I CAMBIAMENTI CROMATICI DELLA PELLE DEL CAMALEONTE
Il camaleonte è un rettile appartenente alla famiglia dei sauri. E’ molto conosciuto e “famoso” per la capacità di cambiare il colore della pelle in modo da adattarsi e mimetizzarsi con l’ambiente circostante.
IL CAMBIAMENTO DI COLORE
Molti camaleonti (il cui nome deriva dal greco e significa ‘leone di terra‘) hanno la straordinaria capacità di esibire cambiamenti di colore complessi e rapidi non solo per mimetizzarsi, ma anche durante le interazioni sociali, come il corteggiamento o la competizione con un rivale o anche in funzione dell’umore o della temperatura. questa capacità è particolarmente spiccata nei camaleonti pantera (furcifer pardalis), una specie originaria del madagascar.
A differenza di quello che si può pensare, perciò, le variazioni di colore maggiori si hanno con il cambiamento degli stati d’animo: generalmente assumono colorazioni più intense e sgargianti in presenza di femmine ricettive o alla vista di altri maschi sul loro territorio. le colorazioni di sottomissione sono invece solitamente più uniformi e accompagnate da diverse posture del corpo. anche la luce e la temperatura influiscono sul colore: diventano di colore molto scuro per assorbire più luce e quindi per scaldarsi al sole. diventano di colore più chiaro se la temperatura si alza molto.
COME AVVIENE IL CAMBIAMENTO DI COLORE
A differenza di altre creature in grado di mimetizzarsi, nel camaleonte i cambiamenti di colore si basano sull’accumulo o la dispersione di pigmenti e su cambiamenti strutturali che influenzano la riflessione della luce da parte della pelle.
Alcuni scienziati hanno in particolare dimostrato che in questi animali sono presenti più strati sovrapposti di cellule che riflettono la luce in modo differente, e che la disposizione strutturale delle cellule dello strato superiore è differente a seconda che l’animale sia in uno stato di rilassamento o di eccitazione.
Il cambiamento di colore dei camaleonti è dovuto da alcuni strati di cellule specializzate che si trovano sotto la pelle trasparente dell’animale, dette cromatofori (da chrôma, ‘colore’, epherein, ‘portare’). Le cellule poste nello strato superiore contengono pigmenti gialli e verdi. Quelle dello strato inferiore contengono una sostanza cristallina colorata detta guanina. Le guanofore (cellule della guanina) riflettono una parte della luce incidente, in particolare la luce blu o bianca. Se le cromatofore sovrastanti sono gialle, la luce blu riflessa produce un colore verde.
Sotto lo strato delle guanofore e delle cromatofore esiste un terzo strato di cellule melanofore contenenti melanina. questo strato può scurire o schiarire i colori prodotti dagli strati sovrastanti.
A questo effetto si somma quello di altre strutture presenti nel derma, le iridocisti, capaci di riflettere la direzione dei raggi di luce.
COME E’ FORMATA LA PELLE DEI CAMALEONTI
La pelle dei camaleonti è formata da due strati sovrapposti di cellule iridofore (cellule iridescenti pigmentate che riflettono luce). queste cellule contengono nanocristalli di diverse dimensioni, forma e organizzazione. la disposizione dei cristalli spiegherebbe i cambiamenti cromatici generati dallo stato di allerta dell’animale.
Tutta questione di eccitazione, dunque, che dal sistema nervoso si trasmette rapidamente alle cellule epiteliali.
Quando la pelle si trova in uno stato rilassato, i nanocristalli sono molto vicini tra loro e le cellule riflettono lunghezze d’onda corte (come il verde e il blu); se la pelle viene eccitata, ciascuna cellula riflette selettivamente lunghezze d’onda via via maggiori (come il giallo, l’arancio e il rosso).
Così è possibile spiegare come un maschio adulto, alla vista di un rivale, riesca in pochi secondi a passare a uno stato eccitato e prepararsi a una battaglia all’ultima tonalità.
Ancora più inattesa è stata la scoperta della funzione dello strato più profondo dell’epidermide. I ricercatori hanno capito che i cristalli presenti in queste misteriose cellule, non erano utili a generare colori ma erano in grado di riflettere una grande quantità di luce infrarossa, caratteristica indispensabile per allontanare il calore e rimanere freddi.
