GLI UNGULATI
Gli arti degli animali come i mammiferi hanno avuto un ruolo fondamentale durante il corso dell’evoluzione, per la conquista della terraferma, oltre che dell’aria e dell’acqua. Per quanto riguarda i grandi animali che camminano, spesso migratori, essi hanno sviluppato zampe forti, in grado di sostenere anche un grande peso, dotate di unghie.
Queste strutture, oltre alla particolare configurazione delle ossa degli arti, permettono all’animale di avere un appoggio sicuro su terreni impervi come i rilievi montuosi, e di avere un’elevata velocità in piano. Gli animali che possiedono gli zoccoli venivano in passato definiti Ungulati, un raggruppamento che tuttavia comprendeva specie che sono risultate essere molto distanti a livello genetico fra loro.
GLI UNGULATI
Con il termine di Ungulati si indica un gruppo di Mammiferi caratterizzati dall’avere la parte terminale delle dita (falangette) ricoperte da robuste unghie (zoccoli). Si tratta di un super ordine cui appartengono, tra gli altri, l’ordine dei Perissodattili (esempio Cavallo) e l’ordine degli Artiodattìlì.
Gli Ungulati (dal latino ungulatum ‘provvisto di unghie’, ossia ‘zoccoli’) costituiscono un gruppo di mammiferi dal rango attualmente non ben definito, ma comprendente in generale quegli animali che appoggiano il proprio peso corporeo sulla punta delle dita, che hanno perciò sviluppato le unghie a guisa di zoccoli per proteggersi dall’usura.
Ad oggi “ungulati” non è un termine zoologicamente corretto, tuttavia viene inteso come l’insieme di due ordini distinti: gli Artiodattili e i Perissodattili. Essi si distinguono per il numero di dita sviluppate:
- Gli Artiodattili possiedono un numero pari di dita, spesso due dita centrali più grandi e uno più piccolo per ogni lato.
- I Perissodattili invece presentano un numero dispari di dita. Questi animali, nonostante abbiano di frequente delle grandi dimensioni, sono in grado di convivere pacificamente con le altre specie, con le quali condividono frequentemente habitat e risorse, e con i quali spesso formano grandi mandrie miste, che hanno anche lo scopo di difesa da predatori comuni: anche in questo caso l’unione fa la forza.
A sinistra la zampa a due dita dell’artiodattilo dromedario (Camelus dromedarius), al centro una mandria di gnu (Connochaetes taurinus) e a destra una giraffa (Giraffa camelopardalis) in compagnia di un rinoceronte nero (Diceros bicornis).
LE STRATEGIE DI DIFESA INDIVIDUALI
Pur trovando nella vita in gruppi una valida difesa, artiodattili e perissodattili hanno comunque strategie di difesa individuali, e sono in grado di allontanare i predatori e di lottare con i propri simili per la conquista del territorio e delle femmine.
Gli strumenti principali sono i denti, che in alcune specie risultano evolute in zanne appuntite o dalle grandi dimensioni, e le corna, molto vistose in alcuni animali, che possono essere aguzze e diramate, costituite da materiali diversi a seconda delle specie. In molti animali le corna sono una prerogativa dei competitivi maschi, ma esistono le dovute eccezioni. I maschi, come detto, lottano anche per proteggere il proprio territorio, che spesso marcano con urina e feci o altre sostanze odorose come il secreto delle ghiandole lacrimali, segnando, inoltre, la scorza degli alberi con lo strofinio delle corna.
LA NUTRIZIONE
I vegetali in generale sono il cibo principale di questi erbivori, nonostante talvolta la loro dieta comprenda anche animali dalle piccole dimensioni come alcuni artropodi. In relazione a questa dieta particolare, gli ungulati presentano una dentatura particolare con molari e premolari sviluppati, in grado di triturare l’erba, mentre meno sviluppati sono incisivi e canini, che tuttavia risultano ancora presenti.
Molti perissodattili e artiodattili dispongono di un labbro superiore uncinato, in grado di afferrare più facilmente le foglie di alberi e arbusti, strappandoli con forza; molte specie dispongono anche di una lunga lingua che facilita questa operazione.
Un gruppo di artiodattili è in grado di digerire in maniera specifica la cellulosa presente nei vegetali grazie a uno stomaco aggiuntivo chiamato rumine, la cui flora batterica ha proprio lo scopo di degradare le rigide strutture tipiche dei vegetali. Queste specie vengono definite ruminanti, noti per la cosiddetta “doppia masticazione” del cibo..
A sinistra due impala (Aepyceros melampus) lottano fra loro, al centro un francobollo del Kazakhstan del 1992 raffigurante un saiga (Saiga tatarica), dal particolare labbro superiore, e a destra la lunga lingua della giraffa (Giraffa camelopardalis).
LA DOMESTICAZIONE DEGLI UNGULATI DA PARTE DELL’UOMO
L’uomo ha instaurato molto precocemente uno stretto rapporto con molti ungulati, soprattutto attraverso l’allevamento di specie utili per la carne, il latte, la lana e come animali da soma. La domesticazione ha permesso la selezione di razze dalle particolari caratteristiche. Alcuni vengono anche utilizzati per sport, come l’equitazione. Per questo motivo tuttavia molti di questi erbivori sono stati (e spesso lo sono ancora) oggetto di caccia da parte dell’uomo, sia per le carni, sia per le corna o le zanne, trofei che attirano molti bracconieri.
LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI UNGULATI
Le caratteristiche comuni a questo gruppo di mammiferi sono:
- Camminano solo sulla punta delle loro dita e le cui zampe sono coperte da uno zoccolo.
- Vivono in quasi tutto il mondo, sia come animali domestici che di allevamento e allo stato selvatico.
- Inoltre, sono principalmente erbivori (in taluni casi onnivori) e, come detto, il contatto tra le dita e il suolo è ammortizzato dalla presenza di uno zoccolo.
- Sono degli animali che vengono cacciati o allevati.
- Sono degli animali resistenti ai parassiti e alle malattie infettive, in grado di vivere in ambienti non idonei agli animali domestici per clima e alimentazione. Quindi possibilità di usufruire di aree pendenti, boschive.
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