COME CAPIRE E FARSI CAPIRE DAL PROPRIO GATTO
I gatti sono per la maggior parte dei proprietari degli animali dal carattere misterioso e criptico.
Sono animali che probabilmente non riusciremo mai a decifrare nella loro interezza, ma ciò non toglie che resti in noi il desiderio di cercare di avvicinarci un pochino di più alla comprensione di questo animale così regale, che affascina l’uomo dalla notte dei tempi.
LE SFACCETTATURE DEL GATTO
Al mondo non esistono due gatti con lo stesso carattere e personalità.
Anche tra gatti più socievoli o più solitari possiamo individuare miriadi di sfaccettature che li rendono estremamente differenti l’uno dagli altri.
Il carattere di un gatto cambia in base al fatto che sia cucciolo o adulto, che sia maschio o femmina. Il colore del gatto influenza anche il suo carattere.
Il gatto è un animale che nasce con una doppia natura, è sia una preda che un predatore, e questo aspetto ne influenza la sua visione del mondo.
Va inoltre tenuto in considerazione che non tutti i gatti nascono in uno stesso contesto e anche questo aspetto sarà destinato a influire sul loro carattere futuro.
Abbiamo infatti gatti selvatici, semi-selvatici ed infine i nostri beneamati gatti casalinghi.
Per capire il proprio gatto il primo passo non può che essere quello di accettarlo così com’è.
COME VORREMMO CHE FOSSE UN GATTO
Desideriamo fare le coccole al nostro piccolino ma lui non sopporta nemmeno che gli sediamo vicino.
Oppure vorremmo un gatto indipendente ed il nostro “batuffolo di pelo” ci segue passo passo per casa, strusciandosi contro le nostre gambe e rischiando di farci cadere.
Cercare di non cambiarlo e renderlo più simile a noi è già un esercizio di comprensione molto importante.
Secondo punto fondamentale è l’osservazione. Impariamo a guardare i nostri gatti con più attenzione, impareremo in breve tempo anche ad anticiparne le mosse durante la nostra quotidianità.
Nel momento in cui saremo sul divano e vedremo spostarsi per casa il nostro gatto saremo persino capaci di indovinare quali percorsi preferirà seguire (dietro il tavolo, sulla mensola, sullo schienale del divano
IL LINGUAGGIO DEI GATTI
Anche i gatti parlano. Capire il loro linguaggio è il sogno di ogni padrone. Per comunicare i gatti utilizzano una complessa forma di linguaggio caratterizzata da una serie di suoni diversi tra loro e associati a particolari significati. È dimostrato che più si parla con il proprio gatto, più il gatto sarà disposto a rendere comprensibile il suo linguaggio.
I miagolii, con le loro diverse sfumature, sono i segnali primari con cui il gatto cerca di comunicare con il suo padrone. Ci sono i “miao” per richiamare l’attenzione, i “miao” che indicano la voglia di cibo, i “miao” per manifestare il desiderio di uscire o di rientrare in casa.
Un altro suono che contraddistingue il linguaggio del gatto è senza dubbio quello delle fusa di contentezza che ci dicono che il gatto è tranquillo, rilassato e contento. Tuttavia, secondo studi recenti, le fusa vogliono manifestare anche il senso di gratitudine che i gatti malati o sofferenti provano nei confronti di colui che si prende cura di loro.
Le fusa della madre, inoltre, sono i primi suoni che sentono i gattini e insieme ai gemiti di sofferenza sono il primo linguaggio che questi imparano.
I gatti non comunicano solamente con il loro padrone, ma esiste un linguaggio che caratterizza la comunicazione tra gatto e gatto.
Durante il combattimento il gatto produce una serie di brontolii e di gorgoglii, tutti messaggi ostili diretti al suo avversario, che diventano quasi un fischio nel momento in cui il gatto passa all’attacco. Una vocalizzazione così aggressiva spesso viene scambiata per richiamo sessuale.
In realtà, invece, il “canto” della gatta nella stagione degli amori è caratterizzato da miagolii intensi, insistenti e acuti, percepibili anche a grandi distanze, con cui la femmina chiama il maschio e dichiara la sua disponibilità all’accoppiamento.
Una cosa è certa: il gatto utilizza la voce per comunicare con il suo padrone. Tuttavia, questo è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione di cui i gatti sono stati dotati dalla natura. Non bisogna dimenticare, infatti, che i gatti utilizzano anche le zampe, la coda e la mimica facciale per comunicare.
