COSA SONO LE RAZZE PODOLICHE BOVINE
Il ceppo podolico è un antichissimo gruppo di razze bovine, considerate le più dirette discendenti dell’uro (Bos primigenius), il bovino selvatico europeo che si estinse probabilmente nel diciassettesimo secolo. Le razze podoliche sono attualmente diffuse solo in Italia, nei Balcani, in Ucraina ed in Russia. Il nome del ceppo podolico deriva dalla Podolia, nell’attuale Ucraina.
COSA SIGNIFICA PODOLICO
Scopriamo il significato e l’origine di questo termine particolare usato per identificare una razza di animali da allevamento.
Con esso si identifica una razza bovina avente una precisa particolarità: il mantello con un colore tendente al grigio. A seconda del sesso dell’esemplare alcune zone avranno una colorazione più o meno chiara, come ad esempio l’orlatura delle orecchie, che negli esemplari maschili è di colore grigio scuro.
Questa tipologia di bovini è principalmente allevata nelle regioni meridionali della penisola italiana, come nella regione Abruzzo, in Campania, Molise o Puglia, e da questa attività si ricava una produzione di latte principalmente utilizzato nella realizzazione del caciocavallo podolico, e di carne. In passato gli esemplari appartenenti a questa razza venivano utilizzati anche come animali da tiro.
La razza podolica non viene ritenuta a rischio di estinzione, ma nonostante ciò, la popolazione totale allevata entro i confini italiani è sensibilmente diminuita a causa della mancanza di richiesta di animali da tiro o per via della sempre minore presenza di allevamenti su terreni rurali.
LE ORIGINI DELLA RAZZA PODOLICA DI BOVINI
Alcuni esperti sostengono che questa razza di bovini abbia origine nella regione podolica, situata nell’est Europa, in Ucraina, mentre altri dicono che sia sempre stata allevata solamente in Italia ed esportata successivamente in altre zone europee. Nonostante ciò, secondo alcuni storici, il bovino podolico è stato importato in Italia dal popolo degli Unni nell’anno 452 dopo Cristo, e successivamente allevato anche nell’isola di Creta, dopo che i Romani riuscirono ad importare molti esemplari.
I bovini podolici hanno una particolare predisposizione all’adattamento a condizioni climatiche e ambientali molto difficili da sopportare per altre razze; inoltre gli è anche possibile utilizzare molte risorse alimentari di difficile reperibilità a causa dei luoghi in cui si trovano. Per quanto concerne la produzione alimentare di questi esemplari si può dire che la quantità di latte giornaliera prodotta è di circa 15 chili, con un contenuto di grassi pari al 4% e di proteine pari al 3,60%.
LE TEORIE SULLE ORIGINI DELLE RAZZE PODOLICHE
Le razze del ceppo podolico sono ritenute le più dirette discendenti del bovino selvatico, detto uro o aurochs, classificato nel 1827 dal Bojanus come Bos primigenius.
Non tutti gli autori sono d’accordo sull’origine delle razze podoliche e sul modo in cui siano arrivate in Europa, e in particolare in Italia.
La domesticazione dei bovini sarebbe avvenuta su diverse specie di bovini selvatici, che avrebbero dato origine ai diversi ceppi bovini oggi esistenti. Dal Bos primigenius, sarebbero derivati i bovini macroceri, cioè a corna lunghe, e quindi, oltre alle razze podoliche, anche i bovini del ceppo celtico, delle isole britanniche e dell’Europa occidentale. André Sanson (1867) consultando antichi testi sacri cinesi, indiani, ebraici, egiziani e persiani, dà per certa la domesticazione asiatica dei bovini taurini, dato che dalle descrizioni trovate non vede descrizioni di bovini con gobba (cioè zebuini), né di bufali. Invece Buffon e Cuvier davano un’origine europea della domesticazione bovina.
Partendo dalla constatazione di Saint-Hilaire (1862) che verifica che in Asia si trovano resti di bovini domestici più antichi che non in Europa, Sanson ritiene più probabile che sia migrata da oriente ad occidente l’abilità di domesticare i bovini, piuttosto che i bovini stessi con i popoli migratori. Esclusi però i podolici.
LA DESCRIZIONE DELL’URO (BOS PRIMIGENIUS) NELLA LETTERATURA
L’uro era comune in Europa nell’età antica, ed è stato descritto da Erodoto che, parlando della regione tra l’Olimpo e l’odierna Salonicco, dice che “c’è anche grande abbondanza di quei bovi selvatici, provvisti di corna altissime, le quali si importano in Grecia” (VII, 126). È curioso notare che la regione descritta è la stessa da cui ha avuto origine la Katerini, razza podolica greca descritta in un articolo precedente (Taurus, /2008).
L’uro è anche descritto come abitante dei boschi della Germania da Giulio Cesare nel De Bello Gallico (VI, 28), da Tacito negli Annales (IV, 72) e da Plinio nel De Rerum Natura, (VIII, 30), che descrive in modo piuttosto fantasioso come: “il ferocissimo toro dei boschi, più grande di quello dei campi, il più veloce di tutti gli animali, dal colore fulvo, dall’occhio celeste, con il pelo rivolto al contrario, le fauci spalancate fino alle orecchie, vicino alle corna mobili, con la pelle della durezza della selce, che respinge ogni ferita”.
L’uro ha 14 coste secondo Sanson.
Tradizionalmente si ritiene che l’Uro si sia estinto nel 1627 nella foresta di Jaktorów in Polonia dove l’ultima mandria sopravvissuta, pur essendo protetta dalle autorità locali, fu decimata da un’epidemia. Lo Hugues (1906) però cita degli ultimi discendenti dell’Uro, che si allevavano a Londra nell’Hyde-park, con mantello bianco argentino, musello nero, orecchie internamente rosse e le punte delle corna nere.
L’EVOLUZIONE DEL BOS PRIMIGENIUS
Forse il Bos primigenius si è evoluto dal Bos namadicus dell’Asia meridionale, che a sua volta deriverebbe dal Bos planifrons del primo o medio Pleistocene dell’India e del Pakistan. Nel tardo Quaternario il Bos primigenius si diffuse in modo estensivo in tutto il continente Eurasiatico e nell’Africa settentrionale.
I primi ritrovamenti di questa specie risalgono a 230.000 anni fa. Molti ritrovamenti si hanno nell’Olocene europeo direttamente nell’era dalla 4 glaciazione “Wurm” quando abitavano le regioni meridionali delle Alpi. L’ultima vacca europea morì nel 1627.
Secondo le informazioni attuali, sembra che la storia del Bos Primigenius in Cina abbia avuto inizio più tardi che in Europa in quanto non vi sono ritrovamenti riconducibili al Medio Pleistocene. Ritrovamenti di questa categoria sono invece un indicatore frequente per sedimenti della fine del Pleistocene.
Il Bos primigenius è stato identificato non solo per la sua comparsa tardiva, ma anche per la sua breve durata limitata al tardo Pleistocene.
Questo animale era un pascolatore di grosse dimensioni, non adatto ad attraversare grandi distanze, che viveva in pianure erbose fresco-temperate e relativamente stabili, o in radure ai margini delle foreste o di fitti boschi. È possibile che in epoca storica questi animali siano stati spinti a rifugiarsi nelle foreste dalle attività umane, tanto che all’inizio del diciassettesimo secolo la piccola popolazione sopravvissuta viveva nella fitta foresta sud-occidentale presso Varsavia, in Polonia.
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