LA CLASSE DEGLI ANFIBI
Gli anfibi sono dei vertebrati che si sono parzialmente adattati alla vita terrestre e che nella scala evolutiva si trovano a metà strada tra i rettili ed i pesci. In pratica furono i primi vertebrati che colonizzarono la terra ferma più di 400 milioni di anni fa.
Sono animali definiti a sangue freddo (eterotermi), come i rettili, che vuol dire che la temperatura del corpo è in funzione di quella esterna non essendo in grado di termoregolarla autonomamente. Questo comporta che nelle regioni con inverni particolarmente freddi, vanno in ibernazione.
COSA SIGNIFICA ANFIBIO
Gli anfibi, per definizione, sono animali che conducono una vita che si sviluppa sia in acqua che a terra. Sono animali il cui habitat ha bisogno di luoghi misti, come laghi, stagni, argini o zone umide.
Gli anfibi furono i primi animali capaci di uscire dall’acqua e iniziare a vivere nella terraferma. Tuttavia, non hanno mai lasciato l’ambiente acquatico. Si tratta di esseri viventi affascinanti, con caratteristiche sorprendenti e uniche.
Gli anfibi hanno bisogno di vivere sia in acqua che a terra: soddisfano i loro bisogni vitali in questi due ambienti. Ad esempio, si riproducono e crescono sott’acqua, ma si nutrono sulla terraferma.
Inoltre, subiscono un drastico cambiamento fisico nel corso della loro vita, tramite la metamorfosi. Dopo la schiusa, le uova entrano in uno stato larvale, formando i girini. Mentre sono in questo stato, sviluppano il loro corpo adulto, in cui crescono le zampe, il corpo e cambiano persino il loro modo di respirare o nutrirsi.
Sono erbivori quando sono girini per diventare carnivori nella loro fase adulta. Ad esempio, la loro dieta è composta principalmente da insetti, vermi, ragni e altri piccoli animali.
Anche la respirazione cambia radicalmente: i girini sono dotati di branchie e possono solo respirare sott’acqua. Crescendo si sviluppano i polmoni, in modo da poter condurre la loro vita adulta sulla terraferma.
HABITAT E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Sono animali presenti praticamente in tutto il mondo eccetto che in Antartide e rappresentano un’ampia popolazione dei vertebrati con quasi 6000 specie riconosciute.
In genere vivono nelle zone umide o direttamente dentro le acque dolci ma esistono anche delle specie che vivono negli alberi o nelle piante in genere (specie arboricole che si ritrovano tra gli Anura).
DOVE VIVONO GLI ANFIBI
Esistono più di 4.000 specie di anfibi. Vivono in tutte le regioni del mondo tranne che nell’Antartide. L’anfibio più grande è la salamandra gigante del Giappone, che è lunga 1 metro e mezzo. Le rane più piccole, come la rana dorata, sono lunghe solo 1 centimetro.
La maggior parte degli anfibi vive parte della sua vita nell’acqua e parte sulla terra. Essi nascono nell’acqua, vivono sulla terra quando diventano adulti e tornano in acqua per riprodursi. Comunque, normalmente non si allontanano molto dall’acqua e vivono nelle zone umide.
Gli anfibi vivono sulla Terra da più di 300 milioni di anni. Tuttavia, le popolazioni di anfibi stanno diminuendo in tutto il mondo. Non si sa con esattezza quale sia la causa. Certamente la distruzione del loro habitat e la contaminazione con insetticidi e altre sostanze chimiche sono alcune cause che stanno provocando la diminuzione degli anfibi. La loro pelle è molto sottile e le uova non possiedono un guscio protettivo; per queste ragioni gli anfibi sono molto sensibili ai cambiamenti che si producono nell’ambiente in cui vivono.
L’ANATOMIA DEGLI ANFIBI
- La cute è ricca di ghiandole ed altamente vascolarizzata. Sono presenti numerose ghiandole mucipare, a volte ghiandole velenifere spesso associate ad una colorazione vivace della cute. La pelle periodicamente si stacca durante il periodo della muta e spesso viene ingerita dall’animale stesso.
- Gli arti degli Anfibi sono poco sviluppati. Gli anfibi hanno 4 arti: 2 anteriori e 2 posteriori.
- I polmoni non sono molto suddivisi all’interno, quindi lo scambio di gas non è molto efficiente, ed essi respirano quasi solo con la pelle che quindi viene inumidita grazie a delle ghiandole o con continue immersioni in acqua. Nella famiglia delle salamandre, gli animali non possiedono polmoni e respirano unicamente attraverso la pelle.
