L’ORIGINE E LA STORIA DEL PESCE ROSSO
Anche se esistono pareri discordanti sembra che già nel 400 a.C. alcuni esemplari di pesce rosso venissero allevati in Cina. Mentre nel lontano 1758 Linneo classificò i pesci rossi nel genere Carassius.
Dobbiamo dire grazie soprattutto ai Cinesi e i Giapponesi, che con i lunghi processi di allevamento e selezione sono riusciti a creare le più belle razze e varietà di pesci domestici.
LE ORIGINI DEL PESCE ROSSO
Antichissimo e conosciuto in tutto il mondo, il pesce rosso (Carassius auratus) appartiene alla famiglia delle carpe (ciprinidi) ed è originario dell’Asia. Molto amato dai proprietari di giardini, piccoli laghetti e hobbisti, deve la sua grande popolarità ai suoi colori e alla sua robustezza.
L’allevamento del pesce rosso ha le sue origini in Cina, dove nel XVI secolo sono stati incrociati i primi esemplari.
Successivamente, è giunto in Giappone, dove un allevamento maggiormente attento e accurato ha contribuito a renderlo ancora più raffinato.
Mentre i cinesi erano specializzati nell’allevare varietà di pesci rossi con colori intensi, per i giapponesi era prioritario il perfezionamento della forma del corpo, la qualità delle pinne e l’intensità del colore unita a un disegno impeccabile.
Il pesce rosso giapponese ha delle caratteristiche molto particolari e viene sottoposto ad una selezione molto rigorosa. Il suo rosso vivo e la sua forma particolare lo fanno diventare un punto di riferimento nell’acquario. Inoltre, può anche vivere tranquillamente nei laghetti esterni.
Il pesce rosso può vivere senza problemi anche in uno stagno dove si nutrirà di insetti, vermi e altre creature che risiedono nell’acqua.
IL PESCE ROSSO GIAPPONESE (TAMASABA JAPANESE GOLDFISCH)
L’origine e la storia del Tamasaba porta al Ryukin. Più di 100 anni fa, esisteva già il cosiddetto Sabao che ha le sue origini d’allevamento nel Ryukin. Il Sabao però aveva una forma piuttosto lunga e stretta. Circa venti-trent’anni fa, gli allevatori dei Sabao decisero di portare avanti solo di pesci con la pancia più grassa.
Il risultato di questo allevamento lo troviamo oggi nel Tamasaba, dove la parola “Tama” significa ciotola, in poche parole “ciotola Sabao”.Koi Garden, dopo un lungo tentativo è riuscito finalmente ad importare il famoso “Goldfish” Tamasaba che viene esclusivamente allevato nel Nord del Niigata e in nessun altra parte del mondo. Ha delle caratteristiche molto particolari e viene sottoposto ad una selezione molto rigorosa.
Il suo rosso vivo e la sua forma particolare lo fanno diventare subito un punto di riferimento nell’aquario. Inoltre è anche adatto a vivere nei laghetti esterni. Questi pesci rossi giapponesi hanno una grande somiglianza con i Ryukin, ma la differenza la fa la lunga e fluente pinna singola, chiamata anche “single coda”. I Tamasaba raggiungono anche i 30 cm e a differenza dei Ryukin sopportano anche temperature basse d’inverno come le Koi.
LE PRIME TESTIMONIANZE DEL CARASSIUS AURATUS (PESCE ROSSO)
Le prime testimonianze certe sul ritrovamento del Carassius auratus risalgono a più di mille anni fa durante la dinastia Song (960 – 1127), esattamente a Hangzhou e Jiaxing, nella provincia di Zhejiang, venne scoperto un pesciolino arancione, identico alla Carpa Crucian ma dalle scaglie incredibilmente rilucenti, tanto da farlo apparire d’oro zecchino. La notizia si diffuse velocemente di provincia in provincia e ritenendolo un animale sacro, la sua cattura venne fin da subito proibita.
Così, per un secolo, il pesce prosperò in completa libertà, finché un giorno, la famiglia reale, costruì un grande lago artificiale nei giardini del palazzo di Lin’an (oggi Hangzhou) e incaricò dei pescatori di catturare un gran numero di carpe dorate con l’intenzione di allevarle e riprodurle in cattività.
