LE DIFFERENZE TRA ASINO E CAVALLO (Seconda parte)
L’asino fa parte della famiglia degli equini, a cui appartiene pure il cavallo. A farne di un’animale così robusto ed efficiente è la sua struttura fisica: molto simile al cavallo, di colore solitamente bianco-grigio con una “croce di sant’Andrea” sulla schiena, ha le orecchie più lunghe ed il corpo più piccolo, con il risultato che la testa sembra più massiccia, grosse sono anche le ossa, le zampe e gli zoccoli.
Altra caratteristica che lo rende un’animale formidabile è la sua capacità di adattarsi ad ogni ambiente e temperatura tanto che oggi è presente quasi ovunque (specie in occidente) ed in luoghi dove non era nato ma è stato trapiantato dall’uomo come in America o Australia, adesso se ne contano alcuni gruppi selvatici (cosa che purtroppo non è accaduta in Africa dove gli esemplari selvatici si sono estinti e ne rimangono solo in cattività).
Una peculiarità dell’asino è quella di riprodursi con razze affini come zebre o cavalli dando vita ad ibridi come i muli, se nati da un’asina e un cavallo, o i bardotti, se nati da un asino e una cavalla, peccato però che questi animali risultino poi sterili in quanto frutto di organismi con diverso numero di coppie di cromosomi.
Il famoso luogo comune secondo cui un asino è testardo ed ottuso, in realtà fa riferimento al suo spiccato istinto di sopravvivenza che lo porta a rifiutare ogni azione che non gli porti diretto vantaggio.
La maturità sessuale dell’asino arriva intorno ai 3 anni di vita e lo stallone solitamente può riuscire ad impregnare circa 40 asine. La gravidanza dell’asina è di circa 12 mesi
L’ASINO DELLA FATTORIA
Asino, non a scuola ma nel verde, nella natura o in fattorie. Troviamo questo mammifero, dell’ordine dei Perissodattili, della famiglia degli Equidi, chiamato anche Asinus Domesticus, anche in centri di Pet Therapy.
Non ha nulla da invidiare, quanto ad efficacia, forza e resistenza, al cavallo, da cui si differenzia per vari motivi. Ad esempio è più basso l’asino, e ha la testa pesante, labbra grosse e orecchie lunghe. La groppa di questo quadrupede è stretta e spiovente ma gli arti scendono sottili e asciutti. Il pelo anche solo alla vista è diverso da quello di un cavallo, meno abbondante e più grossolano, come anche la criniera. E non ci vuole un orecchio da musicista per accorgersi che il raglio dell’asino è unico, ben riconoscibile e molto rumoroso.
LE DIFFERENZE TRA ASINO E CAVALLO
Simile al cavallo, si tratta di un animale addomesticato da millenni, utilizzato dall’uomo principalmente come animale da lavoro e come mezzo di trasporto per cibo e merci, in particolare per carichi pesanti o traini. Ne esistono numerose razze diffuse in tutto il mondo. Il verso dell’asino viene chiamato raglio.
Più piccolo e mansueto del cavallo, ha le orecchie più lunghe. Il suo manto è generalmente di colore grigio salvo il ventre, il muso e il contorno degli occhi che sono bianchi, ma delle razze domestiche possono essere prevalentemente di colore nero come l’asino nero di Berry o brune come l’asino mulattiere del Poitou. Le razze con un manto grigio hanno anche un croce nera che si disegna sulla loro schiena, chiamate “croce di Sant’Andrea”. Le specie selvatiche presentano un manto che va dal grigio al bruno sabbia, o bruno rosso nello kiang o asino selvatico del Tibet. Sono detti burro gli asini rinselvatichiti degli stati sud-occidentali degli Stati Uniti.
L’asino domestico aveva le stesse funzioni del cavallo ma era meno costoso poiché si accontentava di poco dal punto di vista alimentare; i contadini più poveri lo preferivano al cavallo, per questo venne chiamato “cavallo del povero”. Inoltre l’asino può essere utilizzato per il transito su strade di montagna.
L’asino viene adoperato per il tiro, per la sella e soprattutto per il basto. Il rendimento lavorativo, specie se paragonato alle sue dimensioni, all’alimentazione generalmente scarsa quantitativamente e di poco significato nutritivo, all’allevamento quasi sempre molto trascurato, è da considerare notevole e superiore a quello del cavallo, anche per la maggiore resistenza.
LE ALTRE DIFFERENZE CON IL CAVALLO
L’asino (Equus asinus), chiamato anche somaro o ciuco, è un mammifero quadrupede della famiglia degli equidi. Similmente al cavallo, si tratta di un animale addomesticato da millenni, utilizzato dall’uomo principalmente come animale da lavoro e come mezzo di trasporto per cibo e merci, in particolare per carichi pesanti o traini. Ne esistono numerose razze e varietà diffuse in tutto il mondo. Il verso dell’asino viene chiamato raglio.