PERCHE’ IL CAMALEONTE CAMBIA COLORE
Ognuno dei gruppi di cellule si occupa di “riprodurre” un colore diverso. e lo fa a seconda della luce che si riflette sul corpo del camaleonte, ma anche in base alla temperatura corporea e dell’ambiente.
Queste cellule, molto specializzate, sono in grado di regolare la distribuzione dei pigmenti che inglobano. Il risultato visibile è una grande varietà di riflessi, sfumature e fantasie.
La prima cosa che deve essere chiarita è che il cambiamento di colore del camaleonte non risponde solo al bisogno di mimetizzarsi. Questa idea, sebbene diffusa, è stata ormai smentita.
I CAMALEONTI RIFLETTONO LA LUCE COME SPECCHI
Il modo in cui i camaleonti cambiano colore è un po’ diverso da come ce lo si aspetterebbe. Fino a pochi mesi fa si pensava che riuscissero a mutare aspetto disperdendo pigmenti colorati sotto all’epidermide. Ma questo meccanismo è solo in parte corretto. Le variazioni cromatiche dipendono da un doppio strato di nanocristalli che riflettono la luce, incorporati nelle cellule della pelle di questi animali. Cambiando la posizione di questi cristalli, vengono riflesse lunghezze d’onda diverse e quindi percepiamo colori della pelle differenti.
Nelle prime ore del mattino, questo colore serve a incamerare la maggiore quantità di calore possibile.
Per questa sua peculiarità, molte popolazioni africane indigene tra cui il popolo Chewa del Malawi, considerano i camaleonti come dei messaggeri tra il regno dei vivi e il regno dei morti.
I COLORI DEI CAMALEONTI PREDICONO L’ESITO DEI LORO SCONTRI
Per i camaleonti, rettili più buffi (e lenti) del mondo il colore mostrato di fronte ai rivali non è solo una questione di “look”, ma è un elemento determinante per capire chi dei due avrà la meglio. L’ultima, curiosa ricerca su questi animali dimostra che le variazioni cromatiche della loro pelle non servono solo a celarsi dai nemici, ma giocano un ruolo importante anche nella comunicazione sociale, in particolare nelle dispute tra maschi.
Lo studio dei ricercatori dell’Arizona State University si è concentrato su 10 maschi di camaleonte velato (Chamaeleo calyptratus), una specie endemica della Penisola Arabica che è solita mostrare vistose variazioni cromatiche. Stando ben attenti a non creare dispute violente, gli etologi hanno fatto fronteggiare i rettili da due rami separati e hanno ripreso i loro cambiamenti di colore con una telecamera ad alta velocità.
Il dispositivo ha rilevato variazioni cromatiche in 28 diversi punti del corpo degli animali. I mutamenti sono stati registrati sia nella luce visibile sia in quella ultravioletta, che noi non riusciamo a vedere, ma che i camaleonti percepiscono chiaramente.
Dall’analisi dei filmati è emerso che gli esemplari che all’inizio della disputa mostrano le più vistose strisce laterali sono anche quelli che probabilmente attaccheranno per primi. Quelli che invece, nel corso della lotta hanno il capo più variopinto e che cambia colore più velocemente, tendono ad essere i vincitori.
Queste variazioni cromatiche servono probabilmente a comunicare al rivale informazioni sulla propria stazza. Prima dello scontro, mostrare all’altro brillanti strisce laterali (che fanno apparire più grossi) può dissuadere un avversario non particolarmente motivato dall’iniziare lo scontro. Prima del clou della battaglia (che consiste in genere in qualche morso o testata) l’ultima chance di avere informazioni sul nemico è probabilmente osservargli il capo: ecco spiegati i repentini cambiamenti di colore sulla testa del quasi-vincitore.
Considerando che, come avrete notato, questi combattimenti avvengono al rallentatore, e somigliano a una sorta di buffa coreografia, i cambiamenti di colore danno a entrambi gli animali la possibilità di capire le intenzioni dell’altro. E alle eventuali partner nei paraggi, informazioni sulla prestanza fisica del futuro compagno.
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