IL RISPETTO DEGLI ANIMALI DOMESTICI
Questo articolo si propone di fornire alcune indicazioni relative alla relazione con gli animali d’affezione, compresi alcuni suggerimenti e “obblighi” che occorre tenere presenti per una corretta convivenza, e per l’affermazione di una “società di viventi” dove siano riconosciuti e rispettati i diritti di tutti i nostri prossimi.
IL DIRITTO DEGLI ANIMALI A VIVERE SECONDO NATURA
Proprio per l’importanza che attribuiamo alla presenza di animali domestici, tali da considerarli come “fratelli minori”, siamo obbligati a rispettarli e a riconoscere il loro diritto a vivere secondo la loro natura.
Ma per rispettare gli animali occorre prima conoscerli, a partire dalla storia antica dell’origine e del processo di domesticazione dei nostri compagni più prossimi, il cane ed il gatto, conoscere la loro socialità, i loro codici espressivi, il loro mondo sensoriale, il loro sviluppo comportamentale, il gioco ed anche la loro aggressività e le condizioni in cui si manifesta.
L’ASPETTO EDUCATIVO DELL’ANIMALE DOMESTICO
Da un punto di vista educativo si può riscontrare che l’interazione con l’animale presenta specifiche valenze: formative, didattiche e di sostegno motivazionale, utili in particolare per la popolazione più giovane, ma anche per coloro che presentano problematiche psico-fisiche e per gli anziani.
LA TUTELA DEGLI ANIMALI COME ESSERI VIVENTI
Si è voluto inoltre offrire un quadro aggiornato della normativa vigente, che per la prima volta in Italia, grazie alla Legge n. 189 del 20 luglio 2004, tutela direttamente gli animali in quanto esseri viventi, sanzionando, con la reclusione, l’uccisione di animali per “crudeltà o senza necessità”, così come il maltrattamento, l’organizzazione di spettacoli o manifestazioni che comportino sevizie, il combattimento tra animali, il loro abbandono, nonché l’utilizzo di pelli di cani e gatti a fini commerciali.
Secondo alcune stime gli animali presenti nelle case degli italiani sarebbero ben 45,5 milioni, di cui 16 milioni i pesci d’acquario, 12,1 milioni gli uccelli, 7,5 milioni i gatti, 7 milioni i cani, nonché 2,9 milioni le altre specie (dati Eurispes).
Come si vede si tratta di numeri assai consistenti che impongono il massimo impegno delle autorità locali, amministrative e sanitarie, e dell’associazionismo di volontariato, per garantire non solo i diritti, ma anche, per quanto possibile, il benessere dei nostri compagni di viaggio in questa avventura che chiamiamo vita.
L’ETOLOGIA DEL GATTO E DEL CANE
Per etologiasi intende lo studio scientifico del comportamento degli animali, osservati nel loro ambiente.
Cercare di comprendere il comportamento del cane e del gatto significa sapere che cosa si intende per animale domestico. Uno dei principali equivoci che occorre chiarire in proposito è la differenza tra domesticazione e addomesticamento.
LA DIFFERENZA TRA GLI ANIMALI ADDOMESTICATI E DOMESTICI
Con il termine “addomesticato” si intendono animali divenuti docili nei confronti dell’uomo, ma la cui specie di appartenenza rimane innegabilmente selvatica.
Con il termine “domestico” si intendono animali che attraverso una selezione artificiale hanno acquisito aspetto e comportamento tali da differire dai progenitori selvatici. Animali domestici sono, ad esempio, il cane, il gatto, il bovino, il maiale, il pollo, il coniglio.
La differenza tra i due processi è quindi fondamentale poiché, nonostante l’addomesticamento sia un passaggio obbligato verso la domesticazione, un animale addomesticato rimarrà sempre un animale selvatico che, prelevato dal suo ambiente naturale, ha appreso attraverso l’esperienza ad identificare l’uomo come una fonte di cibo e protezione anziché come una minaccia.
La tigre e l’elefante sono animali selvatici che è possibile addomesticare. Il cane ed il gatto sono animali domestici.
IL MALTRATTAMENTO COMINCIA DA CASA
A nessuno verrebbe in mente di tenere un gatto oppure un cane rinchiusi per tutta la vita in una gabbietta angusta. Perché, allora, ci pare del tutto normale che conigli e roditori passino la loro esistenza dietro alle sbarre?
I piccoli roditori “da compagnia”, come ad esempio i criceti, passano la vita in gabbia. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che nessuno potrebbe lasciarli girare liberi per casa. I pericoli, infatti, sono troppi: dalla fuga agli incidenti domestici, questi animali avrebbero vita breve.
Ma a che vita sono condannati questi animaletti che, abituati in natura a percorrere ogni notte molti chilometri in cerca di cibo, si ritrovano confinati in gabbie minuscole in cui passano il tempo a cercare istericamente una via di fuga?
UN TRATTAMENTO INADEGUATO RISPETTO ALLE NECESSITÀ
Spesso gli acquirenti che decidono di adottare un piccolo roditore compiono questo passo convinti che si tratti di una scelta meno impegnativa rispetto all’adozione di un cane o di un gatto.
Spesso questi animali vengono venduti senza informazioni adeguate su gestione, alimentazione, vaccinazioni e cure, come accade in generale per tutte le altre specie di esotici.
L’acquirente finale, spesso disinformato, continua a tenere queste povere creature in condizioni inadeguate, con una dieta sbagliata, condannandole a un lento declino.
LA STESSA SORTE PER RETTILI, PESCI ED UCCELLI
Ma non ci sono solo i roditori, ma rettili, pesci e pappagallispesso ricevono un trattamento altrettanto inadeguato, che non tiene conto delle necessità e delle caratteristiche etologiche delle specie.
Chi ritiene i rettili animali scarsamente sensibili sottostima in maniera grossolana le loro capacità di risentire della prigionia in un ambiente inadeguato.
Anche i volatili non ricevono trattamenti migliori: l’intelligenza e la sensibilità di questi animali è enormemente sottovalutata, basti pensare che un pappagallo cenerino ha l’intelligenza cognitiva ed emotiva di un bambino di due/tre anni. Eppure sono spesso confinati a una vita solitaria in gabbia. Si tratta di animali che riteniamo meno sensibili, meno degni della nostra compassione.
PIÙ TUTELA E CONSAPEVOLEZZA
Serve più sensibilizzazione e maggiore consapevolezza. È necessario un cambiamento di mentalità nei confronti di questi animali. Non si può continuare a tollerare maltrattamenti che, giustamente, non accetteremmo per cani e gatti.
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