Più piccolo e mansueto del cavallo, ha le orecchie più lunghe.
Il suo manto è generalmente di colore grigio salvo il ventre, il muso e il contorno degli occhi che sono bianchi, ma delle razze domestiche possono essere prevalentemente di colore nero o bruno, mentre quelle selvatiche presentano anche il manto color sabbia o marroncino.
Gli asini oggi sono disponibili in tutte le forme, dimensioni, colori e texture del mantello. Il colore del mantello più comune è il grigio, seguito da asini marroni e poi neri, ruggenti e rotti (una combinazione di segni marroni e bianchi o bianchi e neri) e il colore più raro è il bianco puro.
LE DIFFERENZE DI PERCEZIONE DELLE EMOZIONI
Si tende a trattare gli asini come se fossero piccoli cavalli, ma gli asini sono diversi! Gli asini non sono come i cavalli; differiscono fisicamente, mentalmente ed emotivamente.
L’asino ha tendenza ad interiorizzare le emozioni. In caso di pericolo si blocca, questa immobilità disorienta il predatore che non aspetta che un movimento per saltare addosso alla preda. La sua incolumità risiede tutta nel fatto che non esteriorizza il suo stress. L’asino può manifestare uno stress importante con un problema dermatologico. Ed è esattamente l’inverso per quanto riguarda il cavallo che, nel suo interesse scappa all’improvviso e che, se irritato da un’altra presenza, cavallo o un essere umano, fa finta di voler scalciare, fa gli occhi grossi, muove la coda nervosamente, per fare capire che non è d’accordo.
In condizioni simili l’asino preferisce allontanarsi in dolcezza ma se deve o vuole scalciare, lo farà senza colpo ferire con una precisione e un controllo notevoli. Il cavallo che si sente intrappolato si ferisce facilmente e si agita finchè qualcosa si rompe. L’asino essendo emofilo per natura, (lui non lo sà ma si comporta come se lo sapesse) è quindi molto prudente e raramente si fà del male. Possibile legare un asino con una corda molto lunga senza che si faccia del male, sorvegliandolo da lontano. Nel caso si prenda un piede nella lunghina, rimarrà con saggezza con la gamba sospesa per aria in attesa che qualcuno venga a liberarlo.
LA DIFFERENZA DI NOZIONE DI TERRITORIO
Uno dei primi nostri doveri verso l’asino è quello di proporgli un territorio senza intrusione esterne, in modo da non costringerlo ad assumere il ruolo di cane da guardia del suo territorio. Il fatto di essere tranquillo nel suo prato è molto apprezzato da l’asino e migliora il nostro rapporto con lui.
Il cavallo invece non è attaccato al territorio, e guarda sempre in lontananza, pronto a fuggire in caso di pericolo. Dobbiamo quindi evitare di sbucare all’improvviso. Dobbiamo ‘sicurizzare’ il suo spazio eliminando gli oggetti che potrebbero intralciare una sua fuga precipitosa.
Dobbiamo poi rispettare il bisogno di gruppo che anima l’asino, evitando di tenerlo da solo in un box o legato in una stalla come lo si fà per i cavalli. La solitudine rende l’asino nevrastenico.
Mentre si isolano i cavalli al momento della distribuzione del cibo poichè litigano (branco gerarchizzato), diversi asini insieme possono benissimo dividersi un secchio di avena senza la minima aggressione, senza nemmeno rovesciare il secchio!
Mentre il cavallo “obbeddisce”, l’asino “collabora”. Di fronte al cavallo, dobbiamo posizionarci da dominante, ma mai da despote ne da boia. Mentre il cavallo non se la prenderà con noi per via di questa dominanza, invece l’asino non sopporta l’ingiustizia, adora mettere il suo grano di sale nella nostra cucina e negoziare, discutere con noi. Mentre il cavallo apprezza le abitudini e farà gli stessi gesti (dressage) ripetutamente, l’asino riflette e non disdegna di prendere l’iniziativa. Si può allora sviluppare con lui una relazione più serena.
IN CONCLUSIONE
Tutto ciò non impedisce ad un asino di fare uno scarto all’improvviso, ad un cavallo di “bloccarsi” o ad un asino di imbizzarrirsi, ad un cavallo di aggredire un cane, di riflettere, ad un asino di distrarsi, ma sono eccezioni che confermano la regola.
Dobbiamo comunque tenere conto della educazione e del vissuto di ciascun soggetto. In ogni caso, una volta capite le cause di certi comportamenti, diventa molto più facile correggere il nostro atteggiamento e sviluppare relazioni armoniose con i nostri equidi, indipendentemente dalla lunghezza delle loro orecchie.
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