LA STORIA E L’ORIGINE DEL CANE
Il cane domestico appartiene alla famiglia dei Canidi, un gruppo di carnivori che comprende 36 specie viventi, fra cui ad esempio lupi, sciacalli, volpi, coyote, criscioni e cani-procione.
All’interno di questa famiglia il cane domestico è maggiormente imparentato con lupi, sciacalli e coyote, i quali condividono lo stesso numero di cromosomi, sono potenzialmente interfecondi e producono prole fertile se incrociati fra loro.
LE TEORIE SULL’ORIGINE DEL CANE
Già nel diciannovesimo secolo Darwin suggerì come i diversi membri della famiglia dei Canidi e del genere Canis, lupi, coyote e sciacalli, potessero tutti aver giocato un ruolo nell’evoluzione dei cani domestici.
Negli anni 50 si ipotizzò che alcune razze discendessero principalmente dai lupi e dagli sciacalli e in particolare dallo sciacallo dorato C. aureus. La teoria era supportata sia dall’aspetto esteriore, sia dal comportamento diverso dei canidi tipo lupus, rispetto a quelli di tipo aureus.
La differenza comportamentale era soprattutto riscontrabile nel rapporto di dipendenza dall’uomo del cane adulto, maggiore per i cani di tipo aureus, e nel periodo sensibile per l’attaccamento al padrone, che era molto più breve e precoce nei cani di tipo lupino.
I cani di tipo aureus non avrebbero avuto nessuna difficoltà a identificare nel padrone il ruolo del genitore guida per tutta la vita, mentre i cani di tipo lupino avrebbero (come succede per i lupi e i dingo addomesticati) messo in discussione la posizione gerarchica del padrone una volta diventati adulti, per riconoscerla solo se il padrone si fosse rivelato all’altezza di un vero capo branco.
LA STORIA E L’ORIGINE DEL CANE
Ancora oggi, non si conoscono con chiarezza le origini del cane domestico e le ipotesi che si sono formulate sono troppo varie e contrastanti per poter dar luogo ad una singola spiegazione.
In ogni caso, la maggior parte di queste teorie attribuiscono la discendenza del cane al lupo oppure allo sciacallo. Secondo altre teorie invece, l’attuale cane discenderebbe da entrambe, il che avrebbe dato origine alla formazione di diverse razze primitive dalle quali deriverebbero le numerose razze attuali.
In ogni caso, gli studi più recenti, supportati da approfondimenti paleontologici, avrebbero portato a riconoscere il lupo grigio come vero antenato e progenitore del cane che, quindi, verrebbe riconosciuto come sottospecie (Canis lupus familiaris).
IL PROCESSO DI DOMESTICAZIONE DEL LUPO
Se, quindi, la spinosa questione della discendenza possa essere considerata parzialmente risolta in modo più o meno soddisfacente, lo stesso non si può dire per il processo di domesticazione del lupo che lo avrebbe portato a diventare il più valido e fidato compagno dell’uomo.
Riguardo questo difficile e delicato argomento, tra tutte le ipotesi ne esiste una che viene maggiormente accreditata, ossia quella della ‘domesticazine naturale’. Secondo questa teoria, i lupi meno abili nella caccia, spinti dalla fame, avrebbero iniziato a seguire i gruppi nomadi di cacciatori, cibandosi dei loro avanzi. Allo stesso tempo gli uomini avrebbero tollerato la loro presenza grazie al preziosissimo ruolo di sentinelle che i lupi, inconsapevolmente, svolgevano stabilendosi accanto agli accampamenti ed avvertendo con latrati e guaiti l’avvicinarsi di eventuali intrusi.
In seguito, alcuni esemplari di lupi, ormai avvezzi alla presenza dell’uomo, sarebbero stati adottati dalla comunità umana, dando così inizio al più bel esempio di coevoluzione.
I MUTAMENTI GENETICI DEL LUPO
Ipotesi più sicure riguardano invece le cause dei mutamenti genetici che avrebbero portato i ‘cani domestici’ a distinguersi dai lupi. Questi mutamenti sarebbero dovuti ad un’inconscia selezione dei soggetti più adatti per essere addomesticati e sono ancora oggi riscontrabili in tutti i cani domestici (riduzione del volume del cranio, posizione meno obliqua degli occhi, accorciamento del piede, accorciamento dei canini, comparsa delle diverse varietà di colore e delle chiazze del mantello, ecc…).
