L’ORIGINE E LA STORIA DEL MAIALE

l'origine e la storia del maiale

Il maiale è da sempre stato uno degli animali prediletti dall’uomo e quindi avviato all’allevamento fin dai tempi più remoti: come recita un vecchio detto, infatti, “del maiale non si butta niente”, il che fa intendere che ogni parte del corpo del suino sia poi effettivamente riutilizzabile e quindi utile all’uomo, dalla carne che offre nutrimento, fino alle setole, che vengono impiegate, ad esempio, nella realizzazione di pennelli.

LA STORIA DEL MAIALE

Secondo molti Autori, i maiali domestici deriverebbero dal cinghiale (Sus scrofa o Sus ferus), che già 10 milioni di anni fa era molto diffuso sia in Europa che in Asia e nel Nord Africa. Secondo altri Autori, oltre al cinghiale avrebbero partecipato alla formazione della specie e delle razze attuali.

La storia del maiale comincia 50 milioni di anni fa.

Un giorno (7000 anni avanti Cristo) gli uomini, che fino a quel momento avevano inseguito e cacciato questo animale nella foresta, decisero che era molto più comodo allevarlo.

L’allevamento più antico è proprio quello del maiale: un animale che mangia di tutto e aumenta velocemente di peso.

I maiali di tanto tempo fa assomigliavano molto al cinghiale: il loro corpo era coperto da setole più lunghe e folte, il loro muso era più lungo e a punta, le spalle erano più robuste ed il loro colore più scuro per confondersi nel sottobosco.

LE PRIME TRACCE NELLA STORIA DEL MAIALE

Prime tracce nella storia del maiale, le ritroviamo nei pictogrammi rupestri delle grotte di Altamira in Spagna, dove si possono ben distinguere un gruppo di suini che viene allevato da alcuni uomini. Questi disegni rupestri sono stati datati intorno al 40.000 AC circa e, stando a recenti scoperte, non si tratterebbe delle uniche testimonianze di epoca preistorica: infatti, nella zona sud della Rhodesia, ossia l’attuale Zambia, esistono altri pictogrammi che si farebbero risalire sempre al medesimo periodo, certificando, quindi, la presenza del maiale anche sul continente africano.

LA PRESENZA DEL MAIALE NELLA PIANURA PADANA

Nella pianura padana i maiali sono sempre stati presenti in un grande numero anche perché si estendevano grandi boschi.

Alcuni boschi erano ricchi di querce e i maiali erano proprio ghiotti dei loro frutti, cioè di ghiande.

I maiali venivano accompagnati e lasciati liberi nel bosco e là si nutrivano di frutti selvatici, di tuberi, di radici, di funghi, di uova di uccello, di larve di insetti che estraevano dal terreno scavando con il muso.

In estate poi amavano il fresco del sottobosco e grufolavano nel terreno umido guidati da un odorato e un udito finissimi. In seguito parti di bosco furono recintati e lì vennero rinchiusi i maiali che ingrassavano più in fretta perché il cibo era sempre assicurato e si muovevano meno.

Sono trascorsi molti anni: i boschi sono stati abbattuti e l’allevamento dei maiali è continuato nei recinti al chiuso o all’aperto.

I contadini nelle loro fattorie facevano crescere, fino a pochi anni fa (o forse qualcuno ancora lo fa), uno o due maiali in un porcile vicino alla loro casa, alla stalla e al pollaio.

Ora, da alcuni anni, gli allevamenti di maiali sono di grandi dimensioni e gli animali crescono curati da persone esperte e molto attente.

LA PRIMA DOMESTICAZIONE DEL MAIALE

Una prima vera domesticazione del maiale si sarebbe avuta, invece, intorno al 5.000 AC ad opera delle popolazioni Cinesi. Nel 3500 AC, invece, in Mesopotamia dati e reperti ritrovati mostrano che l’allevamento suino era già molto organizzato, con addirittura la presenza di differenti razze con caratteristiche morfologiche varie, sinonimo quindi di una già avanzata selezione del bestiame.

Nelle antiche culture come in quella egizia, greca e romana, il maiale rappresentava un animale tipico da destinare all’allevamento e alla loro carne per la preparazione di pietanze speciali da servire durante i banchetti: di questo forte interesse per la carne di maiale, ne troviamo traccia nei numerosi testi scritti dell’epoca, dove il maiale rappresenta un vero e proprio re della tavola, come pietanza sui banchetti così come ci testimonia la copiosa letteratura dell’epoca in cui spesso vengono nominati i suini.

LA DOMESTICAZIONE DEL MAIALE

Passando dagli albori della civiltà e giungendo fino all’Età di Mezzo, l’allevamento del maiale ha subito notevoli cambiamenti che hanno condotto ad una domesticazione intensiva di questo animale data la bontà delle carni e la sua alta capacità riproduttiva.

Nel Medioevo l’allevamento suino brado assunse un ruolo di primo piano così come aumentò il consumo della sua carne, grazie all’apporto delle abitudini alimentari delle popolazioni germaniche che stanziarono nella Pianura Padana.

Così nel Medioevo si diffuse e consolidò l’allevamento di maiali allo stato brado, così come aumentò in alta proporzione il consumo di carne di suino da parte della popolazione: questo si fa risalire prettamente all’abitudine alimentare dei popoli germanici invasori, che amavano cacciare e mangiare questi animali.

Nel Basso Medioevo, poi, quando si ebbe una progressiva messa a coltura dei territori agricoli una volta abbandonati, l’allevamento del suino cominciò ad assumere forme stanziali con la diffusione di porcili permanenti legati all’azienda agraria. Anche le tecniche di allevamento furono affinate e cambiò il tipo di animale allevato.

Intorno all’anno 1000 e quindi in corrispondenza con il Basso Medioevo e il rinnovato sistema di agricoltura, la messa a coltura delle nuove terre e l’introduzione delle nuove tecniche agricole condusse alla realizzazione di allevamenti suini di natura stanziale, onde evitare che i maiali stessi, onnivori per natura, potessero danneggiare i campi coltivati. Cambiarono così anche le tecniche stesse dell’allevamento che vennero affinate e si cominciarono a delineare i primi porcili permanenti relegati all’economia agraria oltre che di sussistenza.

L’ALLEVAMENTO DEL MAIALE IN ITALIA

Fino a qualche decennio fa, in Italia, non c’era famiglia che, disponendo dello spazio necessario, non allevasse il “suo” porco. In questo modo erano soddisfatte le esigenze casalinghe di salumi e grassi per tutto l’anno. Oggi i maiali sono allevati nel continente asiatico (soprattutto in Cina), in Europa e nelle Americhe.

Ad oggi il suino è uno degli animali immancabili della fattoria, sempre apprezzato sia per la sua carne, sia per la vasta gamma di sottoprodotti derivati che offre.

In Italia fino a qualche tempo fa, e comunque ancora oggi nei territori più rurali, sono ancora in molti quelli che allevano domesticamente il proprio maiale, anche se prettamente per soddisfare le esigenze delle famiglia più che per un allevamento intensivo e volto alla commercializzazione delle carni.

In più avere un “porco” come animale da cortile rappresentava, soprattutto fino a qualche anno fa, uno status quasi di benessere in quanto si tratta di un animale che fornisce carne non propriamente economica e quindi non acquistabile da tutti.

Ad oggi il maiale continua ad essere allevato soprattutto in Asia, in Europa e nelle Americhe.

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