IL PRIMO ALLEVAMENTO
I dignitari ed i signori in visita al palazzo si innamorarono di questa bellissima creatura e desiderarono allevarla presso le loro province, così venne instaurato il primo commercio ittico non legato all’alimentazione. E fu anche così che ebbe inizio l’allevamento il larga scala di questo piccolo pesce.
Per garantire alle carpe dorate una vita lunga e prospera, la famiglia reale assunse un gran numero di persone con il grado ambito di Allevatori dell’Imperatore.
Col passare degli anni questa qualifica divenne una professione; gli allevatori sperimentarono nuovi tipi di insetti e crostacei per fissare le naturali mutazioni che apparivano di tanto in tanto nei pesci; fu così che i colori variarono e le code e le pinne si allungarono, diventando sempre più fluenti, sempre più grandi.
IL PESCE ROSSO DIVENTA UN ANIMALE DOMESTICO
Durante la dinastia Ming (1368-1644) il medico scienziato e farmacista Li Shizhen (1518-1593) scrisse un importantissimo testo intitolato Compendium della Materia Medica, conosciuto anche con il nome di Linee Principali della Medicina Erboristica, pubblicato nel 1596; in questa opera si legge che “Alcune persone durante il periodo Song cominciarono ad allevare il pesce rosso e oggi allevarlo è divenuto un passatempo nelle case di ogni dove”. Ed era infatti così.
Il pesciolino dorato, un tempo ospite di riguardo dei giardini imperiali, divenne ben presto un animale domestico del popolo, che lo riprodusse e crebbe in conche e grandi vasi per poterlo ammirare all’interno delle abitazioni.
L’arte dell’allevamento valicò i confini della Cina e nel 1502 raggiunse il Giappone: l’avventura del Carassius auratus era cominciata.
LA DIFFUSIONE DEI PESCI ROSSI IN EUROPA
In Europa arrivò molto dopo nel 1700, nel frattempo il nostro amico era stato importato un po’ in tutto il mondo adattandosi a diversi habitat, infatti lo troviamo anche alle Hawaii, alle Mauritius e in molti altri posti.
L’introduzione in Europa partì dal Portogallo, ma presto arrivò in Francia e in Inghilterra, qui il primo ad averli fu il duca di Richmond che li fece arrivare in un vaso di terracotta.
In quel periodo, i vasi di terracotta erano i primi contenitori dove i pesci erano allevati, solo in seguito la terracotta sarà sostituita dal vetro.
Proprio in Francia c’è un altro aneddoto legato al pesce rosso: una dama di compagnia d’origine indiana avrebbe regalato a madama de Pompadour alcuni pesci rossi soprattutto in riferimento al vero nome che era madama Poisson.
IL PESCE ROSSO ALL’INIZIO DEL 1800
All’inizio del 1800 il pesce rosso era considerato come un gioiello che adornava le case e le tavolate dei ricchi nobili, come la storia si ripete in altri luoghi e in altre epoche.
Si ricorda, come esempio di finezza, il pranzo dato dal principe Potemkin per la sua amante Caterina II, durante il quale si era provveduto ad adornare le tavole con le bocce di vetro con dentro i pesci rossi.
Le nobildonne, durante il tempo di Napoleone III, usavano adornarsi con delle piccole bocce di vetro che contenevano dei piccoli pesciolini rossi: li usavano come orecchini; qui qualcuno dirà -povere orecchie- io dico – poveri pesci!
L’INTRODUZIONE DEL PESCE ROSSO “ORIFIAMMA”
L’introduzione di altre specie più pregiate tipo l’Orifiamma avvenne solo nella seconda metà del 1800, quando, finalmente, troviamo i primi allevamenti in Germania. In seguito altre nazioni come Francia e Inghilterra s’impegnarono nel loro allevamento e in Italia troviamo alcuni allevatori in Emilia-romagna e in Liguria.
Un grosso allevamento, durante la seconda guerra mondiale, si trovava a Hiroshima prima dello scoppio della bomba nucleare.
Adesso i migliori pesci si possono trovare in America dove furono introdotti solo nel 1880, in Giappone e in Inghilterra.
Ora il pesce rosso è riconosciuto come uno degli animali da compagnia più apprezzato in tutto il mondo; questo perché è facile da accontentare, si adatta facilmente a diversi habitat, ma soprattutto è un animale abitudinario che tende a riconoscere chi gli dà da mangiare.
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