Tra i ritrovamenti più antichi figurano numerosi resti di lupi (o ‘cani domestici’) che, se pure molti presentano evidenti segni di macellazione, evidenziano comunque le differenze morfologiche tra gli antichi cani e quelli odierni. Ma le prime testimonianze di un nuovo legame tra uomo e cane non si faranno attendere molto: i resti di un uomo sepolto assieme al suo cane circa 12000 anni fa, ne sono la piena conferma.
L’ESISTENZA DELLE DIVERSE RAZZE DEI CANI
L’esistenza delle diverse razze odierne è da attribuirsi anche al fatto che i lupi, e le sue sottospecie, siano stati addomesticati quasi contemporaneamente in ambienti diverse, con condizioni climatiche diverse e con incroci differenti.
Certamente però i primi cani erano considerati molto utili dall’uomo che imparò a sfruttarne le attitudini, fisiche e caratteriali, assegnandogli così varie mansioni che andavano dalla caccia alla semplice guardia.
Proprio questo spiega anche la presenza di razze adibite ad un lavoro specifico: la selezione, quasi involontaria, del passato infatti, avrebbe portato alla creazione di soggetti differenti a seconda del loro lavoro: sarà quindi ovvio che un buon cane da caccia avrà gambe lunghe e una corsa fulminante, un cane che deve cacciare tra rovi e bassi passaggi avrà invece delle gambe corte ed un fisico più allungato; quelli da guardia dovranno avere denti più affilati ed una mascella potente, nonché una certa intelligenza; ecc…
IL VERO ANTENATO DEL CANE
Sulla base di studi anatomici, fisiologici e comportamentali, la maggior parte dei biologi considerava il lupo come l’antenato più probabile dei cani domestici comparando i geni di cani domestici con quelli di lupi, coyote e sciacalli, con tecniche di biologia molecolare.
Il gruppo guidato da Wayner accolse campioni di sangue, tessuti e peli di 140 cani di 67 diverse razze, 162 lupi provenienti da 27 diverse popolazioni dal Nord America, Asia e medio Oriente, 5 coyote, 2 sciacalli dorati, 2 sciacalli dalla gualdrappa e 8 sciacalli dell’Abissinia.
Quando Wayne esaminò i campioni di DNA mitocondriale, trovò che lupi e coyote differivano per circa il 6%, mentre cani domestici e lupi differivano solo per l’1%, cosa che già faceva propendere per attribuire al lupo la paternità dei cani domestici.
Il gruppo di Wayne focalizzò quindi l’attenzione su una piccola porzione del DNA mitocondriale chiamata “regionedicontrollo‟, che varia ampiamente fra le diverse specie di mammiferi.
Fra le 67 razze di cani trovarono 26 diverse sequenze nella regione di controllo, che risultò quindi essere altamente polimorfica. Nessuna razza aveva una propria sequenza caratteristica, ma piuttosto le razze condividevano un comune pool di diversità genetica. Coyote e sciacalli erano geneticamente molto diversi dai cani domestici rispetto ai lupi, infatti ciascuna sequenza di coyote o sciacallo differiva da ciascuna sequenza di cane domestico per almeno 20 loci e spesso per un numero molto maggiore. Questo fu risolutivo nello stabilire che i cani sono lupi addomesticati.
L’ETÀ DEL CANE
Lo studio del gruppo di ricerca guidato da Wayne permise anche di stimare l’età del cane domestico dalle sequenze generate per mezzo del cosiddetto “orologio molecolare”.
La più antica testimonianza fossile di cane domestico è datata 12.000-14.000 anni, più o meno quando sorse l’agricoltura. Ma questo non è un tempo sufficiente per giustificare una tale differenza nel DNA mitocondriale di lupo e cane.
Forse, prima di allora, i cani non erano molto diversi esteriormente dai lupi, e quindi non hanno lasciato fossili riconoscibili come di „tipo canino‟. La divergenza genetica tra lupo e cane domestico suggerisce che le due specie si siano separate da almeno 135.000 anni fa.
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