L’IMPIEGO E L’UTILIZZO DELL’ASINO
L’asino è stato da sempre definito come un animale testardo, stupido e poco socievole: invece questo animale si presenta come l’esatto opposto rispetto a questa erronea convinzione. Infatti gli asini sono animali molto obbedienti e timidi, con una grande capacità di apprendimento, estremamente curiosi e fedeli ed oggi molto utilizzati anche nella pet therapy. Si tratta di un animale molto legato al proprio padrone, del quale tende ad assimilare comportamenti e carattere: se infatti il proprietario si dimostrerà poco amabile nei suoi confronti, l’asino reagirà di conseguenza imponendosi nelle sue intenzioni. Di qui la classica testardaggine del ciuco.
L’asino puo’ essere usato per transito e trasporto merci in montagna, a differenza di altri equini. Il latte d’asina è considerato il più simile a quello della donna. Per tale motivo è diventato un alimento fondamentale nella dieta dei neonati allergici alle proteine del latte vaccino.
GLI UTILIZZI PRINCIPALI DELL’ASINO
L’utilizzo principale dell’asino è sicuramente quello di bestia da soma grazie alle sue caratteristiche fisiche che lo rendono meno costoso del cavallo (sia a livello di mercato che di mantenimento) ma molto più resistente e avvezzo alla camminata su sentieri accidentati anche con un grande carico; il latte di asina è inoltre il più simile a quello umano e per questo utilizzato ora soprattutto per l’allattamento non al seno di neonati, in passato era decantato per qualità varie e curative, adatte dalla disintossicazione alla cicatrizzazione delle ferite. Anche la carne asinina è stata usata molto nella cucina contadina; ultimamente gli asini sono stati soggetto della “pet terapy” ovvero la terapia di date malattie tramite il contatto e la mediazione con animali.
Il latte d’asina ha sempre goduto, tra l’altro, vanto di medicamentosità e di facilissima digestione. La carne è molto sapida e viene spesso usata per la confezione di insaccati, quasi sempre però mescolata alla carne suina.
GLI ASINI UTILIZZATI NELLA PET TERAPY
Per le sue doti di apprendimento e per la sua innata dolcezza, l’asino viene anche utilizzato nella pet therapy soprattutto con i bambini. Per quanto concerne altri impieghi ed utilizzi del somaro, dobbiamo spostaci in altri paesi, dove questo animale viene allevato come produttore di carne (insaccati compresi) e di pellami, soprattutto nelle zone meno industrializzate. In alcune zone d’Italia, il ciuco è stato valorizzato ed impiegato nel comparto turistico: basti pensare alla “ciucciopolitana” del Cilento oppure alla fattorie didattiche.
L’USO DELL’ASINO DOMESTICO NELLA STORIA
Fin dal 3000 a.C. l’asino domestico è stato usato in Palestina per trasportare le merci prima ancora del dromedario, selezionandolo dall’asino selvatico africano, di cui già facevano parte le due sottospecie dell’asino selvatico di Nubia e dell’asino selvatico della Somalia. Velocemente il suo utilizzo si è esteso nel Mediterraneo e nel sud dell’Europa, diventando l’animale da soma e da monta più diffuso nelle civiltà dell’epoca. Con la conquista del nuovo mondo, in particolare dal XVI secolo in poi, l’asino si è diffuso anche nell’America del Nord al seguito dei colonizzatori come animale da lavoro.
È quindi fin dall’inizio della storia che gli asini sono stati utilizzati in Europa ed Asia occidentale per trasportare carichi, tirare carri e trasportare persone. Nonostante non sia veloce come il cavallo, è più robusto, il suo mantenimento è meno costoso, ha una gran resistenza e si muove agilmente su terreni difficili. Continua a mantenere una grande importanza in molti paesi in via di sviluppo.
Anche in Italia viene usato come animale da soma, seppure in maniera decisamente minore rispetto al periodo precedente la meccanizzazione dell’agricoltura e lo spopolamento delle campagne nel XXI secolo. Ad esempio, nell’isola di Alicudi si usano ancora asini e muli per trasportare bagagli e attrezzature, questo per via della rete stradale quasi inesistente e per l’elevata pendenza.
I DIVERSI UTILIZZI DELL’ASINO
Pur essendo da sempre considerato il cavallo dei poveri, l’asino ha l’innata capacità di adattarsi a qualsiasi condizioni climatica ed ambientale, anche la più impervia, e si accontenta di cibi anche poco nutrienti e di foraggio povero. In Italia fino a qualche decennio fa, rappresentava il motore dell’economia rurale insieme con i bovini, capace di resistere a lavori duri e pensati, come il trasporto di carichi e l’impiego nei mulini per muovere la mola. Nel tempo però, a causa della meccanizzazione progressiva dell’agricoltura, l’asino è stato progressivamente sostituito: così dopo esser stato intensamente sfruttato e malmenato, sono molte oggi le razze di asini che rischiano l’estinzione, in particolar modo quelle autoctone delle isole italiane.
L’asino, oltre che trasportare cose e persone, far funzionare macine e magli e lavorare nei campi, fu molto utilizzato dagli eserciti. Era un compagno fedele, resistente e frugale, obbediente e coraggioso. Molti scrittori ne hanno menzionato il ruolo sociale, come Giovanni Verga nelle sue novelle, che li considera parte integrante dello spaccato di vita della società italiana del primo del Novecento.
Anche oggi gli asini sono essenziali nelle terre aride e accidentate più povere del mondo dove vengono impiegati per il trasporto di cose e persone e per il lavoro nei campi; l’asino domestico ha mantenuto i caratteri di resistenza e rusticità che erano presenti nel suo precursore selvatico. Nei paesi occidentali si sta assistendo alla riscoperta dell’asino, se ne apprezzano la docilità, la pulizia e la predisposizione al rapporto con l’uomo.
La domanda a questo punto nasce spontanea. Perché l’asino ha perso la sua reputazione dei tempi antichi, trasformandosi in un animale stupido, pigro e cocciuto?
LA RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE ASININA NELL’IMPIEGO
L’asino viene adoperato per il tiro, per la sella e soprattutto per il basto. Il rendimento lavorativo, specie se paragonato alle sue dimensioni, all’alimentazione generalmente scarsa quantitativamente e di poco significato nutritivo, all’allevamento quasi sempre molto trascurato, è da considerare notevole e superiore a quello del cavallo, anche per la maggiore resistenza. Molto apprezzati anche gli ibridi (mulo quando lo stallone è l’asino, bardotto quando lo stallone è il cavallo).
Molto forte e capace di vivere con poco, l’asino è stato utilizzato prettamente per i lavori duri dei campi esattamente come è accaduto per i bovini, dal trasporto della legna fino all’impiego nei mulini per muovere la mola per la raffinazione del grano. Oggi la popolazione asinina si è estremamente ridotta soprattutto nei paesi industrializzati, tant’è che in uno studio risalente al 2004 risultano presenti davvero troppo pochi capi: in Svizzera, per esempio, sopravvivono solo 2.000 capi, in Italia circa 75.000 esemplari, mentre nel Regno unito si raggiunge quota 10.000.
Eppure nei paesi al di fuori dell’Europa o comunque che maggiormente si dedicano all’agricoltura, gli esemplari asinini sono davvero molti, come accade in India, dove ammontano a circa 1.500.000 capi oppure ancora in Cina, dove si ha una popolazione record di 11.000.000 capi (dovuta prettamente all’utilizzo mai cessato delle carriole cinesi trainate proprio dagli asinelli).
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