IL SISTEMA DI COMUNICAZIONE DEL CANE (Seconda Parte)
Il primo passo per far funzionare una relazione è la comunicazione. Questo vale anche per il rapporto tra il cane ed il suo proprietario. Il cane usa diverse modalità comunicative ed un linguaggio che differisce da quello umano. Per meglio interagire con il nostro cane sarà fondamentale conoscere tali modalità ed uscire da una concezione antropocentrica della nostra relazione con lui.
1) LA COMUNICAZIONE VISIVA
A differenza dell’uomo, il cui mezzo principale di comunicazione è la voce, il cane comunica prevalentemente attraverso il corpo, sia con noi che con i suoi simili.
Quando si parla di comunicazione visiva del cane si distingue in: prossemica, cinetica, mantello e posture.
Una fondamentale distinzione si ha tra postura dominante e postura sottomessa. La prima è assunta per comunicare sicurezza ed il cane tende ad ingrandire il proprio fisico.
Al contrario, con la postura di sottomissione il cane tende a rendersi più piccolo, più avanti capiremo la differenza tra sottomissione attiva e passiva.
Altra importante postura da riconoscere è quella della paura, a seconda dei casi, un cane può reagire con la fuga (tendenzialmente è questa la scelta favorita dal cane), con la lotta o con la sottomissione. Infine, il cane sotto stress: aumenta la vigilanza, ansima, suda dalle zampe, si gratta o si lecca, aumenta le vocalizzazioni e, a seconda dei casi, si alza il livello di attività oppure si verifica un’immobilizzazione senza rilassamento.
2) LA COMUNICAZIONE CHIMICA
Parlando di comunicazione chimica ci si riferisce ad olfatto e paraolfatto.
L’olfatto, che consente di percepire le sostanze chimiche volatili e di trasformarle, dopo l’elaborazione cerebrale, in odori, è il senso maggiormente sviluppato nel cane.
L’esercizio di questo senso avviene attraverso la mucosa olfattiva, la quale riveste le cavità interne nasali ed è ricca di recettori olfattivi (recettori sensoriali in grado di captare le innumerevoli sostanze chimiche volatili).
È importante che un buon proprietario incentivi lo sviluppo delle capacità olfattive del proprio cane fin dalla tenera età, attraverso la proposizione di molteplici esperienze olfattive: esplorare differenti contesti ed allenare questo senso divertendosi aumenta la quantità di neuroni impegnati nelle elaborazioni olfattive.
3) LA COMUNICAZIONE ACUSTICA
Il linguaggio sonoro permette ai cani di sopperire alle mancanze di altri mezzi comunicativi.
Rispetto ai segnali visivi, per esempio, il segnale acustico può essere percepito anche in condizioni di scarsa visibilità (buio, fumo, nebbia…), ovvero a lunghe distanze.
Il cane rispetto all’uomo riesce a percepire una più ampia gamma di suoni, comprese frequenze che si avvicinano agli ultrasuoni, e riesce a captare meglio i rumori anche attraverso la posizione delle orecchie.
Secondo alcuni, uno dei motivi di avvicinamento dei canidi ai nostri antenati è stata proprio la capacità dei primi di percepire rumori a lunghe distanze, così da abbaiare per avvisare di un possibile pericolo.
4) LA COMUNICAZIONE TATTILE
Il cane percepisce il mondo esterno anche attraverso il tatto. Mentre nell’uomo i recettori tattili sono prevalentemente collocati sulla pelle, la sensibilità tattile del cane é particolarmente sviluppata in prossimità dei peli.
La parte più sensibile si trova intorno al muso, dove sono collocati i ciuffi sopraciliari, quelli guanciali, quelli labiali ed le vibrisse. Non tutti i cani gradiscono allo stesso modo il contatto fisico, anche considerando il grado di confidenza esistente tra loro e l’interlocutore. Ogni tipo di contatto fisico ha per il cane uno specifico significato, tanto da poter distinguere tra: contatti rassicuranti, contatti di dominanza, contatti di sottomissione, contatti di gioco e contatti a sfondo sessuale.
