LA COMUNICAZIONE ANIMALE
Gli animali di una stessa specie si scambiano continuamente messaggi, con un linguaggio fatto di gesti e di segnali di vario tipo. Anche noi naturalmente non comunichiamo soltanto con le parole. Per esempio ci salutiamo dandoci la mano, per dimostrare che non abbiamo intenzioni aggressive (figura).
Il gesto di tendere la mano, come se si chiedesse cibo, è un segnale di pace anche tra gli altri primati. Bisogna però fare attenzione: a volte uno stesso messaggio ha significati diversi in specie differenti. Il nostro sorriso per esempio è un segnale di amicizia. Ma quando sorridiamo facciamo vedere i denti, che possono anche essere armi di offesa.
Quando ti avvicini a un cane che non conosci è bene evitare di sorridere e accarezzarlo sul capo, anche se ti verrebbe spontaneo farlo: per il cane, infatti, mostrare i denti e coprire la sua visuale sono gesti di aggressione.
I MESSAGGI ACUSTICI E CHIMICI
Ogni specie comunica trasmettendo il tipo di segnale più adatto all’ambiente in cui vive.
Gli odori e i suoni sono efficaci per gli animali che hanno abitudini notturne o vivono nel fitto della vegetazione, mentre i segnali visivi sono più utili per chi è attivo di giorno su grandi spazi aperti. Sono esempi di messaggi acustici il gracidare degli anfibi, il frinire delle cicale, il canto degli uccelli e il bramito dei cervi.
Con questi segnali un maschio dice «Io sono qui!» e indica che quello è il luogo in cui vive.
Invita così le femmine ad accoppiarsi con lui, e gli eventuali altri maschi in ascolto ad allontanarsi.
Il linguaggio tattile è basato su un contatto diretto tra gli individui, come nel caso di queste scimmie che si spulciano a vicenda, rinforzando così il loro legame di gruppo.
A volte anche le femmine emettono segnali chimici nel periodo riproduttivo.
In alcune specie di farfalle i maschi riescono a captare con le antenne a chilometri di distanza le molecole di feromoni rilasciate dalle femmine appena uscite dal bozzolo.
I MESSAGGI VISIVI
Tra i primati (noi compresi) i messaggi visivi più efficaci sono i gesti e le espressioni del volto.
Per molti altri animali invece hanno grande importanza le forme, i disegni e i colori presenti.
in alcune parti del corpo. Questi caratteri di solito sono usati dai maschi per attirare l’attenzione della femmina e segnalare di essere un «buon partito» per l’accoppiamento.
Un esempio spettacolare è rappresentato dai colori brillanti e dalla fantastica coda «occhiuta» del maschio del pavone (figura ). La femmina e i piccoli invece sono di colore marroncino, che è più utile per proteggerli perché è mimetico, cioè si confonde con l’ambiente (figura).
AFFERMARE LA PROPRIA SUPERIORITÀ
Quando due cani si incontrano per la prima volta, devono stabilire chi dei due domina sull’altro.
In un animale sociale come il cane, questa definizione dei ruoli è indispensabile per potersi poi dedicare ad altre faccende come la caccia, l’esplorazione del territorio o il gioco.
Quando sono uno di fronte all’altro, i due cani per prima cosa tendono le orecchie in avanti, arruffano il pelo sul dorso e drizzano la coda.
Questi sono segnali di minaccia: ciascun cane vuole apparire più grande di quanto sia in realtà. Inoltre ha tutti i sensi in azione, pronti a captare il minimo segnale emesso dall’avversario.
Se nessuno dei due cani accetta la superiorità dell’altro, entrambi iniziano poi a mostrarsi i denti, cioè le rispettive armi, e a ringhiare minacciosamente.
A questo punto può anche scatenarsi una lotta, che termina quando uno dei due scappa o riconosce l’autorità dell’altro mettendosi nella posizione di sottomissione, cioè pancia all’aria come i cuccioli, esponendo la gola e i genitali (figura).
Ora il vincitore con un morso potrebbe recidergli le vene, che in quei punti scorrono in superficie, e farlo morire dissanguato. Ma non lo farà: si limiterà invece ad annusarlo e a orinare lì accanto, per segnalare che quel territorio è suo.
Si è stabilita così una gerarchia: il cane vincitore è il dominante, mentre lo sconfitto è il subordinato.
Quando i due cani si incontreranno in futuro, il subordinato si avvicinerà al dominante a zampe piegate, con la coda bassa e le orecchie all’indietro, e gli leccherà i lati del muso, proprio come fanno i cuccioli quando si avvicinano all’adulto e cercano cibo.
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