Infine anche i “soffi” fanno parte del linguaggio del gatto. I gatti soffiano producendo un suonomolto simile a quello di un serpente arrabbiato quando si vengono a trovare in una situazione pericolosa, o più semplicemente quando si tenta di dar loro una medicina.
COME SI FA CAPIRE IL GATTO
Il gatto, rispetto a un cane, non è molto propenso all’obbedienza, dato che è molto geloso della sua indipendenza, ma è molto comunicativo e intelligente e, sicuramente, in grado di comprendere tutto quello che gli viene detto.
Il gatto sa farsi intendere: secondo studi di etologia il gatto riesce a produrre più di 16 suoni diversi tra loro e con altrettanti significati. Nel complesso linguaggio dei gatti c’è il miao che indica la fame, quello che richiede coccole e attenzioni, quello che manifesta malessere. Poi ci sono le fusa, delle manifestazioni di gioia e di benessere, che possono partire come suono sommesso per poi trasformarsi in un rumore sordo e gutturale. Infine c’è il soffio, una manifestazione di ira e di rabbia che fa quando subisce un torto: in queste situazioni evita di toccarlo, anche solo per rassicurarlo, poiché potrebbe reagire in maniera violenta per proteggersi
I MODI DI COMUNICARE DEL GATTO: IL LINGUAGGIO DEL CORPO
Ogni parte del corpo del gatto comunica qualcosa. Dal muso, ad esempio, si può comprendere il suo stato d’animo e le emozioni vissute in quel momento. Un micio rilassato ha le orecchie dritte e appena rivolte verso l’esterno per captare ogni cambiamento e percepire ogni rumore, i baffi sono distesi in posizione di riposo e i tratti del viso addolciti.
Qualora dovesse sentire un minimo suono che lo infastidisce o dovesse sentirsi in pericolo, lo vedrai rizzare le orecchie, tendere i baffi in avanti, spostare lo sguardo verso il rumore e contrarre le pupille.
Quando la sensazione di pericolo si trasforma in spavento, il gatto appiattisce le orecchie, le ruota verso l’esterno e dilata le narici.
Un’altra espressione tipica del gatto è quella minacciosa e intimidatoria: il pelo della coda diventa gonfio e irto, la bocca è semiaperta, lo sguardo fisso e incattivito, le orecchie ruotate verso l’esterno e se emette anche il famoso soffio è il caso di scappare!
Una menzione a parte la merita la coda. Questa estremità è una delle parti del corpo del gatto più espressiva.
Oltre a comunicare ira quando è gonfia, manifesta curiosità quando è dritta e un po’ curvata sulla punta e paura quando è nascosta tra le gambe. Se la coda è dritta a formare un angolo retto con il dorso, il tuo gatto ti sta salutando, se si muove velocemente invece c’è dell’agitazione nell’aria e, infine, se è avvolta attorno alle zampe anteriori quando è seduto, il micio è in completo relax.
Il linguaggio del corpo dei gatti lascia poco spazio all’immaginazione e, dopo qualche tempo trascorso insieme, imparerai a capirlo.
COME FARSI CAPIRE DAL GATTO
Il gatto è un animale estremamente sensibile e se gli volessimo attribuire una caratteristica umana potremmo forse anche definirlo permaloso.
Per cercare di farci capire da lui la mossa più valida è sicuramente entrare in relazione e in sintonia
Per fare ciò è estremamente importante non forzare mai i contatti ma lasciargli quanto meno l’illusione di aver avuto il controllo dell’iniziativa.
Con i gatti più diffidenti sarà
necessario attingere a tutta la nostra pazienza.
Cerchiamo inoltre di non apparire mai minacciosi.
Le coccole sarebbe meglio concederle quando è il gatto che le richiede o solo se ci appare ben predisposto, ricordandoci di preferirne alcune rispetto ad altre, ad esempio i grattini fatti dietro alle orecchie o fatti sulla pancia scatenano risposte assai differenti, nel primo caso estremamente positive nel secondo conseguenze di gran lunga spiacevoli.
Alcuni possessori di gatto vorrebbero capire come far capire il proprio affetto al gatto, ma non sono necessarie coccole eccessive, quando non richieste, meglio assecondare il gatto, fornirgli tutto il nutrimento che richiede, e le coccole quando le gradisce.
I gatti sono capaci di comprendere alcune delle parole che utilizziamo, ma la parte più importante è sicuramente il tono di voce che adoperiamo per parlare con loro.
Per far capire al gatto che non deve fare una azione a noi sgradita, mai usare gesti o colpi, può essere sufficiente un tono di voce più alto
Essere i più dolci possibili anche in questo caso non potrà che facilitarci nel dialogo con il nostro amato felino.
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