È importante che l’uomo conosca bene queste distinzioni per ben rapportarsi al proprio cane.
5) I SEGNALI CALMANTI
Tra la grande varietà di segnali utilizzati dai cani per comunicare ci sono i cosidetti “segnali calmanti”.
I cani, essendo animali da branco, utilizzano i segnali calmanti per mantenere una sana gerarchia sociale e per risolvere i conflitti all’interno del gruppo. La funzione dei calming signals quella di far stare bene il cane con se stesso, con i suoi simili e con gli umani: tali segnali sono utilizzati per prevenire, interrompere e risolvere i conflitti, nonché per placare lo stress proprio e quello altrui.
Spesso i segnali calmanti sono movimenti molto rapidi, individuabili dall’uomo solo grazie all’attenzione e all’esperienza. Anche il semplice girare la testa o guardare altrove possono, a seconda del contesto, essere utilizzati alla stregua di segnali calmanti.
6) I SEGNALI PER GARANTIRE I RUOLI GERARCHICI
È ormai da tempo assodato che tutti gli animali possiedono la capacità di comunicare tra di loro. Ogni specie ha il proprio linguaggio più o meno articolato e complesso a seconda del grado di socialità raggiunto dagli individui che la compongono.
Il cane, come il lupo, appartiene ad una specie altamente sociale e strutturata per vivere in branchi composti da vari individui.
In una comunità numerosa, per assicurare la costante funzionalità del branco e l’intesa fra i membri, occorrono molte competenze comunicative. Tra individui dotati di una notevole carica aggressiva, si rivela indispensabile, per la sopravvivenza del branco stesso, l’uso di un linguaggio tanto sofisticato e sottile da rivelarsi capace di garantire all’intera comunità l’equilibrio dei ruoli gerarchici e sociali e la mutua cooperazione, attraverso segnali precisi e inequivocabili, finalizzati all’interruzione o alla prevenzione di possibili conflitti o aggressioni.
Questi segnali, già da anni evidenziati dalle ricerche sui lupi, furono studiati per la prima volta nei cani da Turid Rugaas, fondatrice e direttrice del Centro di Educazione Cinofila “Hagan Hundeskole” nei pressi di Oslo, che da oltre trenta anni studia il comportamento del cane.
Turid Rugaas li denominò “Calming Signals” (segnali calmanti) proprio perché utilizzati dal cane sia per calmare se stesso quando è stressato o a disagio sia per calmare gli altri individui, comunicando loro in modo inequivocabile le proprie intenzioni pacifiche.
7) I SEGNALI CALMANTI PER RIDURRE LO STRESS
Nella vita di tutti i giorni, come abbiamo analizzato, sono molteplici le situazioni che possono mettere a disagio il nostro cane.
Quando il nostro cane si sente in difficoltà ci lancia dei segnali. Conoscerli ci permetterà di aiutarlo.
Quando la causa è ambientale, usa i segnali per calmare se stesso e la situazione, e ridurre così lo stress. Questi segnali sono parte importante del suo sistema espressivo, per gestire da una parte lo stimolo e dall’altra le risposte ad esso.
Le principali funzioni dei segnali calmanti sono:
- Prevenire: al momento dell’incontro indicare le intenzioni pacifiche di chi li emette.
- Cut-off: interrompere situazione fastidiose o potenzialmente pericolose.
- Stress: per auto calmarsi o per aiutare un altro a calmarsi.
I cani nascono con questi comportamenti innati, possono però perderli con il tempo e l’esperienza. Ne conosciamo una trentina.
Alcuni sono usati in altre situazioni, altri sono così impercettibili che facciamo fatica a coglierli. Ci vuole esperienza per riuscire a riconoscerli e vederli.
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