I VARI TIPI DI HABITAT (Seconda Parte)
L’habitat (termine che nella lingua latina significa “egli abita”) è il luogo le cui caratteristiche fisiche e ambientali possono permettere a una data specie di vivere, svilupparsi, riprodursi, garantendo la qualità di vita, la quale può diminuire o aumentare in base ai cambiamenti climatici o demografici. È essenzialmente l’ambiente che può circondare una popolazione di una specie e delle loro simili
LE LANDE E LE BRUGHIERE
Sono habitat caratterizzati da scarsa copertura vegetale, con arbusti ed erbe molto basse, dove gli animali sono costretti a vivere a contatto sul terreno o nel sottosuolo. Si trovano in tutto il mondo nelle zone aperte, lungo le coste e le montagne.
Gli altopiani dell’Etiopia, per esempio, sono dominati da ampie zone di brughiera abitati dal lupo dell’Etiopia (Canis simensis), una specie ad alto rischio di estinzione.
Anche in Europa ci sono le lande e le brughiere che sono spesso derivate da antichi disboscamenti di terreni forestali a opera dell’uomo, risalenti anche a 5.000 anni fa. Oggi queste aree offrono riparo a specie in pericolo come il rospo calamita.
LE FORESTE TEMPERATE
Si trovano in tutto il mondo a latitudini comprese tra i 25 e i 50 gradi e di solito sono dominate dalle latifoglie. In Nord America, Asia orientale ed Europa occidentale, dove gli inverni sono freddi e gelati, queste foreste sono decidue e ci sono quattro stagioni ben definite. Per superare i rigori invernali molti animali vanno in letargo o migrano. In Sud America, Cina meridionale, Nuova Zelanda, Australia orientale, Giappone e Corea gli inverni sono invece più miti e gli alberi dominanti sono sempreverdi.
LE AREE MONTUOSE
In questi ambienti le condizioni climatiche variano con l’altitudine, e le forme di vita si distribuiscono a livelli diversi. L’aria si raffredda man mano che si sale e anche le cime di montagne tropicali come il Kilimangiaro possono essere perennemente innevate. Nelle regioni montuose vivono mammiferi grandi e agili come i camosci e i leopardi delle nevi, ma anche animali più piccoli che solitamente vanno in letargo per far fronte ai rigori del clima.
LE FORESTE DI CONIFERE
Questo habitat è dominato dagli alberi sempreverdi di conifere come abeti e pini, che hanno foglie aghiformi e producono semi racchiusi in coni (comunemente chiamati pigne). Questa foresta ricopre vaste aree dell’emisfero settentrionale, tra i 50 e i 60 gradi di latitudine, dove è nota anche con i nomi di taiga o foresta boreale. Questa area è caratterizzata da un clima piuttosto rigido di inverno (anche -30°C) e fresco in estate (si possono raggiungere al massimo i 20°C). Tra i mammiferi che abitano queste foreste troviamo volpi, linci, orsi, lupi, visoni, renne ed alci. Le specie che non vanno in letargo possiedono degli adattamenti particolari per spostarsi agilmente sulla neve. La renna e l’alce, ad esempio, hanno zoccoli grossi e piatti per poter distribuire meglio il loro peso. Zampe con adattamenti simili si trovano anche nella lepre artica, nella lince e nel gallo cedrone.
LA TUNDRA
La tundra artica dell’Eurasia e dell’America settentrionale si estende sopra i 55 gradi di latitudine ricoprendo un quinto delle superficie del pianeta. E’ caratterizzata dal cosiddetto permafrost, cioè il terreno ghiacciato, che può raggiungere un centinaio di metri di profondità. La sua formazione è dovuta alla scarsa energia solare che raggiunge il suolo. Il sole infatti, durante i mesi invernali, rimane al di sotto dell’orizzonte mentre d’estate non tramonta mai, perché si alza molto in alto nel cielo. Le precipitazioni piovose e nevose annuali sono decisamente scarse, così come i nutrienti.
La tundra artica si estende su vasti territori pianeggianti o ondulati, privi di alberi e con il suolo saturo d’acqua durante i mesi estivi. Quando le temperature si alzano infatti, la neve si scioglie e l’acqua tende a raccogliersi in depressioni poco profonde del terreno, dove solo lo strato superiore del suolo disgela, e il permafrost sottostante impedisce il drenaggio, provocando la formazione di stagni e acquitrini.
Gran parte della vegetazione che si sviluppa presso queste pozze d’acqua è costituita da muschi, falaschi e giunchi. Sui terreni più elevati e asciutti crescono licheni, arbusti nani sempreverdi, salici decidui, betulle. Durante le lunghe giornate estive gli stagni della tundra si popolano di sciami di insetti, attirando grandi stormi di uccelli che migrano nell’Artide per cercare cibo e per riprodursi.
LE REGIONI POLARI
La zona polare è caratterizzata da temperature bassissime, anche oltre i -30° C. Le precipitazioni sono scarse nei mesi estivi e sotto forma di neve in quelli invernali. Il terreno è coperto perennemente da uno strato di ghiaccio o da un manto di neve. Pochissimi vegetali resistono a queste temperature e condizioni (soprattutto per la mancanza di acqua): solo muschi, licheni e alghe terrestri, tutti raggruppati in piccole zone dove si trovano anche piccole colonie di insetti (collemboli) e acari attivi solo nei pochi giorni più caldi dell’anno.
La fauna del clima polare è formata da animali che si cibano in mare (foche, trichechi ed orsi polari nella regione artica, pinguini in quella antartica). Per difendersi dal freddo gli animali possono migrare o andare in letargo, oppure vivono in colonie molto affollate dove stanno vicini in modo da offrire all’aria gelida solo una piccola parte del corpo.
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