L’EVOLUZIONE DEL TACCHINO DOMESTICO TRA AMERICA ED EUROPA

l'evoluzione del tacchino domestico tra america ed europa

Il tacchino nordamericano deriva dai tacchini che gli europei nel XVI secolo portarono dall’Europa: le origini del tacchino domestico americano sono, infatti, messicane, ma con un passaggio europeo.

Molte relazioni del tempo segnalano che in America erano allevati tacchini più piccoli delle varietà selvatiche presenti negli Stati orientali degli attuali Usa e con un diverso piumaggio.

LA DIFFUSIONE DEL TACCHINO

La diffusione del tacchino domestico americano avvenne secondo tappe documentate da alcune date: Jamestown in Virginia 1607, Massachussetts 1629, Pennsylvania e New Jersey 1698, Quebec 1647.

Inoltre, le specie selvatiche di tacchini presenti nei territori della costa orientale americana (sottospecie silvestris eintergrade ), pur non essendo mai state domesticate, rientrano in scena. Infatti, vi è stata un’intensa ibridazione tra i tacchini domestici che i coloni si erano portati dall’Europa e quelli selvatici.

Attraverso i ben noti fenomeni di eterosi, questi nuovi tacchini hanno sviluppato un piumaggio di tipo selvatico, aumento di taglia e di vigore. Da questi incroci è derivato il tacchino bronzo americano, che è stato poi esportato con grande successo in Europa.

È il nuovo tacchino derivato dagli incroci tra il tacchino messicano-europeizzato con il tacchino selvatico nordamericano che, secondo la tradizione, diviene il piatto festivo americano per eccellenza, che ha avuto il suo battesimo nella festa di tre giorni del Ringraziamento tra i Padri Pellegrini e gli Indiani nel novembre 1621, festa che ancor oggi è ripetuta il quarto giovedì di novembre di ogni anno. Un’analoga festa si celebra il secondo lunedì di ottobre in Canada.

I TACCHINI GIGANTI

Probabilmente il più importante evento genetico nell’evoluzione domestica del tacchino è stata la creazione di tacchini con un’enorme ipertrofia dei muscoli del petto e della coscia. Anche qui vi è un nuovo passaggio euroamericano.

Nonostante le nuove razze con ipertrofia muscolare siano state sviluppate in America, il primo passo in questa direzione fu eseguito da Jesse Throssel, che nel 1926 emigrò dall’Inghilterra al Canada e che nel 1927 importò dall’Inghilterra un maschio e due femmine giganti, dai quali ottenne una progenie di 75 tacchini, che, a nove mesi di età, raggiungevano i 18 kg (i maschi) ed i 13 kg (le femmine), con muscoli del petto e delle cosce di grande volume.

In pochi anni, tutti gli allevamenti nordamericani allevavano nuovi soggetti derivati dall’incrocio tra il tacchino Bronzo Americano ed i tacchini Giganti Europei, formando quello che genericamente fu chiamato il Broad-Breasted Bronze (Bronzo dal Grande Petto).

I tacchini giganti sono con la colorazione bianca e nera, sono animali fragili e facili a malattie, crescono molto rapidamente e vanno incontro a problemi di movimento.

I maschi neri sono pesanti ma non hanno problematiche motorie, montano le femmine, che oltre ad essere sporche sulla schiena, devono essere medicate continuamente per i grossi tagli che subiscono nella monta.

Le femmine, anche se sono descritte come poco prolifere fanno abbastanza uova.

LO SVILUPPO DELL’AVICOLTURA SCIENTIFICO-TECNOLOGICA

A questo punto intervenne lo sviluppo della avicoltura scientifico-tecnologica, basata sulla genetica, scienza della alimentazione, prevenzione delle malattie, ma soprattutto su nuove tecnologie riproduttive, quali il condizionamento luminoso (che permette la riproduzione tutto l’anno) e l’incubazione artificiale.

Queste tecnologie, aiutate ulteriormente dalla disponibilità di farmaci e vaccini sempre più efficaci e dalla successiva introduzione della inseminazione strumentale (c.d. fecondazione artificiale), applicate all’allevamento del tacchino, l’hanno sviluppato in modo impressionante, trasformandolo da allevamento stagionale ad allevamento continuo, che inoltre è passato da piccoli allevatori ad un’industria altamente specializzata ed integrata, che lo governa dalla genetica al consumo, attraverso l’alimentazione, la macellazione, la trasformazione e la distribuzione.

L’INDUSTRIA DELLA SELEZIONE E DELL’ALLEVAMENTO

A questo punto è intervenuta la grande industria della selezione e dell’allevamento, che, con metodi scientifici, ha sviluppato un continuo miglioramento tutt’ora in corso, tanto che oggi ci si pone come obiettivo un tacchino di 45 kg!

Da una parte il peso sempre maggiore dei maschi, anche in rapporto a fenomeni comportamentali, impedisce un regolare accoppiamento; per questo è diffusa l’inseminazione strumentale che, d’altra parte, favorisce una migliore utilizzazione dei maschi più pregiati e, quindi, accelera la selezione.

Di pari passo, si è anche diffusa una minore fertilità del seme, una riduzione nel numero di uova e della loro fecondabilità. Questi problemi sono stati affrontati ed in buona parte risolti con opportuni incroci ed oggi negli allevamenti industriali di tacchini pesanti, in una stagione riproduttiva di cinque mesi, si ottengono 85 uova e 55 pulcini per tacchina.

IL TACCHINO LEGGERO

Sempre in America si è sviluppato l’allevamento del cosiddetto tacchino leggero, di cui è un tipico rappresentante il Beltsville Small Wite.

È un tacchino relativamente piccolo al momento della vendita, con un precoce accrescimento, buona muscolatura e soprattutto elevata qualità della carne, alta fertilità e buona capacità riproduttiva, senza dover ricorrere all’inseminazione artificiale.

Questo tacchino è stato ottenuto con l’incrocio di molte razze: NarragansettsBronzeWhite HollandsWhite Austrian (proveniente dalla Scozia) e tacchino selvatico americano ed è largamente allevato in piccoli gruppi. Nel periodo riproduttivo di sei mesi, una tacchina depone fino a 95 uova e produce fino a 65 pulcini.

Anche in Italia vi sono piccoli allevamenti, per lo più familiari e destinati all’autoconsumo di tacchini leggeri molto simili a quelli del passato.

Comunque oggi, anche per il tacchino si pone il problema della conservazione delle razze, con particolare riferimento a quelle selvatiche americane ed in proposito è già stato eseguito un censimento. Il tacchino selvatico è quindi divenuto una specie da proteggere!

I tacchini leggeri sono da preferire a prescindere ai superpesanti da allevamento intensivo, ma esistono degli ottimi compromessi, ad esempio razze che sono medio pesanti conservano una buona rusticità accompagnata a qualità delle carni e pesi soddisfacenti, senza raggiungere i pesi mostruosi degli ibridi da capannone. Poi allevare queste razze significa anche salvaguardarle dalle invasioni dei superibridi.

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