassarsi e di stare con gli altri asini.
LA LIBERTÀ DI MUOVERSI
È utile permettere all’asino di muoversi di sua iniziativa verso l’operatore. Se l’asino fa dei passi in avanti, state fermi e aspettatelo. Se l’asino va via quando vi avvicinate, continuate a camminare verso di lui lentamente e con sicurezza. Questo gli insegnerà che allontanarsi non gli servirà a non essere preso. Se l’asino sta fermo, non continuate a seguirlo, ma rilassatevi un momento prima di continuare ad avvicinarlo. Una volta raggiunto l’asino, non avventatevi su di lui con la cavezza! Per premiare l’asino, grattatelo e massaggiatelo sul garrese e sulla schiena.
Parlare all’asino usando un tono tranquillo può aiutare a calmare la situazione. Ogni nervosismo da parte dell’operatore sarà colto dall’asino e potrebbe rendere difficile per l’asino rilassarsi e farsi prendere, per cui pensate positivo ogni volta che avrete a che fare con un asino.
COME POSIZIONARE LA CAVEZZA
Fate annusare la cavezza all’asino. Non tentate di mettergliela finché l’asino non l’avrà accettata. Brevi sessioni della durata di pochi minuti alla volta tendono a funzionare meglio; terminate sempre una lezione in maniera positiva. Il tempo speso a lavorare con l’asino alla “cattura” vi risparmierà un sacco di ore in futuro e servirà a prevenire situazioni di stress sia per l’operatore sia per l’asino.
Quando si posiziona una cavezza, è importante che la fascia sul naso non sia né troppo alta, né troppo bassa – troppo bassa interferirebbe con la respirazione dell’asino, troppo alta potrebbe causare uno sfregamento contro gli zigomi. Come guida approssimativa, la fascia sul naso dovrebbe stare a metà strada fra la punta più alta delle narici e l’angolo dell’occhio. La fascia della testa dovrebbe rimanere appena dietro le orecchie e dovrebbe essere possibile infilare due dita sotto la cinghia. Inoltre, la cinghia che passa sotto la gola dell’asino non dovrebbe essere né troppo stretta, né troppo larga.
Raccomandiamo in particolare di non lasciare sempre la cavezza all’asino, perché potrebbe impigliarsi da qualche parte o restare intrappolato con il piede quando si gratta. Ad ogni modo, se ciò fosse necessario, sarebbe più sicuro usare una cavezza di pelle anziché una di nylon, che non si romperebbe in caso di emergenza.
LA GESTIONE DELL’ASINO
Mettete la cavezza e la longhina: assicuratevi che la cavezza sia posizionata in modo confortevole per l’asino e attaccate la longhina all’anello centrale sotto il mento, assicurandovi che il gancio sia rivolto all’indietro per evitare pizzicotti. Rimanete tranquilli con l’asino e non legatelo in questa fase. Tenete l’estremità finale della longhina allentata e abituate gradualmente l’asino a venire toccato su tutto il corpo e sulle gambe. Una volta che l’asino ha accettato di venire toccato, procedete usando una spazzola morbida per strigliare l’asino.
Se l’asino agita la coda o batte lo zoccolo, significa che non si sente a suo agio. Provate a non reagire a questo comportamento, ma aspettate finché questi atteggiamenti si interrompono per un momento e poi spostatevi dall’area che ha indotto nell’asino questa reazione. Una tale risposta da parte dell’operatore insegna all’asino la pazienza e la tolleranza e gli dimostra che stare fermo mette fine a ogni fastidio, più che battere i piedi.
Tenete sempre a mente la sicurezza. Un asino giovane e impaurito può alzare la zampa posteriore minacciando di scalciare o, se è davvero spaventato, può anche scalciare veramente.
Fategli sapere quando è stato buono grattandolo sul garrese e dandogli una pausa dalla sessione di addestramento. L’asino deve imparare che star fermo quando viene toccato porta benefici. Scegliete sempre un momento positivo per finire la lezione, perché l’asino ricorderà questa parte molto chiaramente.
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