- L’apparato circolatorio ha come centro il cuore che ha 2 atri e un solo ventricolo, il sangue si mescola parzialmente. Il cuore degli anfibi è a tre tempi, prima il sangue arterioso ossigenato viene sospinto nell’aorta direttamente all’encefalo, il secondo battito spinge nell’aorta sangue misto che va agli organi, il terzo contenente sangue sporco va verso la pelle.
LA RIPRODUZIONE
Come i rettili sono ovipari. Per accoppiarsi solo i Gymnophiona hanno un vero e proprio organo copulatore mentre nei Caudata i maschi depongono nell’acqua dei pacchetti che contengono gli spermatozoi che poi sono prelevati dalla femmina e posti nella cloaca (in questo modo le uova vengono deposte già fecondate). Negli Anura la femmina depone le uova in acqua e poi il maschio le feconda.
La riproduzione avviene dentro l’acqua o comunque in ambienti sempre molto umidi in quanto le uova sono prive di guscio e quindi molto fragili. Dalle uova si formano delle larve che sono chiamate girini dotate di branchie che, nella maggior parte delle specie, perdono con la maturità acquistando i polmoni (metamorfosi). Inoltre mentre i girini sono privi di arti con la metamorfosi acquistano prima quelli posteriori e poi quelli anteriori oltre a tutta una serie di profonde modificazione degli organi interni.
IL TIPO DI RIPRODUZIONE
La riproduzione è legata all’acqua nella maggior parte delle specie. Negli anfibi a riproduzione acquatica, le uova sono prive di guscio e avvolte da un materiale gelatinoso, quindi devono essere deposte in acqua. La fecondazione è esterna: il maschio sale sul dorso della femmina e feconda le uova man mano che questa le depone. Le uova fertilizzate si sviluppano in seguito in larve acquatiche chiamate girini, attrezzate di una coda ondulante per la locomozione, branchie esterne, un lungo apparato digerente e un picco corneo con cheratinizzazione variabile a seconda della dieta erbivora o carnivora del girino. La metamorfosi è graduale e comporta modificazioni nell’apparato digerente, la comparsa di zampe e polmoni, la scomparsa delle branchie e, negli Anuri, della coda. In alcuni urodeli si è persa, durante l’evoluzione, la metamorfosi.
LE ABITUDINI ALIMENTARI
Gli adulti sono animali carnivori e si cibano prevalentemente di insetti, lumache e vermi mentre i girini sono erbivori.
GLI ANFIBI SONO A RISCHIO ESTINZIONE
Le specie appartenenti agli anfibi sono tra le più minacciate. Si calcola che delle 85 specie europee il 60% circa sia in rapido declino come numero di esemplari e la situazione italiana sarebbe tra le più gravi dal momento che l’Italia ospita un maggior numero di specie complessivo.
Recenti studi hanno scoperto una relazione stretta fra il calo dell’ozono nella stratosfera e la diminuzione di alcune specie di anfibi. I raggi ultravioletti B si sono rivelati notevolmente dannosi per gli essere viventi visto che alterano il patrimonio genetico.
Altre specie di anfibi, invece, sono in pericolo di estinzione perché non producono sufficienti quantità di fotoliasi e quindi godono di una minore protezione all’esposizione dei raggi solari.
I raggi UV incidono negativamente, sulle possibilità di sopravvivenza degli anfibi, attraverso varie modalità:
- Possono diminuire le difese immunitarie.
- Possono diminuire la quantità di insetti acquatici di cui si nutrono gli anfibi.
IL RISCHIO DI SOPRAVVIVENZA DEGLI ANFIBI
Oltre a questa nuova causa di pericolo per la sopravvivenza degli anfibi, questi ultimi sono minacciati prevalentemente dalle seguenti cause di alterazione ambientale:
- La bonifica delle zone acquatiche.
- La deforestazione.
- L’inquinamento e l’immissione di una lunga serie di prodotti chimici.
- La diffusione di malattie batteriche.
- La caccia dell’uomo ed il loro utilizzo come piatto prelibato.
- L’inserimento di una nuove specie nell’habitat che alteri gli equilibri con comportamenti invasivi e distruttivi.
Purtroppo negli ultimi anni si sta assistendo ad una lenta diminuzione della loro popolazione dovuta da una parte alla sempre più frequente perdita dei loro habitat naturali, dall’altra ai cambiamenti climatici che diminuiscono le precipitazioni ed ancora all’insorgenza di diverse nuove malattie infettive.
In Italia, i due rospi più diffusi, il Bufo bufo e il Bufo viridis si possono considerare a rischio a causa della loro abitudine di ritornare al sito produttivo. Questo trasferimento li porta ad attraversare strade e quindi a venire falciati dagli automobilisti. Si sono attivati gruppi di volontari per rimediare a questo problema.
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