L’ALLEVAMENTO DEL MULO
Il mulo è stato allevato fin dall’antichità in Illiria e in Mesopotamia. La sua diffusione è molto vasta grazie a quella sua spiccata capacità di adattamento che gli ha consentito di sopravvivere anche in presenza di condizioni molto sfavorevoli.
Il mulo si trova in tutti i paesi del Bacino del Mediterraneo, in Africa, in Asia, in Palestina e nelle regioni dell’America Meridionale. Per le sue particolari caratteristiche di robustezza e di resistenza fisica è tutt’oggi molto diffuso nelle regioni caratterizzate da un’economia a prevalenza rurale, dove rappresenta un aiuto indispensabile per i contadini dei paesi in via di sviluppo.
Non esiste un habitat specifico, poiché i muli sono animali molto adattabili e riescono a sopravvivere anche in condizioni impervie.
La Francia può vantare un’antica tradizione nella produzione di muli di ottima qualità, ma, fino agli anni ’40 anche in Italia e soprattutto in Puglia c’era un fiorente allevamento di muli di qualità. I muli pugliesi, detti martinesi, erano il frutto dell’accoppiamento tra le cavalle murgesi e gli asini di Martina Franca e venivano utilizzati nell’artiglieria e nella fanteria alpina. Erano, inoltre, un aiuto indispensabile per i contadini di tutto il sud Italia.
L’ALLEVAMENTO DEL MULO
I muli vengono allevati fin dall’antichità e sono stati utilizzati dall’uomo per i più svariati compiti, dal lavoro nei campi, al trasporto di cose e persone, a supporto delle milizie militari impegnate nelle guerre, svolgendo sempre al meglio il compito affidatogli.
Il successo di questo animale è dovuto principalmente alle sue innate doti fisiche, alla sua resistenza e alla sua indipendenza, che lo hanno reso nei millenni un animale indispensabile per l’uomo e per il progresso.
I muli sono ancora oggi allevati nelle regioni a vocazione rurale, dove vengono impiegati nei campi e per il trasporto di derrate alimentari lungo gli impervi sentieri di montagna, non percorribili con altri mezzi di trasporto.
I muli non vanno mai trattati duramente, poiché sono animali dal carattere molto forte e scontroso e un addestramento troppo rude potrebbe scatenare il loro istinto vendicativo e vanificare tutti gli sforzi fatti per educarli. I muli sono animali estremamente longevi e possono lavorare anche per 30-50 anni. Il massimo del rendimento si ha a partire dai quattro anni di vita. Solitamente l’età esatta del mulo viene stabilita attraverso l’esame della dentatura che è molto simile a quella dell’asino. Molto importante per il rendimento del mulo è la corretta zoccolatura e la cura della ferratura. I muli rispetto ai cavalli hanno bisogno di meno cibo. La loro dieta, comunque, è molto simile a quella dei cavalli e va calibrata in base al tipo di impiego a cui l’animale è destinato, all’età e al peso. Il pascolo rappresenta sempre l’opzione consigliabile.
LA GESTAZIONE
Come ben sappiamo, i maschi di muli sono sempre sterili, mentre, in rare occasioni, alcune femmine potrebbero risultare feconde se accoppiate a cavalli o ad asini. Questo a causa del numero di cromosomi che prendono forma nelle fasi evolutive dell’ovulo.
In ogni caso, la durata della gravidanza è di poco superiore a gli 11 mesi del cavallo ed il puledro che ne risulta, essendo molto più resistente dei normali puledrini dei cavalli, può seguire la madre nel suo lavoro già molto presto. L’allattamento dura in media dai 7 a gli 8 mesi, durante i quali la fattrice resterà assieme al puledro ed inizierà a fornirgli le prime informazioni utili sul nuovo mondo che lo circonda. Già dalla quarta settimana però, volendo, la cavalla potrebbe riprendere la propria attività, senza comunque lasciare solo il puledro per troppo tempo.
Per ovviare alle difficoltà dell’accoppiamento tra cavalla e asino, si consiglia la fecondazione artificiale, che aumenta anche la percentuale di fecondità (con la monta naturale è relativamente bassa: 30-50%).
La durata della gravidanza nella cavalla ingravidata da stallone asino è intermedia tra le due specie (11 mesi per quella cavallina, 12 mesi per la specie asinina): è cioè 1-2 settimane più lunga rispetto a quella del cavallo. Di norma la cavalla ripresenta l’estro nella prima settimana successiva al parto e potrà essere fatta rifecondare. Le cavalle, nell’ultimo periodo di gravidanza, vanno lasciate a riposo, evitando, in particolare, gli eccessivi rigori del clima. Il parto non presenta in genere difficoltà. I parti gemellari sono molto rari. Il puledro, di norma, è più rustico del puledro cavallo e quindi può seguire presto la madre al lavoro. L’allattamento dura 7-8 mesi Nella prima settimana dopo il parto, è bene tenere la fattrice a riposo; nella seconda settimana, madre e puledro si fanno passeggiare. La cavalla può riprendere il normale servizio nella terza-quarta settimana successiva al parto.
LA STERILITA’ DEL MULO
La sterilità non impedisce tuttavia ai maschi di avere degli istinti di accoppiamento, perciò il puledro mulo viene castrato, preferibilmente in autunno o in primavera, dopo il compimento dell’anno e mezzo. Ai 18 o 24 mesi poi può iniziare anche l’addestramento del puledro che seguirà le regole generali utilizzate sia per i cavalli che per gli asini.
La castrazione dei maschi viene praticata intorno all’anno e mezzo, preferibilmente nell’autunno o nella primavera. La domatura, intesa come addestramento al lavoro, viene praticata verso i 18-24 mesi, nella stessa maniera adottata per il cavallo e l’asino. Il pieno rendimento si ha intorno a 4 anni di età. La rusticità è notevole, però il carattere è difficile, indipendente e scontroso; per questo motivo gli animali non vanno mai trattati duramente, per evitare risultati negativi e anche per l’istinto vendicativo del mulo.
LA GESTIONE DEL MULO
I muli hanno vita lunga (come l’asino): si ricordano muli che hanno prestato lavoro, anche pesante, per 30 e persino 50 anni. Per la determinazione dell’età si ricorre all’esame della dentatura che differisce assai poco da quella dell’asino.
Ovviamente, anche se il mulo ha una vita lunga quanto quella degli asini (dai 30 ai 50 anni addirittura), per assicurargli un buon rendimento e per permettergli di essere utilizzato più a lungo, sarà bene prendersi cura con attenzione del suo governo: ferratura, alimentazione e condizioni generali di vita.
Lo zoccolo del mulo è simile a quello dell’asino, quindi meno lungo e più alto. L’unghia è più forte e resistente. Il diligente governo di quest’ultima e la buona ferratura hanno fondamentale importanza per un buon servizio, per la conservazione degli appiombi e, quindi, per la lunga durata degli animali.
LE ABITUDINI ALIMENTARI
L’alimentazione è la stessa consigliata per il cavallo e l’asino, nelle varie età e in funzione dell’impiego. Il pascolo è sempre consigliabile, in ogni età e particolarmente per i soggetti più giovani. Nel razionamento si deve tenere conto, come in ogni altra specie animale: dell’età, del peso vivo, del tipo e dell’intensità del lavoro
Il mulo è un animale dalle abitudini alimentari molto spartane, non richiede grosse attenzioni per quanto concerne l’alimentazione e riesce a digerire anche foraggi grossolani. Richiede razioni molto inferiori rispetto a quelle di un cavallo a parità di peso ed è per questo che ha riscosso tanto successo nel corso dei secoli.
In generale la dieta del mulo deve essere composta da orzo, nella misura di 2-4 chili, fieno (sei chili) o erba fresca. Ha un fabbisogno di acqua giornaliero di circa 20 litri che vanno somministrati in tre momenti diversi della giornata.
LE ZONE DI PRODUZIONE E DI ALLEVAMENTO
Ovviamente, date le loro origini, non si può parlare di ‘razze’ di muli, ma solo di zone di produzione famose per le caratteristiche dei muli ottenuti dai vari incroci. Celebri, specie in passato, sono le quattro zone di produzione francesi:
- Pirenei, dove l’asino catalano costituiva la razza di stallone più utilizzata.
- Delfinato, dove i muli allevati erano solitamente di taglia media, piuttosto robusti e molto vigorosi.
- Il Massiccio Centrale, dove i muli avevano dimensioni medio-gradi, ed arano adatti soprattutto alla soma da montagna.
- Poitou, da cui provenivano muli di grossa taglia, particolarmente pesanti e muscolosi.
Tra i muli italiani invece, i più conosciuti sono certamente i muli martinesi, che sono allevati nel sud del paese, specie in Puglia dove vengono ottenuti dall’incrocio tra gli asini di Martina Franca ed i resistentissimi cavalli Murgesi.
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